In 4 minuti la redazione di The Vision vi racconterà cosa dovete sapere per iniziare la giornata. Ogni mattina, dal lunedì al venerdì, alle 6:30. Illustrazione: Alessandro De Vecchi
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Il turismo italiano affonda (insieme alla credibilità della ministra)
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Non bastavano le grane giudiziarie a rendere traballante la poltrona della ministra Daniela Santanchè. Ora ci si mettono anche i numeri - quelli veri - a certificare il fallimento della gestione a propulsione sovranista del turismo italiano.
Mentre ad agosto la ministra si pavoneggiava annunciando trionfalmente che "sempre più turisti, soprattutto stranieri, scelgono di vivere l'estate sotto il sole italiano", i dati Eurostat raccontavano una storia ben diversa. Come rivelato dall'analisi di Lorenzo Ruffino nella sua newsletter, l'Italia si è guadagnata il poco invidiabile primato di peggior performance turistica in Europa: 208 milioni di pernottamenti tra giugno e agosto 2024, con un calo dell'1,9% rispetto al 2023. E mentre la media europea cresce dello 0,9%, noi perdiamo terreno insieme a Serbia e Francia in una classifica che vede brillare il Lussemburgo (+20,5%) e persino l'Albania (+16,1%).
Ma il dato più allarmante è la fuga dei turisti italiani: -5,8% rispetto all'anno scorso. Per la prima volta dal 2011, gli stranieri (106 milioni) hanno superato i connazionali (102 milioni) nei pernottamenti estivi. Un segnale inequivocabile che la tanto sbandierata "estate italiana" sta diventando sempre più inaccessibile proprio per i connazionali. Mentre la ministra si destreggia tra aule di giustizia e dichiarazioni roboanti, il turismo italiano perde colpi.
E non serve essere esperti di economia per capire che se persino l'Albania ci surclassa nella crescita turistica, forse è il caso di ripensare non solo le politiche di settore, ma anche a chi le gestisce. La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
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Mentre ad agosto la ministra si pavoneggiava annunciando trionfalmente che "sempre più turisti, soprattutto stranieri, scelgono di vivere l'estate sotto il sole italiano", i dati Eurostat raccontavano una storia ben diversa. Come rivelato dall'analisi di Lorenzo Ruffino nella sua newsletter, l'Italia si è guadagnata il poco invidiabile primato di peggior performance turistica in Europa: 208 milioni di pernottamenti tra giugno e agosto 2024, con un calo dell'1,9% rispetto al 2023. E mentre la media europea cresce dello 0,9%, noi perdiamo terreno insieme a Serbia e Francia in una classifica che vede brillare il Lussemburgo (+20,5%) e persino l'Albania (+16,1%).
Ma il dato più allarmante è la fuga dei turisti italiani: -5,8% rispetto all'anno scorso. Per la prima volta dal 2011, gli stranieri (106 milioni) hanno superato i connazionali (102 milioni) nei pernottamenti estivi. Un segnale inequivocabile che la tanto sbandierata "estate italiana" sta diventando sempre più inaccessibile proprio per i connazionali. Mentre la ministra si destreggia tra aule di giustizia e dichiarazioni roboanti, il turismo italiano perde colpi.
E non serve essere esperti di economia per capire che se persino l'Albania ci surclassa nella crescita turistica, forse è il caso di ripensare non solo le politiche di settore, ma anche a chi le gestisce. La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
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Mentre ad agosto la ministra si pavoneggiava annunciando trionfalmente che "sempre più turisti, soprattutto stranieri, scelgono di vivere l'estate sotto il sole italiano", i dati Eurostat raccontavano una storia ben diversa. Come rivelato dall'analisi di Lorenzo Ruffino nella sua newsletter, l'Italia si è guadagnata il poco invidiabile primato di peggior performance turistica in Europa: 208 milioni di pernottamenti tra giugno e agosto 2024, con un calo dell'1,9% rispetto al 2023. E mentre la media europea cresce dello 0,9%, noi perdiamo terreno insieme a Serbia e Francia in una classifica che vede brillare il Lussemburgo (+20,5%) e persino l'Albania (+16,1%).
Ma il dato più allarmante è la fuga dei turisti italiani: -5,8% rispetto all'anno scorso. Per la prima volta dal 2011, gli stranieri (106 milioni) hanno superato i connazionali (102 milioni) nei pernottamenti estivi. Un segnale inequivocabile che la tanto sbandierata "estate italiana" sta diventando sempre più inaccessibile proprio per i connazionali. Mentre la ministra si destreggia tra aule di giustizia e dichiarazioni roboanti, il turismo italiano perde colpi.
E non serve essere esperti di economia per capire che se persino l'Albania ci surclassa nella crescita turistica, forse è il caso di ripensare non solo le politiche di settore, ma anche a chi le gestisce. La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
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Ma il dato più allarmante è la fuga dei turisti italiani: -5,8% rispetto all'anno scorso. Per la prima volta dal 2011, gli stranieri (106 milioni) hanno superato i connazionali (102 milioni) nei pernottamenti estivi. Un segnale inequivocabile che la tanto sbandierata "estate italiana" sta diventando sempre più inaccessibile proprio per i connazionali. Mentre la ministra si destreggia tra aule di giustizia e dichiarazioni roboanti, il turismo italiano perde colpi.
E non serve essere esperti di economia per capire che se persino l'Albania ci surclassa nella crescita turistica, forse è il caso di ripensare non solo le politiche di settore, ma anche a chi le gestisce. La verità è che non si può guidare il turismo italiano come si gestisce un Twiga qualsiasi. E i numeri, quelli veri, sono lì a dimostrarlo.
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