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I giovani nell'Italia di oggi sembrano contare sempre meno, e la loro voce essere sempre meno ascoltata. Come si può invertire la rotta?
A parlarne con Eleonora Voltolina, in questo episodio registrato live all'università Cattolica di Milano, c'è Alessandro Rosina, docente di Demografia in quella stessa università e coordinatore scientifico dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo che attraverso il Rapporto Giovani realizza la più estesa ricerca italiana sulla condizione giovanile. Rosina è anche autore, con Elisabetta Ambrosi, del libro “Non è un paese per giovani – L’anomalia italiana: una generazione senza voce”.
Oggi «c'è una voglia di protagonismo e di farsi sentire assieme agli altri» dice il docente. I giovani di oggi hanno finalmente acquisito la consapevolezza «che non si può cambiare da soli», che ai loro fratelli maggiori – i Millennials – mancava. Ambiente e diritti sono temi importanti, che «questa generazione sente in maniera molto forte e che pone nel dibattito pubblico».
Anche se per «trasformare il Paese» in modo che «fornisca reali opportunità», secondo Rosina bisognerebbe che i giovani si occupassero anche di temi come la dispersione scolastica, l'inefficienza dei centri per l'impiego, i Neet, il degiovanimento e gli squilibri demografici: «Tutti questi temi non sono ben conosciuti né affrontati dai giovani, e questo rischia di essere una fragilità» e può portare «a una scarsa capacità poi di incidere veramente».
I giovani che vivono nell'Italia di oggi sono comunque resilienti: «Nonostante le difficoltà, c'è sempre forte un'energia positiva». In chiusura di puntata, Rosina risponde anche alle sollecitazioni di Mel, giovane studentessa e militante dell'associazione non profit Culturit indecisa se restare in Italia o andare all'estero, e di Sara, allieva della scuola di giornalismo dell'università Cattolica, che lo interroga sulla dicotomia tra metropoli e realtà locali.
Il libro scelto da Alessandro Rosina come consiglio di lettura è un grande classico, “Le città invisibili” di Italo Calvino: «Ogni volta che lo rileggo è come se leggessi un libro nuovo».
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I giovani nell'Italia di oggi sembrano contare sempre meno, e la loro voce essere sempre meno ascoltata. Come si può invertire la rotta?
A parlarne con Eleonora Voltolina, in questo episodio registrato live all'università Cattolica di Milano, c'è Alessandro Rosina, docente di Demografia in quella stessa università e coordinatore scientifico dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo che attraverso il Rapporto Giovani realizza la più estesa ricerca italiana sulla condizione giovanile. Rosina è anche autore, con Elisabetta Ambrosi, del libro “Non è un paese per giovani – L’anomalia italiana: una generazione senza voce”.
Oggi «c'è una voglia di protagonismo e di farsi sentire assieme agli altri» dice il docente. I giovani di oggi hanno finalmente acquisito la consapevolezza «che non si può cambiare da soli», che ai loro fratelli maggiori – i Millennials – mancava. Ambiente e diritti sono temi importanti, che «questa generazione sente in maniera molto forte e che pone nel dibattito pubblico».
Anche se per «trasformare il Paese» in modo che «fornisca reali opportunità», secondo Rosina bisognerebbe che i giovani si occupassero anche di temi come la dispersione scolastica, l'inefficienza dei centri per l'impiego, i Neet, il degiovanimento e gli squilibri demografici: «Tutti questi temi non sono ben conosciuti né affrontati dai giovani, e questo rischia di essere una fragilità» e può portare «a una scarsa capacità poi di incidere veramente».
I giovani che vivono nell'Italia di oggi sono comunque resilienti: «Nonostante le difficoltà, c'è sempre forte un'energia positiva». In chiusura di puntata, Rosina risponde anche alle sollecitazioni di Mel, giovane studentessa e militante dell'associazione non profit Culturit indecisa se restare in Italia o andare all'estero, e di Sara, allieva della scuola di giornalismo dell'università Cattolica, che lo interroga sulla dicotomia tra metropoli e realtà locali.
Il libro scelto da Alessandro Rosina come consiglio di lettura è un grande classico, “Le città invisibili” di Italo Calvino: «Ogni volta che lo rileggo è come se leggessi un libro nuovo».
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