Player FM - Internet Radio Done Right
24 subscribers
Checked 5d ago
Toegevoegd vier jaar geleden
Inhoud geleverd door Graziana Filomeno - italiano online. Alle podcastinhoud, inclusief afleveringen, afbeeldingen en podcastbeschrijvingen, wordt rechtstreeks geüpload en geleverd door Graziana Filomeno - italiano online of hun podcastplatformpartner. Als u denkt dat iemand uw auteursrechtelijk beschermde werk zonder uw toestemming gebruikt, kunt u het hier beschreven proces https://nl.player.fm/legal volgen.
Player FM - Podcast-app
Ga offline met de app Player FM !
Ga offline met de app Player FM !
Podcasts die het beluisteren waard zijn
GESPONSORDE
Parenting comes with a lot of expectations, but have you ever stopped to ask where they come from? On this episode of This Is Woman’s Work , we unpack the myth of “the good mother” with Nancy Reddy , author of The Good Mother Myth . Nancy shares her personal experience of confronting the unrealistic ideal of motherhood: endlessly patient, always available, and completely selfless. She hilariously and heartbreakingly debunks these outdated ideals, rooted in flawed mid-20th-century research by figures like Harry Harlow and Dr. Spock. Nancy explains how bad science from the past continues to haunt modern parenting, creating pressure, guilt, and shame for today’s mothers. But this conversation is about more than debunking myths—it’s about empowerment. Because when you prioritize what matters and let go of perfectionism, you’re not just doing woman’s work—you’re modeling it. Connect with Nancy: Newsletter: https://nancyreddy.substack.com/ Book: https://read.macmillan.com/lp/the-good-mother-myth-9781250336644/ IG: https://www.instagram.com/nancy.o.reddy/ Essay: I Was Promised That The “Golden Hour” Would Make Me A Mom: https://slate.com/human-interest/2022/04/golden-hour-c-section-bonding-attachment-baby-friendly-hospitals.html Related Podcast Episodes: 126 / The Parenting Map with Dr. Shefali 090 / Unmasking Modern Motherhood with Katherine Wintsch 155 / Executive Motherhood with Ashley Quinto Powell Share the Love: If you found this episode insightful, please share it with a friend, tag us on social media, and leave a review on your favorite podcast platform! 🔗 Subscribe & Review: Apple Podcasts | Spotify | Amazon Music…
Come Commentare il Cibo in Italiano: Espressioni Utili per Ogni Situazione
Manage episode 449089202 series 2884785
Inhoud geleverd door Graziana Filomeno - italiano online. Alle podcastinhoud, inclusief afleveringen, afbeeldingen en podcastbeschrijvingen, wordt rechtstreeks geüpload en geleverd door Graziana Filomeno - italiano online of hun podcastplatformpartner. Als u denkt dat iemand uw auteursrechtelijk beschermde werk zonder uw toestemming gebruikt, kunt u het hier beschreven proces https://nl.player.fm/legal volgen.
In questo articolo, esploreremo varie espressioni italiane per commentare il cibo, sia in modo positivo, che neutro che negativo. Che si tratti di un piatto stellato o di un piatto deludente, avrete a disposizione una vasta gamma di espressioni per ogni occasione. Espressioni e Commenti in italiano a tema culinario Commenti Positivi sul Cibo Se un piatto vi ha lasciati senza parole per quanto è buono, ecco alcune espressioni per esprimere apprezzamento: È ottimo, squisito, delizioso! È prelibato, gustoso, succulento! È una leccornìa (soprattutto per i dolci). È una prelibatezza. Fa venire l’acquolina in bocca! Da leccarsi i baffi / le dita! Coi fiocchi. Al bacio. Questo è il paradiso in terra! Non ho mai mangiato niente di simile! È una festa per il palato! Questo piatto è una coccola! È come fare un viaggio tra i sapori! Mi si scioglie in bocca! È una delizia per i sensi! Ne mangerei a chili! Non riesco a smettere di mangiarlo! È come un’esplosione di sapori in bocca! Questo è da chef stellato! Potrei mangiarne all’infinito! Questo piatto è un capolavoro! Vale ogni singolo morso! Commenti Neutri sul Cibo Per quei piatti che non sono male, ma non sorprendono, possiamo usare delle espressioni neutre: Non è niente di speciale. È ok, ma niente di più. Senza infamia e senza lode. Si lascia mangiare. Non è male, ma potrebbe essere meglio. È passabile. Nella norma, niente di eccezionale. Si mangia, ma non mi entusiasma. Va bene, ma non mi colpisce. È decente, ma niente di memorabile. È tutto sommato discreto. Non mi fa impazzire, ma va bene. Non lascia il segno, ma è mangiabile. È così così. Normale, senza sorprese. Commenti Negativi sul Cibo Infine, quando il cibo è davvero pessimo, ecco alcune espressioni italiane negative per esprimere la vostra delusione: Non si può mangiare! È immangiabile. Fa proprio schifo. È terribile, non riesco a finirlo. Questo è da buttare. Non ha sapore! Non sa di niente, proprio insipido. È una delusione totale. Sembra finto! Sembra plastica! Ho assaggiato di meglio in ospedale. È una tortura per il palato. Peggio di così non si può. Non lo mangerei nemmeno sotto tortura. È disgustoso. Non so come facciano a servirlo. È un disastro culinario. Sembra cibo per animali. Non ho mai mangiato qualcosa di così brutto. È peggio di come sembra. Questo piatto è un insulto alla cucina. Mi fa venire voglia di smettere di mangiare. È come masticare cartone. Mi aspettavo molto meglio, è orrendo. Cotto male e insapore, è tremendo. Ho perso l’appetito al primo boccone. Sembra cucinato da un principiante. È come mangiare gomma. Una vera catastrofe, non riesco a mandarlo giù. Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Per approfondire l’argomento, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro articolo sulle espressioni al ristorante dove troverete altre frasi utili per parlare in un ristorante italiano. Buon appetito e alla prossima su LearnAmo!
…
continue reading
106 afleveringen
Manage episode 449089202 series 2884785
Inhoud geleverd door Graziana Filomeno - italiano online. Alle podcastinhoud, inclusief afleveringen, afbeeldingen en podcastbeschrijvingen, wordt rechtstreeks geüpload en geleverd door Graziana Filomeno - italiano online of hun podcastplatformpartner. Als u denkt dat iemand uw auteursrechtelijk beschermde werk zonder uw toestemming gebruikt, kunt u het hier beschreven proces https://nl.player.fm/legal volgen.
In questo articolo, esploreremo varie espressioni italiane per commentare il cibo, sia in modo positivo, che neutro che negativo. Che si tratti di un piatto stellato o di un piatto deludente, avrete a disposizione una vasta gamma di espressioni per ogni occasione. Espressioni e Commenti in italiano a tema culinario Commenti Positivi sul Cibo Se un piatto vi ha lasciati senza parole per quanto è buono, ecco alcune espressioni per esprimere apprezzamento: È ottimo, squisito, delizioso! È prelibato, gustoso, succulento! È una leccornìa (soprattutto per i dolci). È una prelibatezza. Fa venire l’acquolina in bocca! Da leccarsi i baffi / le dita! Coi fiocchi. Al bacio. Questo è il paradiso in terra! Non ho mai mangiato niente di simile! È una festa per il palato! Questo piatto è una coccola! È come fare un viaggio tra i sapori! Mi si scioglie in bocca! È una delizia per i sensi! Ne mangerei a chili! Non riesco a smettere di mangiarlo! È come un’esplosione di sapori in bocca! Questo è da chef stellato! Potrei mangiarne all’infinito! Questo piatto è un capolavoro! Vale ogni singolo morso! Commenti Neutri sul Cibo Per quei piatti che non sono male, ma non sorprendono, possiamo usare delle espressioni neutre: Non è niente di speciale. È ok, ma niente di più. Senza infamia e senza lode. Si lascia mangiare. Non è male, ma potrebbe essere meglio. È passabile. Nella norma, niente di eccezionale. Si mangia, ma non mi entusiasma. Va bene, ma non mi colpisce. È decente, ma niente di memorabile. È tutto sommato discreto. Non mi fa impazzire, ma va bene. Non lascia il segno, ma è mangiabile. È così così. Normale, senza sorprese. Commenti Negativi sul Cibo Infine, quando il cibo è davvero pessimo, ecco alcune espressioni italiane negative per esprimere la vostra delusione: Non si può mangiare! È immangiabile. Fa proprio schifo. È terribile, non riesco a finirlo. Questo è da buttare. Non ha sapore! Non sa di niente, proprio insipido. È una delusione totale. Sembra finto! Sembra plastica! Ho assaggiato di meglio in ospedale. È una tortura per il palato. Peggio di così non si può. Non lo mangerei nemmeno sotto tortura. È disgustoso. Non so come facciano a servirlo. È un disastro culinario. Sembra cibo per animali. Non ho mai mangiato qualcosa di così brutto. È peggio di come sembra. Questo piatto è un insulto alla cucina. Mi fa venire voglia di smettere di mangiare. È come masticare cartone. Mi aspettavo molto meglio, è orrendo. Cotto male e insapore, è tremendo. Ho perso l’appetito al primo boccone. Sembra cucinato da un principiante. È come mangiare gomma. Una vera catastrofe, non riesco a mandarlo giù. Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Per approfondire l’argomento, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro articolo sulle espressioni al ristorante dove troverete altre frasi utili per parlare in un ristorante italiano. Buon appetito e alla prossima su LearnAmo!
…
continue reading
106 afleveringen
Semua episod
×L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo vi porto in un viaggio attraverso l’umorismo italiano, esplorando i meme più divertenti che raccontano con ironia la vita, le abitudini e le passioni di questo meraviglioso Paese. Ma Perché i meme sono importanti? Non sono solo divertenti, ma anche un riflesso della cultura e della lingua italiana. Preparatevi a ridere e a scoprire qualcosa in più sull’Italia! I 20 Meme Più Ironici Made in Italy Un meme è molto più di un’immagine con una frase ironica. È uno specchio che riflette stereotipi, tradizioni e situazioni quotidiane in modo esilarante. Gli italiani, maestri nell’arte dell’ironia, hanno creato meme che sono vere perle di creatività. 1. Vintage: Il sinonimo di vecchio alla moda Un esempio perfetto dell’eleganza linguistica italiana. Non è “vecchio”, è chic e alla moda! 2. Le porzioni delle nonne italiane: “A sentimento” Se hai una nonna italiana, sai che loro l'affetto lo dimostrano con le porzioni, sempre rigorosamente abbondanti. 3. Felicità in Italia = Cibo Per gli italiani, la felicità è sempre legata al cibo. Lasagna, pizza margherita, tiramisù e carbonara prima di tutto il resto. E come dargli torto? 4. Dante e i dolci: Letteratura in chiave ironica Chi avrebbe mai immaginato che Dante potesse diventare il protagonista di un meme sui dolci? “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita” diventa “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai nvassoiu di pasticcini tra le dita... e fu così che la mia dieta fu smarrita”. 5. Pizza: L’amore italiano per eccellenza La pizza non è solo un alimento, è un simbolo nazionale. E ogni scusa è buona per celebrarla! 6. Cambia la dimensione, non l’essenza Cambia la dimensione dei pezzi… ma non della pizza! Che sia grande o piccola, la pizza resta sempre perfetta. 7. Nutella a colazione: Il buongiorno si vede dal mattino Per molti italiani, la colazione non è completa senza un cucchiaio di Nutella. 8. La piramide… all’italiana! Un meme che reinterpreta la classica piramide con un tocco di ironia tricolore. 9. Il dialetto: Tradizione che vive I nonni italiani parlano spesso in dialetto. Ma l'India non c'entra nulla! 10. Ciao Ciao! Talvolta, i saluti alla fine di una telefonata sono più lunghi della telefonata stessa... 11. Gli italiani all’estero: Uniti nella patria lontana Quando due gruppi di italiani si incontrano all’estero, è subito festa. La patria li unisce! 12. Spericolati al volante Gli italiani sono famosi per essere spericolati alla guida. Ironia o realtà? Forse entrambe. 13. Il nemico del mio nemico… è il mio amico Un proverbio italiano trasformato in meme con un tocco di saggezza popolare. Ovviamente, è legato al calcio! 14. Il congiuntivo: Questo sconosciuto! La grammatica italiana può essere complicata, ma il congiuntivo resta un mistero anche per molti madrelingua. 15. La Divina Commedia: la Lingua dell'Aldilà Un riferimento all’opera di Dante Alighieri, che si presta a infinite parodie: qual è la lingua che si parla nell'aldilà? Il volgare fiorentino ovviamente. 16. Politica italiana: Polemiche senza fine Gli italiani criticano spesso il loro sistema di governo, ma senza proporre soluzioni concrete. Un meme che fa riflettere con il sorriso. 17. La pizza è sacra! Ananas sulla pizza? Non in Italia! Quella è considerata violenza! 18. Il formaggio sulla pasta: Una regola non scritta Il formaggio è un condimento imprescindibile per gli italiani. Un’abitudine culinaria che nessuno osa mettere in discussione. Vuoi fare lezioni di italiano con i nostri insegnanti madrelingua qualificati? Acquista il tuo pacchetto di Italiano Intensivo! Con questi 18 meme italiani, abbiamo esplorato l’ironia,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Parli l'italiano fluentemente? Non puoi davvero dirlo se non conosci queste espressioni idiomatiche! Scommettiamo che almeno una di queste sarà nuova per te. Scopriamole insieme! Le Espressioni Idiomatiche che Nessuno ti ha Spiegato Prima 1. Rimangiarsi le parole Non mantenere una promessa o non confermare ciò che si è detto.Esempio:"Se ogni volta ti rimangi le parole, nessuno ti prenderà più sul serio." 2. Sotterrare l’ascia di guerra Risolvere pacificamente un litigio.Esempio:"Marco e sua moglie hanno seppellito l’ascia di guerra per il bene dei figli." 3. Andare in rovina Può riferirsi a: Cose: crollare o decadere. Persone o famiglie: subire un crollo finanziario.Esempio:"Erano ricchissimi, ma sono andati in rovina per cattiva gestione." 4. Tenersi fuori dai guai Fare di tutto per evitare situazioni rischiose.Esempio:"Ha capito che quegli amici erano poco raccomandabili e ha deciso di allontanarsi." 5. È davvero troppo! Indica una situazione che supera i limiti.Esempio:"Dimenticare i documenti e la riunione? È davvero troppo! Sono costretta a licenziarti." 6. Sarà per un’altra volta… Si usa per rimandare un evento senza specificare una nuova data.Esempio:"Grazie per l’invito, ma siamo fuori città. Sarà per un’altra volta!" 7. Mantenere un profilo basso Rimanere discreti e riservati per non attirare l’attenzione.Esempio:"Dopo lo scandalo, Paolo ha deciso di tenere un profilo basso." 8. Partire in quarta Agire con impulsività ed entusiasmo.Esempio:"Il tirocinante ha completato il compito rapidamente. Per questo lo abbiamo assunto." 9. Avere la meglio Essere il vincitore in una situazione.Esempio:"Il nuotatore cinese ha avuto la meglio sul suo avversario danese, superando il record!" 10. Andare in fumo Detto di piani o promesse: scomparire o dissolversi.Esempio:"Il piano del truffatore è andato in fumo grazie alla polizia." 11. Tornare utile Essere conveniente o vantaggioso in una determinata situazione.Esempio:"L’inglese di Martina le tornerà utile per lavorare negli USA." 12. Fare il guastafeste Rovinare l’atmosfera con un atteggiamento negativo.Esempio:"Per favore, non fare il guastafeste e lascia che ci divertiamo." 13. Mettere una pezza (a colore) Cercare di rimediare a un errore con soluzioni poco efficaci.Esempio:"Ha provato a metterci una pezza, ma tutti ormai conoscevano la verità." 14. Far scendere dal piedistallo Ridimensionare una persona che si sente superiore.Esempio:"La direttrice ha fatto scendere la segretaria dal piedistallo con una battuta." 15. Gettare benzina sul fuoco Alimentare una discussione o una situazione già tesa.Esempio:"Invece di calmare gli animi, stai solo peggiorando le cose!" 16. Questo matrimonio non s’ha da fare Usata per dire che qualcosa non avrà luogo, nonostante i piani. È una citazione dal capolavoro della letteratura italiana "I Promessi Sposi", di Alessandro Manzoni. L'originale contiene la parola "matrimonio", ma questa può essere sostituita con qualsiasi altra cosa che non accadrà, quando la usiamo nelle conversazioni quotidiane.Esempio:"Con tutti questi ostacoli, questo viaggio non s’ha da fare!" Acquista il nostro nuovo libro: "Parole Di Casa Mia: Un Viaggio Nei Colloquialismi Italiani", e impara tutte le espressioni colloquiali per parlare come un vero madrelingua! Che ne pensi di questa lista? Conosci altre espressioni idiomatiche italiane? Lascia un commento e condividi le tue esperienze! Ma a proposito di "matrimoni che non s'han da fare", ecco a te un approfondimento sul famoso romanzo dei I Promessi Sposi. A presto!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Vi siete mai chiesti come esprimere accordo, o disaccordo, in italiano? Cioè, per dire che quello che qualcuno ha detto è vero anche per voi (o no)? Questo articolo vi guiderà attraverso le principali espressioni per rispondere correttamente a frasi affermative e negative, con esempi pratici per chiarire ogni dubbio. Anche io, Anche a me, Neanche io, Neanche a me e simili 1. Concordanza con Frasi Affermative Esistono due espressioni principali per concordare con una frase affermativa: Anche io Anche a me Quando usare "Anche io"? Usiamo "Anche io" quando il soggetto grammaticale coincide con chi compie l'azione. Esempio: Mangio la pasta ogni giorno. Risposta: Anche io. Noi ci alleniamo in palestra ogni giorno. Risposta: Anche io. Se invece non condividi la stessa esperienza, puoi rispondere con Io no. Esempio: Mangio la pasta ogni giorno. Risposta: Io no. Noi ci alleniamo in palestra ogni giorno. Risposta: Io no. Quando usare "Anche a me"? "Anche a me" è adatto quando il soggetto grammaticale non coincide con chi parla e il verbo richiede la preposizione "a" (come con il verbo piacere). Esempio: Mi piace la pizza. Risposta: Anche a me. Ci mancano gli anni della nostra infanzia. Risposta: Anche a me. Se invece vuoi comunicare disaccordo: A me no. Esempio: Mi piace la pizza. Risposta: A me no. Ci mancano gli anni della nostra infanzia. Risposta: A me no. 2. Concordanza con Frasi Negative Per concordare con frasi negative, usiamo: Neanche io Neanche a me Nota Bene: Puoi sostituire "Neanche" con i sinonimi Nemmeno o Neppure. Quando usare "Neanche io"? Neanche io si utilizza quando il soggetto grammaticale coincide con chi parla. Esempio: Non mangio la pasta tutti i giorni. Risposta: Neanche io. Se invece vuoi esprimere una posizione positiva: Io sì. Esempio: Non mangio la pasta tutti i giorni. Risposta: Io sì. Quando usare "Neanche a me"? Neanche a me si usa con verbi che richiedono la preposizione "a", quindi quando il soggetto grammaticale non coincide con chi compie l'azione. Esempio: Non mi piace la pizza. Risposta: Neanche a me. Per comunicare il contrario: A me sì. Esempio: Non mi piace la pizza. Risposta: A me sì. 3. Rispondere alle Formule di Cortesia Come rispondere correttamente a frasi come "Buona giornata!" o "Buona serata!"? Evita il comune errore "Anche tu!" e utilizza queste opzioni: Ripeti la formula stessa: Buona giornata!Risposta: Buona giornata! Usa "Anche a te": Buona giornata!Risposta: Anche a te! Scegli "Altrettanto": Buona serata!Risposta: Altrettanto! Esercizi Pratici Prova a rispondere alle seguenti affermazioni con le formule corrette, in modo che siano vere per te: Amo il gelato al pistacchio. Non dormo mai a pancia in giù. Mi diverte molto ballare. Non sono mai stata a Dubai. Parlo bene due lingue straniere. Non mi piacciono i peperoni Non mi mancano i compiti che ricevevo a casa Mi alleno ogni giorno Mi piacciono i tulipani Ascolto tantissima musica Scrivi le tue risposte nei commenti! Ora che conosci tutte le regole per esprimere accordo e disaccordo in italiano, puoi rispondere in modo naturale e preciso. Pratica queste espressioni e migliora la tua fluidità! Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Commetti anche tu questi Errori con i Pronomi Italiani? Dai un'occhiata a questo articolo per accertartene e, nel caso tu li commetta, imparare a evitarli. Alla prossima!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
La musica non è solo un piacere per le orecchie, ma anche un ottimo strumento per imparare una nuova lingua! Grazie alle canzoni, possiamo ampliare il nostro vocabolario e memorizzare parole e frasi con maggiore facilità. Il ritmo, infatti, aiuta a fissare le espressioni nella nostra memoria. Musica Italiana: Espressioni da Imparare Ecco alcune espressioni italiane che puoi apprendere attraverso le canzoni: 1. Pazza Musica - Marco Mengoni, Elodie "Starsene per i fatti propri": passare del tempo da soli, senza preoccuparsi degli altri. esempio: "Giuro che oggi me ne sto per i fatti miei, yeah" "Mandare tutto al diavolo": lasciar perdere completamente o liberarsi di qualcosa. esempio: "Corriamo forte sopra le paure, il panico Per mandare tutto al diavolo" "Casino": confusione, chiasso o disordine. Attenzione: non confonderlo con "casinò", il luogo per il gioco d'azzardo. esempio: "La notte sei clandestino, il giorno è un casino, non le faccio più quelle cose che vuoi tu" 2. Italiana - J-Ax, Fedez "Con l’acqua alla gola": descrive una situazione di estrema difficoltà. esempio: "La gente per nulla, lo sai, si innamora - Se vieni dal mare, ti stiamo aspettando con l’acqua alla gola..." "Essere fuori dal mondo": può significare: Essere distratti o assorti nei propri pensieri. Essere totalmente disinformati. esempio: "Toccheremo il cielo e taggheremo il fondo venuti male come le foto sul passaporto Più che fuori dall’Europa siamo fuori dal mondo" 3. Caramello - Elettra Lamborghini, Lola Índigo, Rocco Hunt "Mancare l’aria": situazione che provoca una forte emozione. esempio: "Quando ci penso poi mi manca l’aria - È caramello, non è cioccolata..." "Scherzare con il fuoco": affrontare un pericolo con leggerezza. "Farsi dei viaggi": sognare a occhi aperti. esempi: "Il tempo di una foto, scherziamo con il fuoco Mando mille messaggi, se ti penso troppo cosa posso farci? (ehi) Mi son fatto dei viaggi talmente lontani è impossibile andarci (ehi)" 4. La Stella più Fragile dell’Universo - Ultimo "Essere pesante": indica una persona noiosa o fastidiosa. esempio: "Sono pesante lo dico a me stesso - troppo romantico e prima o poi casco..." "Sbattersene": non preoccuparsi di qualcosa. "Dare peso a": conferire importanza a qualcosa. esempi: "ma me ne sbatto di tutta sta gente che non dà peso alle cose importanti che poi l'amore se infondo ci pensi è l'unico appiglio in un mondo di mostri" 5. Cenere - Lazza "Rendere cieco": in ambito sentimentale, indica una mente offuscata dai sentimenti. esempio: "Mi rendi cieco - Ti penso con me per rialzarmi" "Sentire un nodo alla gola": descrive un'emozione che provoca commozione o tensione. esempio: "Mi sento un nodo alla gola, nel buio balli da sola - Spazzami via come cenere" "Non vedere l’ora": esprime impazienza e desiderio. esempio: "Tanto non vedevi l’ora, ma verrai via con me - Mi sento l'ultimo come persona" Essere la terapia: essere buono, fare bene. esempio: "Vorrei che andassi via lontana da me, ma sei la terapia - Rinasceremo insieme dalla cenere" 6. L’Esercito del Selfie - Takagi & Ketra "Andare fuori di testa": impazzire o avere comportamenti bizzarri. esempio: "Perché lì non c’è campo, poi vai fuori di testa come l’ultima volta" "Profumare di marcio": in senso figurato, indica sospetto o corruzione morale. esempio: "Dici che sono depresso - Che non sto nel contesto, che profumo di marcio" "In carne ed ossa": di persona. esempio: "Mi manchi in carne ed ossa Mi manchi nella lista Delle cose che non ho" 7. Per un Milione - Boomdabash "Portare il sole": si usa per descrivere una persona che illumina le giornate altrui. esempio: "Ti aspetterò - Perché sei tu che porti il sole" "L’attesa aumenta il desiderio": proverbio che esprime l'emozione di attendere qu...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Studi l'italiano già da un po' di tempo, ma ti senti bloccato perché non vedi più alcun progresso? Non preoccuparti, è una situazione comune! Qui troverai consigli pratici per uscire dalla fase di stallo e tornare a vedere progressi nel tuo studio della lingua. Come Superare una Fase di Stallo durante lo Studio 1. Come si dice?! Ti capita di incontrare la stessa parola tante volte, ma proprio non riesci a memorizzarla? Oppure, durante una conversazione, hai una parola sulla punta della lingua, ma non riesci a ricordarla? Succede a tutti! Ecco cosa fare: Memorizza nuovi vocaboli nel contesto: usa intere frasi anziché semplici liste di parole. Utilizza strumenti come Reverso Context o Dizy.com per trovare esempi pratici. Scegli frasi utili per le tue conversazioni e memorizzale. Cerca vocaboli in canzoni o film italiani. Ad esempio, per imparare il verbo "fregarsene", puoi ascoltare la canzone "Me ne frego". 2. Non ho nessuno con cui parlare! Comunicare è il modo migliore per imparare una lingua. Come iniziare se non conosci nessuno con cui farlo? Trova partner linguistici attraverso app o siti web appositi. Fai scambi linguistici con madrelingua italiani che stanno imparando la tua lingua: dedicate parte della conversazione all'italiano e parte alla tua lingua madre. All'inizio, se parlare ti crea imbarazzo, usa chat e messaggi per scrivere con calma. Prova giochi di ruolo per simulare situazioni reali. 3. Sempre gli stessi errori! Se noti che ripeti sempre lo stesso errore: Segnati gli errori più frequenti. Rivedi la regola e pratica con frasi che contengano la forma corretta, ogni singolo giorno. Registrati mentre parli e analizza gli errori. Consiglio: la ripetizione aiuta! Repetita iuvant! Roma non è stata costruita in un giorno: serve tempo, pazienza e soprattutto costanza! 4. La regola dei 15-30 minuti al giorno Hai poco tempo? Nessun problema! Dedicare 15-30 minuti al giorno può fare comunque una grande differenza. Ecco alcune idee: Combina lo studio con attività quotidiane (es. pulizie o doccia) ascoltando video, podcast o audiolibri in italiano. Fingi di chiacchierare in italiano (sì, da solo!) mentre guidi o fai una passeggiata. 5. Trova il tuo metodo Non esiste un unico metodo efficace e valido per tutti. Sperimenta! Alterna tra scrittura, conversazione, lettura e ascolto. Non trascurare attività che ti piacciono meno: a volte è proprio quello a impedirti di fare progressi! Prova a guardare video in italiano con sottotitoli in un'altra lingua che stai imparando, per avere uno stimolo in più. Ricorda: il tuo metodo potrebbe non essere perfetto, ma con perseveranza troverai ciò che funziona meglio per te. 6. Sforzati di usare l'italiano Anche se non vivi in Italia, puoi creare occasioni per usare la lingua: Imposta il cellulare in italiano. Fai ricerche su Google in italiano. Guarda video su YouTube o altre piattaforme in italiano. Parla con assistenti vocali come Siri o Alexa. Descrivi ciò che ti circonda o pensa a voce alta in italiano. 7. Obiettivi realistici Definisci obiettivi raggiungibili e suddividili in tappe intermedie. Inizia con piccoli traguardi e aumenta gradualmente la difficoltà. Esempio: Livello base: imparare 10 parole nuove a settimana. Livello intermedio: tenere una breve conversazione con un madrelingua o con un assistente vocale. Livello avanzato: leggere un libro o scrivere un articolo in italiano. 8. Materiali adatti Utilizza risorse adeguate al tuo livello: Scegli libri di testo o letture semplificate, appropriati al tuo livello o di poco superiori. Evita materiali troppo difficili, che rischieranno di scoraggiarti. 9. Mi sembra di non migliorare mai! Tieni traccia dei tuoi progressi: Annota i tuoi traguardi, anche quelli più piccoli.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Quando si fa shopping con gli amici, prima o poi si deve esprimere un parere su un capo che qualcuno sta provando in camerino. Ecco una guida pratica e divertente per farlo con stile e sicurezza in Italia! Cosa Dire Quando Si Fa Shopping in Italia Espressioni per Valutare un Look 1. Come mi sta? Le risposte più comuni includono: "Ti sta bene/benissimo" (o, al contrario, "male/malissimo").Se un abito è perfetto per il tuo amico, non esitare a dirlo con entusiasmo! "Ti sta + aggettivo" (stretto, largo, lungo, corto, aderente, ecc.).Se noti che la misura non è quella giusta, usa frasi come: "Ti sta largo/piccolo" o "Ti sta stretto/grande". Ricorda: per capi plurali come i pantaloni, si dice "Ti stanno". 2. Esalta o penalizza la figura "Ti va a pennello": Perfetto! "Ti snellisce": Ideale per sembrare più slanciati. "Non ti rende giustizia": Quando un capo non valorizza. "Meglio una taglia in più/meno": se il capo va bene a livello estetico, ma la taglia è sbagliata allora si può commentare usando questa espressione. 3. Colore e abbinamenti "Si abbina bene alla tua carnagione": Sottolinea quando un colore esalta pelle, capelli e occhi. "Esalta la tua abbronzatura": Perfetto per i colori che brillano sulla pelle abbronzata. Domande Guida per Fare la Scelta Giusta Oltre ai tuoi consigli, fai delle domande per aiutare chi indossa l’abito a riflettere e a fare la scelta migliore. "Come te lo senti addosso?": È fondamentale capire il comfort. In effetti, un capo può dare l'impressione di essere ottimo a chi lo guarda, ma chi lo prova potrebbe sentirlo diversamente addosso. "Ti è comodo?": Non basta apparire belli allo specchio; bisogna sentirsi a proprio agio. Se un capo non è comodo, potrebbe non essere più indossato e, in fin dei conti, ci si potrebbe rendere conto di aver fatto un acquisto inutile. "Ti senti a tuo agio?": Il comfort emotivo è importante tanto quanto quello fisico. "È il tuo stile?": Evita acquisti impulsivi! Altri Consigli Pratici Prima che il tuo amico o la tua amica acquisti un capo, chiedi: "Hai qualcosa con cui abbinarlo?": Un pezzo isolato rischia di restare nell’armadio. "È per le tue tasche?": Rispetta il budget! Se ti viene chiesto di fare una scelta, esprimi un'opinione con frasi come: "Preferisco questa opzione." "Andrei con questo." "Direi che questo è il migliore." Dare consigli sull'abbigliamento non è mai stato così semplice e divertente! Ricorda, il tuo parere può fare la differenza, ma ciò che conta davvero è che chi indossa il capo si senta bene e a proprio agio. Vuoi fare lezioni di italiano con i nostri insegnanti madrelingua qualificati? Acquista il tuo pacchetto di Italiano Intensivo! Per approfondire, puoi dare un'occhiata al nostro articolo sul lessico dell'abbigliamento e imparare nuove parole in italiano. Alla prossima e buono studio!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questa lezione esploriamo il mondo dei verbi difettivi, una categoria di verbi della lingua italiana molto affascinante. Come suggerisce il nome, questi verbi "difettano" di qualcosa: mancano infatti di alcuni tempi, modi o persone verbali. Scopriamo insieme quali sono i verbi difettivi più comuni, come utilizzarli e i contesti in cui si incontrano. Cosa Sono e Quali Sono i Verbi Difettivi? I verbi difettivi sono verbi che non vengono coniugati in tutte le forme verbali. Sebbene alcuni siano caduti in disuso, esistono ancora esempi interessanti e utili da conoscere. 1. Addirsi Significa "essere adatto" o "essere opportuno". Viene utilizzato esclusivamente alla terza persona e solo in alcuni tempi e modi verbali: Indicativo presente: si addice, si addicono. Indicativo imperfetto: si addiceva, si addicevano. Indicativo futuro: si addirà, si addiranno. Congiuntivo presente: si addica, si addicano. Congiuntivo imperfetto: si addicesse, si addicessero. Condizionale presente: si addirebbe, si addirebbero. Participio passato: usato come sostantivo ("addetto"). Esempi: - Quegli abiti non ti si addicono, sembrano troppo seri per te. - Il comportamento di Mario non si addiceva alla situazione. 2. Delinquere e Tangere Delinquere significa "commettere un delitto". Tangere significa "toccare". Si usano prevalentemente al participio presente: Delinquente (aggettivo o sostantivo) Tangente (aggettivo o sostantivo) Esempi: - È un delinquente pericoloso! - Una retta tangente tocca un'altra retta in un solo punto. 3. Fervere Indica grande intensità o forte calore (come "bollire"), sia in senso letterale che figurato. È comune in frasi fatte.Forme utilizzate: Indicativo presente: ferve, fervono. Indicativo imperfetto: ferveva, fervevano. Participio presente: fervente. Esempi (senso figurato): - Fervono i preparativi per la festa. - Un ambiente fervente di idee. 4. Ostare Significa "ostacolare". Sopravvive in contesti burocratici come l'espressione nulla osta e nella congiunzione nonostante (non + ostante = che non ostacola). Esempi: - Ho ricevuto il nullaosta per procedere. - Nonostante gli ostacoli, abbiamo raggiunto il traguardo. 5. Solere Vuol dire "essere abituati a fare qualcosa".Forme utilizzate: Indicativo presente e imperfetto: suole, soleva. Espressioni comuni: "essere solito... (+ infinito)". Esempi: - Come si suol dire, la pratica rende perfetti. - Sono solito leggere prima di dormire. 6. Prudere Esprime una sensazione di prurito. Si usa solo alla terza persona dei seguenti modi e tempi verbali: Indicativo presente: prude, prudono. Indicativo futuro: pruderà, pruderanno. Congiuntivo presente: pruda, prudano. Gerundio presente: prudendo. Esempi: - Mi prude la schiena, aiutami a grattarla! Altri verbi difettivi seguono lo stesso schema. Ecco alcuni esempi: Urgere: esprime necessità impellente (Esempio: Urge una decisione immediata). Vigere: indica validità o forza di leggi (Esempio: Una norma che vigeva nel passato). Vertere: riguarda un argomento specifico (Esempio: La discussione verte su temi importanti). 7. Aggradare Usato raramente e con un tono spesso ironico, significa "essere gradito".Forme utilizzate: presente indicativo (aggrada, aggradano). Esempi: - Ti aggrada un caffè? 8. Secernere Utilizzato quasi esclusivamente in biologia, significa "produrre ed emettere sostanze".Forme comuni: Indicativo presente: secerne, secernono. Participio passato: secreto. Esempi: - Le ghiandole secernono ormoni importanti. 9. Splendere Questo verbo può essere coniugato nei tempi semplici, ma non nei composti, poiché manca il participio passato. Esempi: - Oggi splende il sole! Altri verbi simili, detti anch'essi difettivi, possono essere:…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo, esploreremo varie espressioni italiane per commentare il cibo, sia in modo positivo, che neutro che negativo. Che si tratti di un piatto stellato o di un piatto deludente, avrete a disposizione una vasta gamma di espressioni per ogni occasione. Espressioni e Commenti in italiano a tema culinario Commenti Positivi sul Cibo Se un piatto vi ha lasciati senza parole per quanto è buono, ecco alcune espressioni per esprimere apprezzamento: È ottimo, squisito, delizioso! È prelibato, gustoso, succulento! È una leccornìa (soprattutto per i dolci). È una prelibatezza. Fa venire l’acquolina in bocca! Da leccarsi i baffi / le dita! Coi fiocchi. Al bacio. Questo è il paradiso in terra! Non ho mai mangiato niente di simile! È una festa per il palato! Questo piatto è una coccola! È come fare un viaggio tra i sapori! Mi si scioglie in bocca! È una delizia per i sensi! Ne mangerei a chili! Non riesco a smettere di mangiarlo! È come un’esplosione di sapori in bocca! Questo è da chef stellato! Potrei mangiarne all’infinito! Questo piatto è un capolavoro! Vale ogni singolo morso! Commenti Neutri sul Cibo Per quei piatti che non sono male, ma non sorprendono, possiamo usare delle espressioni neutre: Non è niente di speciale. È ok, ma niente di più. Senza infamia e senza lode. Si lascia mangiare. Non è male, ma potrebbe essere meglio. È passabile. Nella norma, niente di eccezionale. Si mangia, ma non mi entusiasma. Va bene, ma non mi colpisce. È decente, ma niente di memorabile. È tutto sommato discreto. Non mi fa impazzire, ma va bene. Non lascia il segno, ma è mangiabile. È così così. Normale, senza sorprese. Commenti Negativi sul Cibo Infine, quando il cibo è davvero pessimo, ecco alcune espressioni italiane negative per esprimere la vostra delusione: Non si può mangiare! È immangiabile. Fa proprio schifo. È terribile, non riesco a finirlo. Questo è da buttare. Non ha sapore! Non sa di niente, proprio insipido. È una delusione totale. Sembra finto! Sembra plastica! Ho assaggiato di meglio in ospedale. È una tortura per il palato. Peggio di così non si può. Non lo mangerei nemmeno sotto tortura. È disgustoso. Non so come facciano a servirlo. È un disastro culinario. Sembra cibo per animali. Non ho mai mangiato qualcosa di così brutto. È peggio di come sembra. Questo piatto è un insulto alla cucina. Mi fa venire voglia di smettere di mangiare. È come masticare cartone. Mi aspettavo molto meglio, è orrendo. Cotto male e insapore, è tremendo. Ho perso l’appetito al primo boccone. Sembra cucinato da un principiante. È come mangiare gomma. Una vera catastrofe, non riesco a mandarlo giù. Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Per approfondire l’argomento, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro articolo sulle espressioni al ristorante dove troverete altre frasi utili per parlare in un ristorante italiano. Buon appetito e alla prossima su LearnAmo!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Ci avete mai fatto caso? Le conversazioni quotidiane includono sempre il meteo! Tuttavia, se volete esprimervi come veri italiani, dovete andare oltre le espressioni di base come "fa caldo", "fa freddo" o "è nuvoloso". Esistono infatti molte espressioni avanzate che arricchiscono il nostro modo di parlare del tempo, rendendolo più naturale e variegato. In questo articolo esploreremo le più comuni, spiegandone il significato e l'uso. Parlare di METEO in italiano: livello C2! 1. Tempo clemente Il termine "tempo clemente" si riferisce a condizioni meteorologiche miti e favorevoli: un tempo che non è né troppo caldo né troppo freddo, senza precipitazioni o vento forte. È perfetto per stare all'aperto e trasmette un senso di piacevolezza e benessere. Inclemente: è l'opposto, ossia condizioni meteorologiche avverse, severe o brutte. 2. Si prevede una burrasca La parola "burrasca" indica una tempesta improvvisa e violenta, soprattutto in mare, ma può essere usata anche per parlare di forti temporali sulla terraferma. 3. L'afa è insopportabile L'afa descrive un caldo umido e soffocante. Anche se la temperatura non è estremamente alta, l'umidità elevata fa percepire il caldo come più intenso, creando una sensazione appiccicosa e scomoda. 4. Canicola La canicola è il periodo più caldo dell'estate, caratterizzato da temperature elevate e caldo soffocante, tipicamente nei mesi di luglio e agosto. Si tratta di un caldo secco e intenso. 5. Il cielo è plumbeo L'aggettivo "plumbeo" deriva dalla parola piombo e si riferisce a un colore grigio scuro. Indica un cielo molto scuro e minaccioso, spesso premonitore di pioggia o temporali. 6. Si gela Questa espressione trasmette un senso di freddo intenso, quasi paralizzante, capace di “congelare”. 7. C'è un vento che taglia la faccia Questa espressione descrive un vento particolarmente freddo e pungente: l’immagine del vento che "taglia" suggerisce una sensazione di dolore fisico causato dal freddo. 8. Piove a dirotto/a catinelle Descrive una pioggia molto forte e continua, come se il cielo si stesse svuotando d'acqua. 9. Il sole picchia Questa espressione dà l'idea di un sole che "colpisce" con forza, enfatizzando il calore intenso che può diventare quasi insopportabile. 10. Nebbia fitta La nebbia è così densa da ridurre la visibilità quasi a zero. 11. La pioggia battente Descrive una pioggia che cade con grande intensità, forza e insistenza. L'aggettivo "battente" suggerisce che "batte" con violenza sul terreno, sui tetti o sulle finestre. 12. Un freddo pungente Indica un tipo di freddo che penetra nella pelle, come se fosse un ago. Il freddo colpisce in modo quasi doloroso. 13. C’è una leggera foschia La foschia è una leggera nebbia che riduce la visibilità, ma non è densa come una vera e propria nebbia. 14. Cielo terso Descrive un cielo completamente limpido, senza nuvole, con un'aria particolarmente chiara e pulita. 15. Pioviggina Il verbo piovigginare indica una pioggia leggera e sottile, con gocce molto piccole. 16. Un'aria frizzante Questa espressione indica una sensazione di freschezza e leggerezza nell'aria, spesso associata alle prime giornate di autunno o primavera. Ricorda la freschezza che si prova quando si beve una bibita gassata (frizzante). 17. Il cielo è una cappa Il cielo è completamente coperto da nuvole grigie e basse, creando una sensazione di oppressione o pesantezza. La cappa, infatti, è una sorta di mantello. 18. Sta montando un temporale Questa espressione descrive un temporale che si sviluppa gradualmente, aumentando di intensità. 19. Un tempo da lupi Descrive condizioni meteorologiche particolarmente avverse, come pioggia forte, vento gelido o una tempesta. 20. Giornata uggiosa Una giornata uggiosa è una giornata grigia, piovosa e cupa, che spesso induce sentimenti di malinconia o tristezza. 21. Si sta alzando una brezza…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo esploreremo insieme il fantastico mondo dei gialli! In particolare, impareremo i termini e le espressioni che non potete non conoscere se siete appassionati di crimini, misteri e intrighi. Pronti? IL VOCABOLARIO ITALIANO DEI GIALLI MOVENTE Il movente è la motivazione che spinge qualcuno a commettere un reato. Spesso nei gialli ci si trova a dire “Manca il movente”: ovvero, dopo varie ricerche non si riesce ancora a capire perché è stato commesso il delitto. ALIBI L’alibi è una prova che dimostra che, al momento del crimine, la persona sospettata si trovava altrove, escludendola come possibile colpevole. E... un “alibi di ferro”? Cos'è? È un alibi così solido che è quasi impossibile da confutare. DELITTO Il delitto è l’atto criminale che viola la legge, spesso un omicidio. Nei gialli, ruota tutto attorno a questo atto. E non dimentichiamoci del famigerato “delitto perfetto”: quello in cui l'autore riesce a farla franca, senza mai essere scoperto! LE FASI INVESTIGATIVE IRRUZIONE Quando una o più persone fanno un'irruzione, entrano con violenza in un luogo. È un termine che sentiamo spesso nei gialli, soprattutto quando la polizia entra in scena con forza! SCENA DEL CRIMINE La scena del crimine è il luogo in cui si è consumato il reato. Di solito viene isolata e recintata con del nastro per non compromettere le indagini. RILEVARE LE IMPRONTE DIGITALI Un momento cruciale: il rilevamento delle impronte digitali è l’operazione condotta dall'esperto forense per associare le impronte a una persona specifica, svelando così l'autore del crimine. CAMPIONE Il campione è una piccola quantità di una sostanza, utilizzata come riferimento nelle indagini. Pensiamo ai tipici test di laboratorio nei gialli, soprattutto quelli del dna! GLI INTERROGATORI E IL PROCESSO INTERROGATORIO Durante l’interrogatorio, vengono poste domande all’indiziato per determinare il suo coinvolgimento nel caso. Un momento di forte tensione che spesso porta a rivelazioni inaspettate! INCHIESTA L’inchiesta raccoglie tutte le prove e le informazioni utili alla risoluzione del caso, che potranno essere utilizzate in tribunale. PROCESSO Il processo è il procedimento legale che si conclude con la sentenza del giudice: colpevole o innocente. È qui che si decidono le sorti dell'imputato! IL MONDO DEI COLPEVOLI DEPISTAGGIO Il depistaggio è il tentativo, spesso da parte del colpevole, di sviare l’attenzione degli investigatori con false piste o informazioni ingannevoli. È un trucco che rende i gialli sempre più intriganti! ERGASTOLO L’ergastolo è la pena massima che un giudice può emettere: prevede la detenzione a vita per l’imputato. Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Se ami i gialli e vuoi saperne di più su come funziona il mondo del crimine, non perderti il nostro articolo proprio dedicato al lessico del crimine. Seguici per nuovi contenuti e approfondimenti! A presto e buono studio!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Vi siete mai chiesti quale sia la vostra personalità? Quali sono i tratti unici che vi contraddistinguono dalle altre persone? Potete scoprirlo grazie a questo TEST che ho trovato online e che faccio insieme a voi (guardate il video per scoprire i miei risultati)! Sarà anche un perfetto stratagemma per esercitarci nella conversazione e scoprire nuovi modi per descrivere la nostra personalità o quella dei nostri amici e conoscenti. Siete pronti? Iniziamo! Test sulla Personalità Dal sito ufficiale potete anche voi fare il TEST SULLA PERSONALITÀ, e non dimenticate di farmi sapere il risultato finale nei commenti (chissà se avrete la mia stessa personalità)! Vuoi fare lezioni di italiano con i nostri insegnanti madrelingua qualificati? Acquista il tuo pacchetto di Italiano Intensivo! Ma non è finita qui! Con quest'altro articolo potrete migliorare le vostre abilità in lingua italiana e rivedere tutte le espressioni e gli aggettivi su come descrivere il carattere di una persona. A presto e buono studio!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Hai intenzione di guidare all'estero e non sai se la tua patente è valida? L'International Driving Permit potrebbe essere la soluzione per viaggiare in tutta serenità... e in regola! Cos’è un IDP? L'International Driving Permit è un documento che ti permette di metterti al volante in molti Paesi del mondo (più di 150) in tutta sicurezza, senza rischi o complicazioni burocratiche. Ottenerlo è FACILISSIMO! Non hai nemmeno bisogno di superare un test! Vuoi scoprire come funziona e ottenerlo per il tuo prossimo viaggio? Guarda il video per tutti i dettagli! Se invece vuoi imparare un po' di LESSICO DELL'AUTO in italiano, non dimenticare di dare un'occhiata al nostro articolo sull'argomento.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Gli aggettivi sono una parte fondamentale della lingua italiana, ma spesso anche i parlanti più esperti possono incorrere in errori. In questo articolo analizzeremo gli errori più comuni commessi da chi sta imparando l'italiano (e non solo!). Scopri come evitare questi scivoloni e migliorare il tuo uso degli aggettivi. Cos’è un Aggettivo? L’aggettivo è una parte variabile del discorso che si unisce a un nome per determinare o specificare caratteristiche o proprietà. Esempi: Un cane nero Una casa grande Una battuta divertente Molti pensano che gli aggettivi siano facili da imparare, soprattutto perché vengono introdotti fin dal livello principiante. Tuttavia, gli errori sono molto frequenti, anche tra gli italiani! Di seguito esploreremo quelli più comuni. Gli Aggettivi: Errori Comuni 1. Aggettivi in -CIA e -GIA al Plurale Ti sei mai chiesto se scrivere maglie grigie o maglie grige? Non sei solo! Questo è uno degli errori più frequenti. La regola è semplice: Se la lettera che precede -cia/-gia è una vocale (fradicia, grigia), la "i" si conserva al plurale (fradicie, grigie). Se la lettera che precede -cia/-gia è una consonante (liscia, saggia), la "i" si rimuove al plurale (lisce, sagge). Ricorda: Non andare a caso! Segui questa regola per evitare errori. 2. Errori di Concordanza La concordanza tra nome e aggettivo è essenziale, ma può causare confusione. Alcuni errori comuni includono: La casa granda (corretto: la casa grande) Il libro tristo (corretto: il libro triste) Le ragazze intelligente (corretto: le ragazze intelligenti) Altri errori includono: Aggettivi come "incinta": al plurale, diventa "incinte" (non "incinta"). Aggettivi in -ista: rimangono invariati al singolare, ma cambiano al plurale. Esempio: una donna altruista, un uomo altruista / due donne altruiste, due uomini altruisti Quando l’aggettivo si riferisce a più nomi di genere diverso, segui queste regole: Per persone, usa il plurale maschile: La mamma e il papà sono simpatici. Per cose, usa di solito il plurale maschile, ma se l'ultimo nome è femminile plurale, puoi concordare al femminile: Un armadio e due sedie neri / Un armadio e due sedie nere. 3. Aggettivi con Nomi Collettivi I nomi collettivi come "folla", "famiglia" o "squadra" richiedono che l’aggettivo sia al singolare. Esempi: Una folla furiosa Una famiglia felice 4. Errori di Ortografia Alcuni aggettivi possono creare dubbi sull'ortografia. Ecco alcune regole da tenere a mente: Con i o senza i? Ingegnoso (non ingegnioso) Cosciente (non coscente) Scemo (non sciemo) Cieco (persona che non vede) MA ceco (abitante della Repubblica Ceca) Con c o con q? Innocuo (non innoquo) Proficuo (non profiquo) Iniquo (e non inicuo) Ricorda: gli aggettivi derivati dalla parola "acqua" usano cq (esempi: acquatico, acquoso). 5. Posizione dell’Aggettivo La posizione dell’aggettivo può cambiare il significato. Ecco alcuni esempi: Un alto dirigente (dirigente con carica di livello superiore) VS un dirigente alto (di statura) Un vecchio amico (amico di lunga data) VS un amico vecchio (anziano) L'italiano è abbastanza flessibile sulla posizione dell'aggettivo, ma fai attenzione a questi casi! 6. Troppo pochi o troppi pochi? Questa distinzione è spesso fonte di errore. Ecco la regola: Troppo pochi: avverbio Troppi: aggettivo La frase corretta è: I miei libri sono troppo pochi. Oppure: I miei libri sono troppi. 7. Falsi Amici: Attenzione al Significato! Alcuni aggettivi possono sembrare legati a una parola, ma il loro significato è completamente diverso: Cinofilo: riguarda i cani, non il cinema. Fragrante: si riferisce a un profumo, non alle fragole. Accattivante: significa attraente, non cattivo. 8. Mai dire "più migliore"! "Migliore" è già un comparativo, quindi non aggiungere "più".…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
I fiori non sono solo belli da vedere, ma, in italiano, sono anche protagonisti di molte espressioni idiomatiche che arricchiscono la lingua. Scopriamo insieme quelle più comuni e il loro significato. Frasi Italiane con la parola FIORE 1. Nel Fiore degli Anni Essere nel periodo di massima giovinezza e splendore (per una persona), vivere il momento di massima vitalità e bellezza. Esempio:Mi dispiace per quella coppia… Hanno perso il loro figlio, che era nel fiore degli anni, a causa di un incidente. Avrà avuto al massimo 25 anni… 2. Essere il Fiore all'Occhiello Essere particolare motivo di vanto e orgoglio, spesso riferita a una persona o un'opera eccezionale. Questo detto ha origini nell’usanza di adornare con un fiore il buco del risvolto della giacca, l’occhiello, per dare un tocco di eleganza. Esempio:Lorenzo è il fiore all’occhiello della squadra di atletica.La Gioconda è il fiore all’occhiello delle opere di Leonardo. 3. Essere un Fiore nel Deserto Essere una persona o una cosa fuori dal comune, capace di crescere e prosperare anche nelle condizioni più avverse. Un fiore nel deserto è simbolo di forza e resistenza. Esempio:Paolo non si è mai abbattuto, nonostante la vita gli abbia riservato molte brutte esperienze. È proprio un fiore nel deserto. 4. Non è Tutto Rose e Fiori Anche se una situazione è apparentemente felice e serena, può nascondere difficoltà. Spesso viene usata in forma negativa per ricordare che anche le situazioni migliori richiedono impegno. Esempio:Non devi fidarti ciecamente di chiunque! Non tutto è rose e fiori. Molte persone non vogliono vederti vincere! 5. Dormire sugli Allori Fermarsi dopo aver raggiunto un traguardo, accontentandosi del successo senza cercare di migliorare ulteriormente. Esempio:Ottimo lavoro di squadra, abbiamo vinto questa partita! Ora però non possiamo permetterci di dormire sugli allori. 6. Fare d’Ogni Erba un Fascio Generalizzare, considerare tutte le cose allo stesso livello, senza fare le necessarie distinzioni. Esempio:Solo perché un ragazzo ti ha spezzato il cuore, non significa che anche il prossimo farà lo stesso! Non fare d’ogni erba un fascio. 7. All’Acqua di Rose Riferito a qualcosa: fatto in modo superficiale e approssimativo. L'acqua di rose, infatti, è delicata ma non curativa, perciò "superficiale". Esempio:Non affidarti a quel progetto: chi se ne è occupato l’ha fatto all’acqua di rose. 8. Candido come un Giglio Essere una persona pura, innocente e dall’animo nobile, proprio come il giglio, che è simbolo di purezza. Esempio:Puoi fidarti di Giuseppe, è candido come un giglio. 9. Il Fior Fiore La parte migliore di qualcosa, il top. Esempio:Al suo matrimonio, il duca ha invitato il fior fiore della nobiltà di tutto il Paese. 10. Alto Papavero Una persona di grande importanza e potere. L'origine risale a un episodio dell'Antica Roma, in cui Tarquinio il Superbo suggerì a suo figlio, per conquistare una città, di tagliare le teste dei papaveri, ossia eliminare i personaggi più importanti e influenti. Esempio:È stato un alto papavero della finanza prima di decidere di entrare in politica. 11. A Fior di Sulla superficie di qualcosa, soprattutto usata con "pelle" e "acqua". Esempio:Oggi ho già i nervi a fior di pelle: non datemi brutte notizie perché potrei esplodere! 12. Scegliere Fior da Fiore Selezionare il meglio da un insieme di cose belle o gradevoli. Spesso usata in modo ironico. Esempio:Non puoi chiedermi di scegliere fior da fiore tra i miei cantanti preferiti, perché mi piacciono tutti allo stesso modo. 13. Fresco come una Rosa Indica una persona che appare riposata e in piena forma. Esempio:Ehi tu che sei fresco come una rosa, vieni ad aiutarci a spostare gli scatoloni per favore! Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con Nord...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Un argomento che potrebbe sembrare semplice, ma che spesso riserva delle insidie anche ai più esperti: i comparativi e i superlativi in italiano. Abbiamo già trattato questo tema in una lezione precedente, ma in questo articolo andremo più in profondità, chiarendo dubbi e rispondendo alle domande che molti di voi hanno sollevato. Comparativo e Superlativo spiegati una volta per tutte Il comparativo e il superlativo sono utilizzati per fare confronti tra due o più elementi e per enfatizzare il grado o l'intensità di una qualità. Comparativo di Maggioranza e Minoranza Il comparativo di maggioranza e quello di minoranza esprimono un confronto tra due o più elementi in riferimento a una determinata qualità. 1) Comparativo di Maggioranza Il comparativo di maggioranza indica che la qualità ha un'intensità maggiore nel primo termine di paragone. La sua formazione è: PIÙ + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone) Esempi: Martina è più alta di Sofia. Luca è più simpatico di te. L’italiano è più interessante della matematica. 2) Comparativo di Minoranza Il comparativo di minoranza indica che la qualità ha un'intensità minore nel primo termine di paragone. La sua formazione è: MENO + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone) Esempi: Sofia è meno alta di Martina. Tu sei meno simpatico di Luca. La matematica è meno interessante dell’italiano. CHE o DI? Quando si usa "che" invece di "di" nei comparativi? La scelta dipende dal tipo di confronto: 1. Quando si confrontano due aggettivi, verbi, avverbi o complementi introdotti da una preposizione (e NON due elementi rispetto a una qualità):PIÙ/MENO… CHE… Esempi: Luca è più simpatico che alto [aggettivi]. Preferisco più ballare che cantare [verbi]. In Sicilia è meno freddo che in Trentino-Alto Adige [complementi introdotti da preposizione]. Giorgio guida più velocemente che prudentemente [avverbi]. Abbiamo litigato meno con Tiziana che con Giovanni [complementi introdotti da preposizione]. Comparativo di Quantità Il comparativo di quantità esprime un confronto tra due cose (o gruppi di cose) in base alla loro quantità. La sua formazione è: PIÙ/MENO… CHE… Esempi: Leggo più riviste che libri. Beviamo più caffè che acqua. Sofia ha più borse che vestiti. Comparativo di Uguaglianza Il comparativo di uguaglianza esprime un confronto tra due elementi riguardo una certa qualità, presente con la stessa intensità in entrambi. La sua formazione è: (TANTO…) QUANTO…(COSÌ…) COME… Esempi: Martina è tanto alta quanto Sofia. Sofia è alta come Martina. Luca è tanto simpatico quanto te. Tu sei simpatico come Luca. Marta è timida quanto Luisa. Luisa è così timida come Marta. Il Superlativo Relativo Il superlativo relativo indica la qualità di qualcuno o qualcosa al massimo o al minimo livello, in relazione a un gruppo di elementi. Si forma così: articolo + PIÙ/MENO + aggettivo + DI/TRA/FRA Esempi: Roma è la più grande città fra quelle italiane. Giorgio è lo studente meno serio di tutti. Giove è il pianeta del Sistema Solare più grande. La matematica è la materia meno interessante di tutte. ATTENZIONE! Il superlativo relativo può essere usato per esprimere un’opinione. Se seguito da un verbo, il verbo è al congiuntivo e introdotto da "che". Esempi: Questa è la pizza più buona che io abbia mai mangiato! Luca è il ragazzo più simpatico che io conosca. L’italiano è la lingua più bella che sia mai esistita. Il Superlativo Assoluto Il superlativo assoluto indica la qualità di qualcosa o qualcuno al grado massimo, indipendentemente da qualsiasi comparazione. Si forma generalmente così: aggettivo (senza l’ultima vocale) + -ISSIMO/A/I/E Esempi: Giove è grandissimo. Roma è bellissima. La grammatica italiana è difficilissima! I LearnAmici sono bravissimi.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Imparare una lingua straniera può essere un viaggio emozionante, ma anche pieno di sfide e momenti di frustrazione. Se sei qui, è perché probabilmente stai vivendo uno di quei momenti. Ricorda: è più comune di quanto credi, succede a tutti. Proprio nelle situazioni più difficili si trova la forza di continuare. Leggi questo articolo ogni volta che ne hai bisogno, ogni volta che ti sembra di lavorare tanto sul tuo italiano senza vedere progressi. Fai un respiro profondo e cominciamo! Le Ragioni Innanzitutto chiediti: perché stai studiando l’italiano? Qual è stata la ragione per cui hai cominciato? Che siano ragioni personali, professionali o culturali, visualizzare gli obiettivi che desideri raggiungere attraverso la padronanza dell'italiano può risvegliare la tua determinazione. Se possibile, trova anche altre ragioni per cui lo stai facendo. Questo ti aiuterà a mantenere alta la motivazione. Il Passato Fai un altro respiro profondo, chiudi gli occhi e ricorda tutti i momenti felici legati all’italiano e allo studio dell’italiano come lingua straniera: quando hai imparato la prima parola, quando hai detto la prima frase, quando hai incontrato un amico o un partner italiano, quando un madrelingua ti ha fatto i complimenti, quando hai usato il congiuntivo perfettamente… qualsiasi cosa. Sicuramente hai già raggiunto dei traguardi incredibili che meritano di essere celebrati. Tienili a mente e ricordali di tanto in tanto per riscoprire la meraviglia e il senso di conquista che hai provato in quei momenti. Scrivili. I piccoli successi accumulati nel corso del tempo rappresentano una testimonianza del tuo impegno. Voler allungare la lista ti spingerà a continuare a studiare per fare progressi ancora più significativi. Punti Deboli e Punti di Forza Fai una lista di tutte le cose su cui ti senti sicuro e quelle su cui non ti senti sicuro. Concentrati su queste. Non farti scoraggiare dagli errori, ma considerali come opportunità di crescita. È impossibile non commettere errori, tutti li commettono, anche i madrelingua. Fai un respiro profondo e ripeti: "Gli errori fanno parte dell’apprendimento". Non esisterebbe la perfezione se non ci fossero gli errori! Anche se è dura, concentrati sui dubbi che hai e cerca di lavorare per rimuoverli completamente. Il Presente Cosa fai ogni giorno per imparare o migliorare l’italiano? C’è qualcosa che ti crea ansia, ti annoia o non ti piace? Rimuovila dalla tua routine. È il tuo percorso e devi ascoltare quello che il tuo corpo e la tua mente ti dicono. Un percorso di apprendimento di una lingua straniera deve essere piacevole. I supporti esterni come libri, serie tv, film, musica, podcast sono un ottimo strumento da integrare allo studio più tradizionale. Immergiti nella lingua, soprattutto quella autentica. Cerca di imparare le parole e le espressioni della vita quotidiana. Quando ascolti la musica, leggi un libro o guardi un film, prendi appunti delle parole o espressioni che trovi interessanti o che vorresti imparare. Guarda tutto due volte: la prima volta solo ascolta/leggi cercando di capire il senso generale, la seconda volta, metti pausa e prendi appunti. Bicchiere Mezzo Pieno Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno. Sei in una fase di stallo, questo significa che sei già in grado di comunicare con i madrelingua: complimenti! Sai che è un traguardo che non tutti raggiungono? Non tutti riescono a cominciare e soprattutto ancora meno riescono a resistere nel tempo. Ho visto tanti mollare o interrompere. Tu sei ancora qui. Complimenti! Puoi essere fiero di te stesso! Non Sei Da Solo! Circondati di persone e risorse che ti sostengono nel tuo percorso di apprendimento. Un ambiente positivo e di supporto può fare la differenza quando ti senti demotivato. Unisciti a community o gruppi di studio locali o online, con persone che condividono la tua passione per l'italiano.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Sei in Italia, in una nuova città, non sai come raggiungere la tua destinazione e il tuo telefono è scarico. Che fare? La soluzione più istintiva e più semplice è chiedere aiuto a un passante. Però non è proprio la cosa più semplice da fare! Spesso è difficile capire le indicazioni anche per un madrelingua. Comunque, niente panico! In questo nuovissimo articolo vi indicherò tutte le espressioni per sopravvivere in questa situazione! CHIEDERE INFORMAZIONI STRADALI È bene essere sempre gentili, perciò è sempre meglio cominciare la domanda con formule di saluto e di cortesia come “Buongiorno”, “Salve”, “Mi scusi”, “Scusi il disturbo”… Ecco alcune frasi efficaci: Mi scusi signora/signore. Mi sono perso/a. Mi potrebbe aiutare, per favore? Dov’è… (l’albergo “Tre Nazioni”) ? Salve, mi saprebbe dire dove si trova… (via Vittorio Veneto) ? Scusi, come faccio a raggiungere… (la spiaggia/il supermercato) [da qui]? Per favore, mi sa dire come posso raggiungere… (la stazione ferroviaria) ? Salve, scusi il disturbo: dove si trova… (la stazione della metro) più vicina? Buongiorno. Avrei bisogno di un’informazione. L’autobus… (13) si ferma… (davanti alla stazione dei treni) ? Salve signora/signore, per caso, sa ogni quanti minuti passa… (la navetta per l’aeroporto)? Scusi, a quale fermata devo scendere per raggiungere… (Piazza del Popolo) ? Salve, potrebbe aiutarmi? Dove posso trovare… (la farmacia) più vicina? DARE INDICAZIONI STRADALI Le espressioni più comuni quando si danno indicazioni sono: Vai / Continua / Prosegui dritto Vai / Continua / Prosegui di qua / di là Gira a sinistra / a destra Prendi la prima / seconda / terza… a destra / a sinistra Prendi via… Procedi / Continua / Cammina / Arriva fino a… , poi… È a (due) isolati da qui / un isolato più avanti Torna indietro e… Attraversa la strada / il ponte È troppo lontano per andare a piedi. Ti converrebbe andare… (in metro/in macchina) Prendi l’autobus numero… / la metro… e scendi alla fermata… (X) / alla prima - seconda - terza… fermata Sali / Scendi le scale Dietro l’angolo Dall’altro lato di… / Al lato opposto rispetto a… Supera… Lo trovi alla fine della strada / sulla destra / sulla sinistra Quando si danno indicazioni, è normale utilizzare dei riferimenti facilmente identificabili, come piazze, ponti, stazioni eccetera per far capire dove bisogna fare una determinata azione. In italiano questi riferimenti sono dati con la preposizione “A”: al semaforo… alla piazza… alla fermata della metro/dell’autobus… all’incrocio… alla rotonda… al bar/ristorante… all’angolo… al supermercato… al parcheggio… al parco… alla chiesa… È importante conoscere i nomi delle cose che si possono trovare per strada. Ecco una lista di vocabolario utile: L’autostrada Il corso / Il viale Il vicolo La corsia Il ponte La rotonda / La rotatoria Le strisce pedonali La carreggiata Il parcheggio La fermata I segnali stradali Il vigile urbano Il traffico / L’ora di punta L’area pedonale La tangenziale La via La piazza La riga continua / La riga tratteggiata L’uscita Il marciapiede La multa Il semaforo L’angolo L’incrocio Infine, è importante conoscere avverbi ed espressioni di luogo essenziali: vicino / lontano davanti a / dietro a a fianco di / a lato di / accanto a a destra / a sinistra di dentro / fuori di fronte a tra / fra sopra / sotto lungo verso oltre Ecco alcune frasi unendo tutte le varie alternative appena viste. E dopo vedremo anche un dialogo! Continua dritto fino al semaforo, poi gira a sinistra senza attraversare la strada. Svolta qui a sinistra e prosegui dritto fino al supermercato, poi gira a destra e attraversa il parco. Lo trovi all’uscita del parco sulla sinistra.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo vedremo delle espressioni particolari, ma molto comuni! Si tratta di espressioni fisse formate spesso da due parole, unite dalla congiunzione E (talvolta con l’aggiunta di qualche preposizione), che rimangono sempre così, invariate. In genere esistono anche in altre lingue, anche se qualche volta l’ordine delle parole è invertito. Espressioni Fisse Italiane Formate da Due Parole Prima di cominciare, una premessa: queste espressioni possono essere formate da qualsiasi parte del discorso, siano esse nomi, avverbi, verbi, aggettivi. ANIMA E CORPO “Completamente”, “totalmente”, “senza limitazioni”: indica impegno e dedizione totali nel fare qualcosa o per raggiungere un determinato scopo. Usata frequentemente con verbi come “darsi”, “buttarsi”… Francesco si è buttato anima e corpo nell’allenamento per mesi e oggi finalmente ha corso la maratona con successo. GIORNO E NOTTE “Sempre, senza una pausa”, “continuamente”, “ininterrottamente”. Il bambino piangeva giorno e notte a causa del mal di denti. ACQUA E SAPONE Usata in riferimento a una persona estremamente semplice e naturale, che non si dà arie ed è proprio così come appare (anche nel senso che non usa trucchi). Daniela è sempre stata una ragazza acqua e sapone, ma da quando ha preso il nuovo lavoro si dà tante arie. SALE E PEPE Indica un colore grigiastro. Usata principalmente in riferimento ai capelli. Alla porta c’è un tipo dai capelli sale e pepe che ti cerca. BOTTA E RISPOSTA Rapido e pungente scambio di domande e risposte oppure di battute in una discussione tra due interlocutori. Quando si parla di politica, le nostre conversazioni diventano sempre dei botta e risposta agguerriti. (IN) BIANCO E NERO “Non a colori”. Usata generalmente per cose visive come foto, film, televisione, documenti… Nel dopoguerra, tutti guardavano la tv in bianco e nero. A STELLE E STRISCE Relativo o tipico degli Stati Uniti, per via della loro bandiera con 13 strisce bianche e rosse rappresentanti le colonie e 50 stelle bianche come il numero degli Stati che compongono il Paese. Ascolto quasi esclusivamente musica a stelle e strisce. GRATTA E VINCI Biglietto di lotteria istantanea con cui è possibile vincere premi prestabiliti e variabili in base ai diversi simboli scoperti dal giocatore grattando sulla superficie con una monetina. In genere il giochino per vincere cambia in base al gratta e vinci scelto. Ho vinto 10 euro con un gratta e vinci! COPIA E INCOLLA Trasferimento di una parte di testo oppure di file da un posto a un altro su pc o altri dispositivi. Usata principalmente in ambito informatico. È stato bocciato perché il suo testo era solo un copia e incolla da vari articoli. TIRA E MOLLA Continuo alternarsi di azioni contrastanti, che finiscono per ritardare la conclusione di qualcosa. Dopo continui tira e molla, hanno preferito lasciarsi piuttosto che continuare con una relazione senza senso. PARI E PATTA Parità nel risultato di qualcosa, come una partita o una discussione. Voi ci avete copiato l’idea e noi vi abbiamo copiato la pubblicità: siamo pari e patta! ANDATA E RITORNO Le due direzioni di un viaggio, sia per andare che per tornare. Usata soprattutto in riferimento ai biglietti di mezzi di trasporto. Conviene sempre comprare andata e ritorno insieme per risparmiare. AVANTI E INDIETRO Andare ripetutamente da un’estremità all’altra di uno stesso percorso. Il trasloco nella nuova casa è stato un avanti e indietro a causa dei tanti scatoloni da trasportare. Acquista 2 anni di NordVPN e ricevi fino a 20 GB gratis su Saily - l'app eSIM per viaggiatori! Ed eccoci arrivati alla fine di questo interessante articolo. Queste espressioni possono essere usate in qualsiasi contesto più o meno formale, in famiglia, tra amici ma anche tra colleghi di lavoro!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
L’italiano ha tante regole. Ma in questa lezione daremo un’occhiata alle “regole facoltative”, cioè quei casi in cui ci sono due opzioni per dire la stessa cosa, perciò scegliere una invece dell’altra è solo una... questione di stile! Ma il significato rimane lo stesso. Regole flessibili della grammatica italiana Comprendere queste sfumature non solo arricchisce la nostra padronanza della lingua, ma ci consente anche di comunicare in modo più vario e personale. 1 - Ricordarsi vs Ricordare I verbi “ricordarsi” e “ricordare” si possono usare in maniera intercambiabile, ma ci sono delle piccole differenze di utilizzo in alcuni casi. Facciamo un po’ di chiarezza. Il verbo “ricordare” ha due significati: 1 - “avere nella memoria” Con questo significato, può essere usato: - seguito da un oggetto diretto, cosa o persona Ricordo la tua data di nascita / Ricordava il fidanzato della sorella - seguito da un’intera frase, introdotta da DI + infinito, quando il soggetto è lo stesso, o CHE + verbo coniugato, quando il soggetto è diverso Ricordo di essere andata a letto presto ieri sera / Ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato Con questo significato, “ricordarsi” funziona nello stesso modo, tranne in un caso: - quando “ricordarsi” è seguito da un oggetto diretto, cosa o persona, può essere usato da solo (proprio come “ricordare”) oppure può anche essere seguito dalla preposizione DI (cosa che non è possibile con “ricordare”). Ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo della tua data di nascita Ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava del fidanzato della sorella - quando “ricordarsi” è seguito da una frase, invece, si comporta proprio come “ricordare”. Mi ricordo di essere andata a letto presto ieri sera Si ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato Quindi scegliere uno invece dell’altro è una questione di stile? In generale sì. Accademia della Crusca: La forma riflessiva “aumenta il grado di partecipazione del soggetto all’azione o al sentimento espresso dal verbo. La tendenza a usare la variante pronominale si giustifica proprio con questa maggiore componente di affettività”. Quindi è meglio usare la forma riflessiva quando si parla di cose o persone più vicine a noi, con cui abbiamo un legame diretto. Per esempio: Ricordo che Napoleone è morto il 5 maggio 1821. Ricordo i colori della bandiera francese. ma Mi ricordo che ci siamo divertiti un sacco alla festa di Marta. Mi ricordo bene il sorriso che ha fatto quando ha visto il regalo! Ripeto: tendenza, ma non regola rigida. Comunque, “ricordare” ha anche un secondo significato: 2 - “richiamare alla memoria di altri” RICORDARE + oggetto diretto (nome o frase introdotta da DI + infinito / CHE + verbo coniugato) + oggetto indiretto (A + persona) Vediamo degli esempi: Il professore ricorda agli studenti la data dell’esame. Questo profumo mi (= a me) ricorda i pranzi a casa di nonna. Ti (= a te) ricordo che devi andare a prendere Sofia all’aeroporto. Ricorda a Sofia di fare attenzione! In questo caso, il riflessivo non può essere utilizzato. 2 - Dimenticarsi vs Dimenticare / Scordarsi vs Scordare Per queste coppie di verbi vale lo stesso ragionamento fatto per ricordarsi e ricordare. Perciò vediamo solo qualche esempio: Mi sono dimenticata di rispondere alla sua email. Hanno scordato il titolo di quella canzone. Non scordatevi che dovete dare da mangiare al gatto mentre noi siamo via. Hai già dimenticato quello che devi dire durante la riunione? 3 - Futuro vs Presente per parlare al futuro Spesso per parlare del futuro in italiano si utilizza il tempo presente. Si capisce che si sta parlando di un’azione futura sia grazie al contesto sia grazie a indicatori temporali spesso presenti prima o dopo il verbo (domani,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Abbiamo tante relazioni con le persone: il nostro partner, la nostra famiglia, i nostri colleghi, i nostri amici. Spesso, nelle conversazioni, abbiamo bisogno di descrivere il rapporto che abbiamo con queste persone. Perciò, in questa lezione vedremo proprio tutte le espressioni italiane utili a descrivere le relazioni interpersonali, siano esse positive o negative. Parlare delle RELAZIONI con gli ALTRI in italiano COMINCIARE CON IL PIEDE SBAGLIATO Iniziare qualcosa (un’attività o una relazione) con una mossa sbagliata o un errore, che può compromettere tutto il percorso, la relazione o il raggiungimento dell’obiettivo finale. Esempio: Abbiamo cominciato con il piede sbagliato: ti prego di accettare questi fiori e di metterci una pietra sopra, affinché possiamo ricominciare da zero senza rancori! INCONTRARSI A METÀ STRADA / VENIRSI INCONTRO Raggiungere un compromesso in una relazione, trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti. Esempio: Abbiamo discusso per ore perché le nostre idee erano in contrasto, però alla fine ci siamo incontrati a metà strada e abbiamo trovato una soluzione più o meno soddisfacente. DARE (QUALCUNO) IN PASTO AI LUPI Abbandonare qualcuno in una situazione pericolosa, senza alcuna protezione o difesa, con la possibilità di essere attaccato e fare una brutta fine. Esempio: Avevate combinato quel casino insieme, ma hai preferito dare in pasto ai lupi soltanto lui, dichiarandoti innocente. Sei un pessimo amico! FARE COPPIA FISSA 1 - Avere una relazione amorosa stabile con qualcuno. 2 - Stare sempre insieme a qualcuno (pur non essendo legati sentimentalmente): farsi vedere sempre insieme o passare tanto tempo insieme (due colleghi a lavoro o due persone o in un gruppo di amici). Esempio: Marco e Giulia ormai fanno coppia fissa: li vedo sempre insieme! Ma è vero che qualche mese fa non si sopportavano? METTERSI CON (QUALCUNO) Iniziare una relazione stabile con qualcuno. Esempio: Loredana si è messa con lui perché le piaceva la sua personalità. ESSERE COME CANE E GATTO Siccome cane e gatto sono da sempre visti come acerrimi nemici, questa espressione significa essere due persone che sono troppo diverse tra loro, che perciò non vanno per niente d’accordo e litigano continuamente. Esempio: Da piccoli, Luigi e suo fratello erano come cane e gatto e ne hanno combinate di tutti i colori, ma oggi sono inseparabili! AVERE UNA SPALLA SU CUI PIANGERE Poter contare su quella persona ogni volta che si ha il bisogno di sfogarsi o di trovare conforto e consolazione in qualcuno. Esempio: Ti senti bene? Puoi raccontarmi cosa ti turba! Lo sai che con me avrai sempre una spalla su cui piangere! ESSERE IL BASTONE DELLA VECCHIAIA Questa frase è molto usata dagli anziani che si rivolgono ai più giovani, soprattutto se legati dal vincolo familiare (es. nonni e nipoti). Dare sostegno o conforto a un anziano (in genere riferita a una persona più giovane). Esempio: Il direttore ha lasciato l’eredità della sua azienda al nipote più piccolo, che è stato il suo bastone della vecchiaia fino alla fine. CONOSCERE I PROPRI POLLI Conoscere bene il carattere e le abitudini di una persona (o più persone), tanto da poterne prevedere il comportamento in determinate circostanze. Solitamente usata tra persone che si conoscono molto bene e hanno un forte legame, poiché implica una conoscenza approfondita del carattere di una persona, e addirittura si può prevederne il comportamento in determinate circostanze. Si usa il riferimento del “pollo” perché viene considerato un animale molto semplice, non sofisticato, che agisce in modo piuttosto prevedibile. Esempio: È inutile che cerchi di prendermi in giro… Conosco i miei polli! Lo so che sei stato tu a rompere il vaso perché sei sempre distratto! ALZARE DEI MURI…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo vedremo 5 POESIE ITALIANE che tutti devono conoscere e leggere almeno una volta nella vita! 5 GEMME della POESIA ITALIANA: Versi da Non Perdere Prima poesia Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale (1967) Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue. È una delle 28 che Montale ha dedicato alla moglie Drusilla dopo la sua morte. Nella poesia ricorda la compagna attraverso immagini di intimità quotidiana, come l’atto di porgerle il braccio per scendere le scale. Era un gesto semplice che ora gli manca. Lui guidava per le scale, lei lo guidava nella vita. Grazie a lei, ha imparato a non temere più gli affanni, le preoccupazioni e i mille impegni di tutti i giorni, che ha capito essere soltanto “trappole”, e a vedere oltre le apparenze. La donna era perciò la vera musa ispiratrice dell’autore, che ora si sente vuoto, smarrito e disorientato. Seconda poesia Amami di Alda Merini Amamifinchè sentirai il caloredi una fiamma tremulache sempre arde,difendendosi dai venti di scogliera.Sono un pensieroche non vuole mailegare le tue manilibere nel mondo,anche se vorreiche fossero solo mie.Amamiora che non ho paroleper farti innamoraredei miei silenzipieni di gioia,che non potrai vedere.Amami ancora,saranno solo gli occhia dirti la mia passionee le mie labbra,a raccontarticose difficili da dire.Saremo noi,un giorno forsead abbracciare solo i profumidei nostri corpisenza paurache l’assenza diventi una cosa vera. In questa poesia, l'autrice riesce a cogliere e trasmettere l'essenza dell'amore in tutta la sua complessità, come una forza che brucia (fuoco) e nutre (acqua) allo stesso tempo. Nei versi chiede di essere accettata e compresa nella sua interezza. L’amore, secondo la Merini, è totalizzante: un'esperienza tormentata e inebriante, che lei ci invita a vivere con passione, nonostante le ferite che può provocarci. "Amami" è una poesia toccante e lascia un'impronta forte nel cuore del lettore. È un invito a rischiare di amare, a immergersi nelle acque incerte di questo sentimento e a lasciarsi avvolgere dal suo fuoco bruciante. In definitiva, "Amami" è una poesia che ci ricorda che l'amore, con tutta la sua intensità e le sue contraddizioni, è uno dei sentimenti più potenti che possiamo sperimentare come esseri umani, perciò dobbiamo viverlo appieno, con tutte le sue sfumature, e non dobbiamo temere di aprirci completamente a ciò che esso ci può offrire. Terza poesia L’infinito di Giacomo Leopardi (1819) Sempre caro mi fu quest'ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l'eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questaimmensità s'annega il pensier mio:e il naufragar m'è dolce in questo mare. Nella poesia, il poeta riflette sulle sensazioni e sui sentimenti che prova ammirando il panorama dall’alto di una montagna. Non vede l’intero orizzonte perché gran parte di esso è nascosta da una siepe. Eppure, proprio questo ostacolo visivo scatena la sua fantasia. Si immagina spazi sconfinati, dove regnano pace e silenzio, tanto che questi pensieri quasi lo spaventano. Avverte la suprema bellezza e grandezza,…
Quante volte vi è capitato di essere in Italia e voler parlare con qualcuno ma di fermarvi perché avevate paura di utilizzare la tanto temuta… FORMA DI CORTESIA? Lei, la, voi… Facciamo chiarezza una volta per tutte sui 5 dubbi che tutti gli stranieri hanno a proposito di questo argomento! La FORMA DI CORTESIA in italiano e i suoi usi Il pronome di cortesia italiano è solo ed esclusivamente Lei (e non Voi). Il Voi era usato durante il Fascismo, ma ora non più. Potrebbe capitarvi ancora di sentirlo un po’ nel Sud dell’Italia, ma solo tra persone di una certa età, come retaggio del passato. 1. Quando devo usare la forma di cortesia in Italia e quando posso evitarla? In Italia, le persone usano il modo informale (TU) con la famiglia, gli amici, i colleghi, i più giovani e quando in generale vogliono creare un’atmosfera amichevole. La forma di cortesia (LEI), invece, è utilizzata in contesti più formali, soprattutto in determinate circostanze: con persone di riguardo (un medico, un avvocato, un presidente, un capo, un professore…) in luoghi pubblici, con il personale (come negozi, alberghi, ristoranti, banche e simili) con persone più grandi che non si conosce bene con sconosciuti, soprattutto se più grandi (per esempio su un treno, o qualcuno in un ristorante a un tavolo a fianco…) Se si vuole passare dal Lei al tu, basta chiedere! Dicendo cose come: Può darmi del TU! Non c’è problema! Posso darle del TU? Possiamo darci del TU se vuole/se non le dispiace! Gli italiani saranno pazienti con voi anche se sbagliate a utilizzare la forma di cortesia o se ve la dimenticate completamente? Ovviamente sì! Ma se la usate, farete certamente più bella figura e aumenterà la vostra autostima! Quindi, perché non provarci? 2. Devo usare sempre il pronome di LEI espresso oppure non serve? Per esempio, se voglio far passare prima qualcuno, devo dire “Vada!” oppure “Vada Lei”? Molto spesso, come accade per tutti gli altri pronomi personali soggetto (io, tu, noi…), lo si può non mettere e lasciare sottinteso. Non si rischia così di confonderlo con “lei” pronome femminile di 3 persona singolare? No. Perché dal contesto è chiaro se stiamo parlando di una terza persona non presente o se invece stiamo parlando direttamente alla persona in questione in un contesto formale. Perciò, diremo direttamente al nostro interlocutore cose come: Salve signora Facchetti, come sta? Prego, vada pure! Dottor Rossi, cosa mi suggerisce di fare per le mie continue emicranie? Possiamo esplicitare il pronome Lei solo quando abbiamo bisogno di far risaltare il soggetto, di dare più enfasi o di fare un confronto con qualcun altro. La ringrazio per avermi chiamato. Io sto bene, e Lei come sta? Io credo che potremmo firmare questo accordo entro la fine del mese. Che ne pensa Lei? 3. LA o LEI? (La scrivo o Le scrivo? La vedo o Le vedo? La do o Le do?) Se LEI è il pronome soggetto di cortesia, i pronomi oggetto da utilizzare nella forma di cortesia sono due: LA o LE. Questi creano molta confusione tra gli stranieri. Ma come fare per capire quando usare uno e quando l’altro? In realtà è molto semplice. Vediamo questi due esempi: Cara signora Bianchi, Le racconto come sono andati i fatti. Cara signora Bianchi, La ringrazio per il pensiero gentile. Perché ho usato LE in una frase e LA nell’altra? Perché dipende dal verbo! Se il verbo è transitivo, cioè regge un complemento oggetto diretto, dovremo usare La, che è il pronome oggetto diretto di cortesia. Se invece il verbo regge un complemento indiretto, dovremo usare Le, che è il pronome indiretto di cortesia. Ho usato Le con raccontare perché è sempre “raccontare A qualcuno”. Ho usato La con ringraziare perché è sempre “ringraziare qualcuno”. Vediamo un altro paio di esempi: Posso offrirle un caffè, signor Calmi? Vorrei salutarla se fosse possibile, signor Milo.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Cosa dire su una situazione, una persona o un evento particolarmente noiosi e monotoni? Certamente potete dire *sbadigliando* “Che noia!” o “È noioso!”. Ma ci sono molte altre alternative da scoprire insieme! 15 modi diversi per dire "CHE NOIA! / È NOIOSO!" Questa lista di alternative è molto utile, così che anche voi eviterete di essere monotoni quando parlate in italiano e nessuno vi sbadiglierà in faccia! 1 - CHE BARBA! È equivalente a “Che noia!”, perciò lo si può usare sia in riferimento a un evento che a una persona o una situazione. Questa espressione è informale ed è diventata famosa in tutta Italia grazie alla comica Sandra Mondaini, che la usava in uno dei suoi siparietti comici assieme a suo marito Raimondo Vianello. 2 - CHE SECCATURA! / CHE SCOCCIATURA! Sono equivalenti a “Che noia!”. Ci sono anche altre due espressioni simili, più informali e volgari: Che palle! Che rottura (di palle/di scatole!) 3 - CHE LAGNA! Si usa in riferimento a: una persona fastidiosa e appiccicosa un discorso noioso e lunghissimo musica monotona e fiacca, banale 4 - È MONOTONO Questo aggettivo si può usare in riferimento a: cose o situazioni banali o che si ripetono a intervalli regolari sempre nello stesso modo e che non cambiano mai persone noiose nel senso che fanno o dicono sempre le stesse cose 5 - È POCO INTERESSANTE / È POCO STIMOLANTE Qualcosa è “interessante/stimolante” se suscita in noi sentimenti come curiosità, attenzione. Se lo è “poco”, allora è noioso. 6 - È FIACCO Usato in riferimento a cose, eventi, situazioni, significa che sono piatti, banali. Non si può usare invece, con questo significato, per le persone. In riferimento a una persona, “fiacco” assume il significato di “senza energia”, “debole", "spossato”. 7 - È TEDIOSO Sinonimo, molto formale, di “noioso”. 8 - È SOPORIFERO Significa “che provoca o facilita il sonno”. Viene dalla parola “sopore”, che indica uno stato fisiologico simile al sonno ma con perdita solo parziale della coscienza. 9 - È STUCCHEVOLE In riferimento al cibo, significa “che riempie tanto facilmente da risultare nauseante”. In riferimento a situazioni, cose o persone significa che sono troppo sentimentali e sdolcinate, tanto da risultare fastidiose e, appunto, noiose. 10 - FA VENIRE IL LATTE ALLE GINOCCHIA L’intera espressione significa “è noioso”. Ma perché? Cosa c’entra il latte e cosa c’entrano le ginocchia? Deriva dall'antica tecnica di mungitura delle mucche, quella svolta a mano. In pratica, chi deve mungere a mano la mucca, si siede solitamente accanto e mette un secchio sotto alle mammelle. Si tratta, però, di una pratica faticosa, sicuramente noiosa, molto lunga, considerando che il latte deve arrivare fino al livello delle ginocchia. 11 - MI STA STUFANDO / MI HA STUFATO (seccato/scocciato) I verbi “stufare”, “seccare” e “scocciare” sono tutti sinonimi di “annoiare”. Perciò si possono usare tutti come sinonimi di “annoiare”. Se una cosa (o una persona) ci annoia, allora anche ci stufa, ci secca, ci scoccia. 12 - UFFA! Interiezione che si usa quando una situazione arreca fastidio e impazienza (spesso prima o dopo aver sbuffato). 13 - FA VENIRE LA BARBA! È un modo di dire che descrive una situazione o un’attività talmente tanto lunga e noiosa che porta alla (ri)crescita della barba. 14 - FA VENIRE L'UGGIA! L’uggia è una sensazione provocata dalla noia, con particolare sfumatura di malumore e irrequietezza. 15 - NON SAPERE DOVE FARE L'UOVO Indica noia nel senso di non sapere cosa fare, e perciò essere irrequieti e incapaci di rimanere fermi in un posto. Eccoci qui, alla fine di questa lezione. Siamo sicuri che non vi siete annoiati, ma... conoscevate già tutte queste espressioni? Se siete interessati a continuare ad imparare nuovo vocabolario italiano,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Vi è mai capitato di non saper cosa dire, soprattutto in una lingua straniera, quando c'è qualcuno che piange o che è scoraggiato, per incoraggiarlo e per tirargli su il morale? In questo nuovo articolo scopriremo quali espressioni utilizzare, affinché possiate non solo essere l'aiuto perfetto per il vostro amico, ma anche avere un italiano perfetto in quelle situazioni. Espressioni Italiane per Incoraggiare Qualcuno 1. QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA SI APRE UN PORTONE Anche se qualcosa di negativo o spiacevole succede, non bisogna perdere la speranza e abbattersi perché presto la vita riserverà una nuova occasione, magari più grande. 2. AL MOMENTO DEL BISOGNO / NELLE SVENTURE SI CONOSCE L'AMICO Solo in un momento di necessità e bisogno si comprende realmente la vera amicizia: chi ti vuole veramente bene rimarrà al tuo fianco e ti sosterrà, facendo di tutto per aiutarti. Chi non era realmente interessato a te, si allontanerà. Può essere usata come incoraggiamento e sottolineare che noi, per quella persona lì, ci saremo sempre perché siamo veri amici. 3. ANNO NUOVO, VITA NUOVA Questo proverbio andrebbe usato solo nelle ultime settimane dell’anno vecchio e/o nelle prime dell’anno nuovo… per ovvie ragioni. Se a qualcuno succede qualcosa di brutto alla fine dell’anno o proprio all’inizio dell’anno nuovo, gli si può ricordare che un anno è lungo, perciò c’è tutto il tempo per cambiare radicalmente la sua vita per il meglio. 4. FINCHÈ C'È VITA C'È SPERANZA Nessun problema o sfida è insuperabile se si è vivi. Se si ha la vita (e la salute) allora c’è anche la speranza che tutto si possa affrontare e risolvere. 5. IL TEMPO GUARISCE TUTTI I MALI Proverbio utilizzato per rincuorare qualcuno che è in preda a una situazione spiacevole. Ci siamo passati tutti no? Quando viviamo una situazione o un periodo spiacevole, tendiamo a vedere tutto negativo e a pensare che non ne usciremo mai. Però poi il tempo passa, per tutti e per tutto, e prima o poi cominciamo a sentirci meglio e a lasciarci le cose negative alle spalle. Ecco, questo è quello che vogliamo comunicare quando usiamo questo proverbio. Cerchiamo di rassicurare l’altra persona. Con il passare del tempo tutto il negativo sarà spazzato via e si ritorneranno a vivere situazioni positive. 6. L'UNIONE FA LA FORZA Questa è veramente una bella espressione: da soli non si può davvero arrivare molto lontano, ma per raggiungere grandi risultati bisogna circondarsi di persone fidate e insieme lavorare verso quegli obiettivi, che saranno così raggiunti prima e meglio. La si può usare sia per offrire il proprio aiuto a qualcuno che è in difficoltà con quello che deve fare, sia per incoraggiare qualcuno e ricordargli che non deve affrontare le cose spiacevoli da solo, ma che ha noi e magari anche altre persone care, amici e famiglia su cui poter contare in qualsiasi caso per poter superare qualsiasi cosa. 7. VEDRAI, ANDRÀ TUTTO BENE! Per rassicurare qualcuno in un momento di paura o incertezza: tutto si risolverà, forse ci vorrà un po’ di tempo, ma prima o poi tutto andrà al proprio posto. 8. NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO Espressione informale utilizzata per rassicurare qualcuno che si sente un po’ giù di morale perché le cose non gli sono andate come aveva sperato o previsto. Nella vita c’è sempre qualcosa che non andrà come vogliamo noi, ma non per questo dobbiamo abbatterci, anzi dobbiamo continuare a lottare e a impegnarci affinché nel futuro possiamo raggiungere il risultato sperato. 9. SBAGLIANDO S'IMPARA Per ricordare a qualcuno che ha commesso un errore che gli errori fanno parte della natura umana e che solo così possiamo progredire e migliorarci, evitando di ripeterli in futuro. 10. NULLA È IMPOSSIBILE Qualcuno ha paura di affrontare o fare qualcosa? Qualsiasi cosa può essere superata se affrontata nel modo giusto e con la giusta mentalità e il ...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
"È FACILE!" Quante volte l’avrete detto in riferimento all’italiano? Forse non troppe… Ma sicuramente vi sarà capitato di dirlo in altri contesti! Siccome potrebbe risultare un po' ripetitivo, in questa lezione vi offriremo una serie di alternative per dire “è facile”, così potete variare! 8 MODI DIVERSI per dire "È Facile!" Cominciamo! 1. È (o simili) + SINONIMO DI "FACILE" Sicuramente, il modo più rapido per non ripetere “è facile” è quello di mantenere la stessa struttura, con il verbo “essere” (o un verbo simile) e usare un sinonimo di “facile”, come semplice, elementare. Quest’ultima in particolare potrete incontrarla molto se leggete i famosi romanzi di Sherlock Holmes in italiano: la sua celebre frase, infatti, è “Elementare, Watson!” quando spiega all’amico la risoluzione di un caso con così tanta facilità, senza sforzarsi troppo. "La ricetta che ti ho dato è molto semplice, non dovresti avere problemi a seguirla." "Questi concetti sono veramente elementari: non ci metterete molto a impararli." Altri sinonimi di “facile” sono eseguibile, realizzabile, fattibile. Questi si possono usare però solo in riferimento ad azioni, progetti o idee che “possono essere fatte, portate a termine” (e non a concetti astratti: per esempio la grammatica non può essere fattibile o realizzabile). "Il progetto sembra fattibile, ma dobbiamo comunque prima consultare i nostri architetti." 2. NON È + CONTRARIO DI "FACILE" Un altro modo rapido per non ripetere “è facile” è quello di usare “non è” + aggettivi che sono contrari di “facile”, come complesso, difficile, complicato, arduo. "Questo problema di matematica non è affatto complesso: dovresti riuscire a risolverlo in poco tempo." 3. È UN GIOCO DA RAGAZZI Una cosa o un’azione che non richiede particolare sforzo può essere definita, in italiano, come un “gioco da ragazzi”, dal momento che i giochi per bambini o ragazzi hanno generalmente regole molto facili e intuitive. "Se segui correttamente le istruzioni, montare quel mobile sarà un gioco da ragazzi." 4. È UNA PASSEGGIATA Sapete cos’altro non richiede un grande impegno e sforzo e perciò è associato a un’idea di facilità e semplicità? Una passeggiata. Perciò un altro modo per dire “è facile” è “è una passeggiata”. Non è complesso camminare tranquillamente, anche se non si ha una meta… No? "Stai tranquillo, ti sei allenato abbastanza… Vedrai che questa partita sarà una passeggiata per te." 5. È COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA Stessa idea: niente è più facile di bere un bicchiere d’acqua. Questa espressione idiomatica fa proprio riferimento ad un’attività molto semplice e naturale da fare. "Se guardi tutti i video di LearnAmo e segui LearnAmo su tutti i social, imparare l’italiano sarà come bere un bicchier d’acqua." 6. È ALLA PORTATA DI TUTTI L’espressione indica qualcosa che è facilmente accessibile o raggiungibile da chiunque. È proprio “a portata di” che indica l’accessibilità. Per esempio, “a portata di mano” significa che lo si può raggiungere semplicemente allungando un braccio. Invece, ritornando alla nostra espressione, “essere alla portata di tutti” può fare riferimento sia a un luogo accessibile a tutti, sia a una cosa, un compito o un’azione che sono tanto facili da poter essere svolti da chiunque. "La nuova pizzeria napoletana si trova in centro, perciò è alla portata di tutti. Possiamo incontrarci lì?" "Se avete voglia di imparare l'italiano, vi suggeriamo di seguire il nostro canale! È alla portata di tutti. Ed è anche molto divertente!" 7. NON RICHIEDE MOLTO SFORZO / MOLTA CONCENTRAZIONE / MOLTO IMPEGNO Questa è veramente un’espressione che fa quello che deve fare: esprime senza troppi giri di parole che si tratta di qualcosa di facile. "Imparare a suonare questo strumento non richiede molto sforzo, basta un po’ di pratica." 8. (FARE QUALCOSA) IN UN BATTER D'OCCHIO…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Chi non ha spettegolato almeno una volta nella propria vita? Non è bello, ma talvolta non ci si riesce a trattenere dal dare la propria opinione su qualcosa, senza che i diretti interessanti lo abbiano chiesto. In questa lezione, vedremo il lessico legato al GOSSIP e ai PETTEGOLEZZI, oltre a espressioni idiomatiche sullo stesso tema! Lessico Italiano del GOSSIP 1. Spettegolare in Italiano: VERBI Spettegolare: la tendenza o l’abitudine a parlare alle spalle di altri, o col fine di esprimere semplicemente dei pareri in merito a questioni che non ci riguardano, o col fine di criticare. Verbi simili sono: ciarlare e cianciare. Entrambi indicano il trattenersi a lungo in chiacchiere senza utilità, spesso riguardanti altre persone. Ma anche sparlare, che ha solo il significato negativo di “parlare male di altre persone alle loro spalle”. Dal verbo “cianciare” deriva l’esclamazione “Bando alle ciance!”. Le ciance sono (in toscano) le chiacchiere futili e vane. Ecco perché “Bando alle ciance!” significa “Basta con le chiacchiere e i pettegolezzi inutili”. Si usa quando vogliamo invitare il nostro interlocutore a smettere di perdere tempo con chiacchiere e pettegolezzi per invece cominciare a fare qualcosa di concreto. Esempio: - Detesto andare in ufficio perché i miei colleghi spettegolano tutto il tempo e io devo lavorare per tutti! Pettegolezzo: commento inopportuno o indiscreto o malevolo su qualcuno che non è presente. Insomma, può avere una sfumatura neutra (si parla tanto per parlare) oppure più negativa (si vuole davvero parlar male dell’altra persona). Questo termine ha molti sinonimi, come: diceria, gossip, ciarla, chiacchiera, rumor, voce (di corridoio), maldicenza (questo è l’unico sinonimo che si può usare solo in senso negativo e non neutro). Esempio: - Devi credere a ciò che ti dico, non devi dare ascolto alle voci di corridoio e ai pettegolezzi che circolano sul mio conto. Pettegolo: persona che spettegola, ossia colui o colei che ha l’abitudine di parlare sul conto degli altri, riportando indiscretamente o con malevolenza fatti altrui. Curiosità: la parola “pettegolo” deriva da “peto”, potete immaginare perché: cioè si fa riferimento all’incontinenza verbale di un pettegolo, alla sua incapacità di trattenere i commenti. Esempio: - Riesco a confidarmi con Luisa perché so che non è una pettegola e non direbbe mai i fatti miei in giro. Ficcanaso: non è necessariamente un pettegolo, ma sicuramente è una persona che si intromette in faccende che non la riguardano minimamente. Esempio: - Il nostro vicino è un ficcanaso, controlla sempre a che ora entriamo o usciamo di casa. Chiacchierone: una persona che parla molto a sproposito e che non sa tenere un segreto. Chiaramente un chiacchierone non è necessariamente un pettegolo, può anche essere solo una persona che ama parlare del più e del meno. Però è anche possibile usare l’aggettivo come sinonimo di “pettegolo”. Esempio: - Quel chiacchierone di Luca ha raccontato tutto al mio capo. Che figura! Linguacciuto: anche questo termine è sinonimo di “pettegolo", ma ha solo una sfumatura negativa. Un linguacciuto è chi è incline a sparlare, ad avere la risposta sempre pronta e a controbattere sempre con risposte taglienti, provocatorie, arroganti o offensive. Esempio: - Marco è maleducato e anche linguacciuto! Malalingua: colui che sparla in senso completamente negativo, con il fine maligno di offendere e disprezzare. Esempio: - Riccardo è una persona subdola: è una spia e una malalingua, non devi assolutamente fidarti di lui. 2. Spettegolare in Italiano: ESPRESSIONI Vediamo di seguito alcune espressioni che vengono utilizzate per riferirsi all’atto di spettegolare: Essere pettegolo come una portinaia: espressione che significa essere pettegolo, chiacchierone, come le portinaie, tradizionalmente descritte come coloro che si interessano e sono ...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In un mondo che corre veloce, dove il ticchettio dell’orologio scandisce i ritmi frenetici della vita quotidiana, la cultura italiana ci offre un ricco repertorio di espressioni che invitano al relax, per ricordarci l’importanza di trovare momenti di pausa e di piacere tra gli impegni di tutti i giorni. Come Esprimere il Relax in italiano 1. STACCARE LA SPINA Cosa succede quando si stacca la spina a un elettrodomestico? Smette di funzionare, e “si riposa”, no? Bene, la stessa cosa vale anche per noi esseri umani, in senso figurato. Questa espressione indica la sensazione di relax in cui è possibile estraniarsi e allontanarsi dal mondo esterno e ricaricare le proprie batterie e la propria energia. Esempio: Ogni volta che ho bisogno di staccare la spina, vado in montagna. 2. RICARICARE LE PILE Questa espressione significa fare una pausa per recuperare le energie perse. Come si fa con le pile scariche, che si attaccano alla corrente per dar loro nuova energia. Esempio: Questi ultimi mesi sono stati davvero stressanti. Adesso ho bisogno di ricaricare le pile prima di cominciare di nuovo! 3. FARE UNA PENNICHELLA La pennichella è il riposo che si fa nelle prime ore del pomeriggio (chiamato anche “pisolino”), dopo pranzo, generalmente di breve durata. Si può usare l’espressione “fare una pennichella” anche per altri momenti della giornata, ogni volta che si ha bisogno di qualche minuto con gli occhi chiusi per recuperare le forze. Esempio: Quando mi sento sopraffatta dal lavoro, faccio una pennichella e mi riprendo subito! 4. PRENDERSELA COMODA Questa espressione indica il fare tutto con molta calma, senza fretta, procrastinando il più possibile e riducendo al minimo lo stress. Esempio: Abbiamo chiuso l’affare con i nuovi clienti e abbiamo guadagnato un bel po’… Adesso possiamo prendercela comoda per qualche settimana. 5. RELAX TOTALE! Questa espressione enfatizza una sensazione di profondo relax, durante la quale non si vuole fare proprio nulla. Esempio: Finalmente sono arrivate le ferie! Da domani relax totale! Si dorme tutto il giorno e non si pensa al lavoro! 6. PERDERE LA COGNIZIONE DEL TEMPO Questa espressione indica l'essere in uno stato di tale rilassamento che provoca un disorientamento momentaneo: non ci si rende conto di che ore siano e di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un’attività è stata svolta. Esempio: L’altro giorno, nel pomeriggio, ho dormito così tanto che quando mi sono svegliata avevo perso proprio la cognizione del tempo. Pensavo che fosse già la mattina dopo! 7. ESSERE SULLE/TRA LE NUVOLE Guardare le nuvole da vicino provoca sicuramente una sensazione di relax, ad esempio quando siamo su un aereo. Questa espressione indica la sensazione di profondo relax in cui si è completamente lontani dal mondo e non ci si rende conto della realtà circostante. Come se non si vivesse più sulla Terra ma, appunto, tra le nuvole. Esempio: Sveglia! Ti sto parlando ma sembra che tu sia tra le nuvole! 8. MERITATO RIPOSO ! Questa è un'esclamazione usata quando si viene fuori da una situazione pesante e stancante e ci si sente di meritare del buon relax. Esempio: Aaaah! Finalmente abbiamo finito il video! Meritato riposo! 9. LASCIARSI ANDARE Questa espressione indica il “rilassarsi” nel senso di non pensare più a niente e cadere in una sensazione di abbandono totale. Esempio: Sei troppo tesa: lasciati andare per una volta! Vedrai che le cose si sistemeranno! 10. ANDARCI PIANO Questa espressione significa fare tutto con calma per non ritrovarsi stressati o, se lo si è, per ridurre al minimo lo stress. “Andarci piano con qualcosa” significa “procedere con moderazione”, “comportarsi con cautela”. Esempio: Ti stai preoccupando troppo in questo periodo… Vacci piano! Altrimenti la tua salute ne risente!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questa lezione imparerete delle espressioni provenienti direttamente da film italiani che potete usare nelle conversazioni della vostra vita di tutti i giorni (e che stupiranno gli italiani!). Pronti? CITAZIONI di film che usiamo QUOTIDIANAMENTE Ricordati che devi morire (“Non ci resta che piangere”, 1984) La citazione "Ricordati che devi morire" viene dal film italiano "Non ci resta che piangere" del 1984, diretto da Massimo Troisi e Roberto Benigni. I protagonisti viaggiano indietro nel tempo e si ritrovano nel 1492 in un borgo toscano. La frase viene pronunciata da un frate diverse volte consecutivamente. Riflette il tema della morte presente nel film in un modo leggero e umoristico, tipico dello stile comico dei registi Troisi e Benigni. La citazione è la traduzione della famosa frase latina “Memento mori” (promemoria della morte e della brevità della vita), che invita le persone a vivere una vita piena, con questa consapevolezza. Dopo l’uscita del film, la citazione in italiano è diventata molto popolare ed è stata utilizzata anche da diversi comici italiani nel corso degli anni, sempre con un’accezione umoristica. Di conseguenza, anche gli italiani la usano frequentemente, sia per invitare l’interlocutore a godersi il momento e la vita, tenendo presente che dura poco, sia in senso ironico. E io pago! (“47 morto che parla”, 1950) La citazione appartiene a Totò (nel personaggio di un barone avaro) ed è una delle sue battute più famose. Nel film Totò, ogni volta che qualcuno sta sprecando delle risorse da lui offerte, ci tiene a specificare che lui è sempre quello che ci rimette e che tira fuori i soldi. Questa espressione viene ancora usata quotidianamente, soprattutto da chi deve pagare per gli altri. Per esempio, la dicono i genitori ai propri figli, la dice il collega o l’amico che finisce per offrire sempre a tutti e così via. Buongiorno, principessa! ("La vita è bella”, 1997) La citazione "Buongiorno principessa!" è tratta dal film italiano "La vita è bella", diretto da Roberto Benigni e uscito nel 1997. Nel film, il personaggio interpretato da Roberto Benigni, Guido, usa questa frase come saluto per esprimere il suo amore nei confronti di Dora e il desiderio di farle vedere la bellezza e la gioia anche in mezzo all'oscurità e alla tragedia dell’Olocausto. "La vita è bella" è ambientato durante l'Olocausto e Guido cerca di proteggere suo figlio e sua moglie dalla realtà brutale del campo di concentramento in cui si trovano, trasformando la loro situazione in un gioco di immaginazione, per regalargli momenti di felicità in un contesto così drammatico. Oggigiorno, usiamo questa citazione sia con la stessa sfumatura affettuosa originale, sia in senso più ironico, ad esempio se qualcuno si sveglia tardi o con una faccia completamente sconvolta. Non posso né scendere né salire ("Tre uomini e una gamba”, 1997) Questa citazione viene dal film "Tre uomini e una gamba”, una famosa commedia italiana del 1997 diretta da Aldo, Giovanni e Giacomo, che sono anche i protagonisti del film. Tre amici si trovano coinvolti in una serie di ostacoli e situazioni comiche mentre cercano di consegnare una gamba di legno (costosa scultura di un famoso artista). Aldo pronuncia questa frase perché, sceso dalla macchina per cercare Giacomo, si avventura tra le rocce in infradito e si ritrova bloccato. Oggigiorno questa espressione viene utilizzata per indicare una situazione problematica in cui qualsiasi soluzione potrebbe portare a un risultato negativo. Il mio falegname con 30 mila lire lo faceva meglio ("Tre uomini e una gamba”, 1997) Usata per criticare la qualità di un lavoro o di un prodotto che però è costato molto. Suggerisce che sarebbe stato possibile ottenere un risultato migliore a un prezzo inferiore, magari dal proprio “uomo di fiducia”. Anche questa viene dal film “Tre uomini e una gamba”.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Quante volte vi sarà capitato di sentire o dire a qualcuno “Sei pazzo!”? Bene, sicuramente avevate tutte le ragioni. Però, questa frase è un po’… come dire… banale! In questo articolo scoprirete tutte le alternative a questa espressione! Smettila di dire "SEI PAZZO": di' questo invece! Vediamo come potete sostituire "SEI PAZZO!" la prossima volta! 1. SEI FOLLE! Si tratta di un’alternativa abbastanza neutra. Infatti, “folle” è un sinonimo di “pazzo”.Potremmo tranquillamente anche usare “matto” (“Sei matto!”), dal momento che anche “matto” è un sinonimo di “pazzo”. Esempio:- Sei folle nel buttarti in questa avventura senza la minima esperienza!- Hai speso tutto il tuo stipendio per comprare questa borsa, sei folle! 2. SEI MATTO DA LEGARE! Questa espressione fa riferimento a un indumento usato in passato per “contenere” la gente considerata pazza: la camicia di forza. Con questa si legavano le persone che venivano considerate incontrollabili, impedendo loro di muoversi. Esempio:Voi siete matti da legare: volete fare bungee-jumping con questo ventaccio?! 3. TI SEI BEVUTO IL CERVELLO! Immaginate se potessimo berci il cervello! Rimarremmo senza il minimo segno di razionalità a guidarci… Ecco appunto il senso di questa espressione! Esempio:Ti sei bevuto il cervello? Hai speso tutti quei soldi per una maglia! 4. SEI SVITATO! Il significato originale di “svitato” è “non più o non del tutto avvitato”, usato in riferimento a cose come bulloni o tappi.Però nel linguaggio familiare questo aggettivo ha assunto il significato di “pazzo”, volendo significare che la testa non è ben serrata (“avvitata”) sul collo, e non è quindi salda e fa fare o dire cose bizzarre, irrazionali. Esempio:La mia amica è completamente svitata: va ogni sera in discoteca fino alle 4 del mattino e alle 9 è ufficio! In pratica non dorme mai… Finirà per rovinarsi la salute… 5. ESSERE/USCIRE FUORI DI SENNO Per “senno” si intende “la capacità di intendere, giudicare e operare nel modo più giusto e conveniente”.Perciò, se si esce (o si è) fuori da questa capacità, ovviamente non si è lucidi e si agisce in modo bizzarro. Esempio:L’uomo che ha investito quella signora era fuori di senno! Sono intervenuti ben quattro poliziotti per fermarlo. 6. ESSERE DA MANICOMIO/RICOVERO Il manicomio, originariamente, era il luogo in cui venivano ricoverati i malati di mente, una sorta di ospedale psichiatrico.È un termine molto delicato, di cui oggi si abusa, soprattutto in espressioni come questa. È ok se usata in contesti estremamente informali, ma altrimenti vi consiglierei di evitare di usarla perché potrebbe essere un po’ offensiva. Esempio:Ti rendi conto di ciò che fai? Sei da manicomio! Hai sbagliato tutto dopo che te l’avevo spiegato per ben 5 volte! 7. ESSERE CON LE ROTELLE FUORI POSTO Si tende a immaginare la testa come una serie di ingranaggi (a rotelle) che si muovono perfettamente in sincronia tra loro e che fanno funzionare tutto.Se però qualcuna di queste rotelle comincia ad andare fuori dal suo posto abituale, c’è un problema… Tutto si sballa… e si agisce in modo bizzarro. Esempio:Penserete che io sia con le rotelle fuori posto, ma non vedo l’ora di tornare a scuola dopo l’estate. 8. PERDERE IL LUME DELLA RAGIONE La ragione è spesso associata alla luce (si pensi al periodo storico chiamato Illuminismo…). Se si perde questa luce… beh… si perde la ragione! E quindi non si ragiona più bene e di conseguenza si impazzisce. Esempio:Questa guerra contro i suoi fratelli gli ha fatto perdere il lume della ragione! Adesso odia tutti… 9. SEI SQUILIBRATO! L’aggettivo “squilibrato” è un sinonimo di “pazzo”, in quanto fa riferimento al fatto di non avere il giusto equilibrio psichico. Esempio:Sei un po’ squilibrato: come ti viene di chiederle di uscire e andare a mangiare sushi se sai che non mangia pesce! 10. SEI FUORI DI TESTA!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Quali sono le espressioni idiomatiche italiane più bizzarre, assurde e divertenti, ma anche più utilizzate? Scopriamole insieme! 12 Espressioni Idiomatiche Italiane Simpatiche Cominciamo subito! 1. Lasciare/Rimanere di stucco Lo stucco è un impasto a base di gesso, calce o cemento con cui si realizzano generalmente le statue. RIMANERE DI STUCCO Significa rimanere scioccati, immobili e imbambolati per lo stupore o la sorpresa o lo sbalordimento, proprio come statue di gesso. Se qualcuno causa ciò a un’altra persona, allora dal suo punto di vista sarà LASCIARE (QUALCUNO) DI STUCCO. Esempio: Il discorso che ha fatto ha lasciato tutti noi di stucco: non sapevamo sapesse parlare così bene. 2. Il cavallo di battaglia Il cavallo di battaglia era il cavallo parzialmente protetto da armatura che i cavalieri usavano in passato durante la guerra. Proprio perché questa era la sua funzione, era di solito particolarmente robusto e ben addestrato, e godeva di trattamento e alimentazione privilegiati. Oggigiorno, l'espressione indica il meglio del meglio, il proprio pezzo forte, ciò in cui si è più bravi, l’opera migliore o un’attività, un argomento in cui si è più bravi e più preparati. Esempio: Se verranno ospiti a cena, preparerò le lasagne. Sono il mio cavallo di battaglia! Così possiamo fare bella figura. 3. Avere la coda di paglia Si dice di chi, non avendo la coscienza tranquilla, si discolpa senza essere accusato perché si sente chiamato in causa, coinvolto in un’affermazione, anche se non lo è realmente. L’immagine viene da una favola in cui una volpe perde la propria coda e decide di usarne una di paglia, vivendo nella costante paura che essa possa prendere fuoco. Esempio: - Che strano, pensavo ci fosse ancora della torta in frigo… -Io non l’ho mangiata eh… -Nessuno ti stava accusando! Non avrai mica la coda di paglia? 4. Cercare il pelo nell’uovo Significa essere eccessivamente meticolosi, perfezionisti all’estremo; cercare difetti in tutto e tutti, anche se impercettibili o addirittura assenti. Esempio: -Mi piacciono le tue scarpe, ma non le avrei usate con questo vestito perché sono di tonalità di verde un po’ diverse tra loro. -Vabbè adesso non cercare il pelo nell’uovo… è stato già abbastanza difficile trovare queste di questo colore. 5. Sputare il rospo Significa dire finalmente qualcosa che non si poteva o non si voleva dire in precedenza (una preoccupazione, un segreto…). Esempio: Forza! Sputa il rospo! Raccontaci chi era la persona che ti piaceva al liceo! 6. Darsi/Tirarsi la zappa sui piedi Significano entrambe auto-danneggiarsi involontariamente o in momenti di non lucidità (rabbia, paura…). Un sinonimo potrebbe essere: "Scavarsi la fossa con le proprie mani". Esempio: Dicendole che sei bravo a scrivere ti sei dato la zappa sui piedi: adesso Sabrina ti chiederà sempre di scrivere cose per lei! 7. Avere il dente avvelenato Significa provare risentimento, portare rancore verso qualcuno. Esempio: Mario ha ancora il dente avvelenato per quella vecchia storia con Luca, perciò non lo ha invitato al suo compleanno. 8. O la va o la spacca Indica una scommessa, un azzardo “calcolato”: si conoscono i rischi e non si ha l'assoluta certezza di riuscire in ciò che si sta facendo, ma lo si fa comunque. Esempio: Dopo anni, ho trovato il coraggio di chiedere al capo un aumento. Sto andando proprio ora nel suo ufficio: non so come la prenderà, ma lo scopriremo… O la va o la spacca! 9. Qui gatta ci cova Usata se una situazione risulta strana o poco convincente, per indicare che c’è probabilmente qualcosa di losco o poco chiaro sotto. Il riferimento è al gatto inteso come animale furbo, che, in apparenza, si mostra ignaro e innocuo, mentre in realtà attende l'occasione buona per fare la sua mossa.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
L’Italia è il Paese dell’arte, lo sappiamo tutti. Ma quali sono le parole e le espressioni più opportune per parlare di arte e di quadri in italiano? Proseguite con la lettura per scoprirle! Lessico per parlare nei Musei in Italia 1. DIPINTO Opera d’arte che consiste in un’immagine su una tela o una tavola, creata usando dei colori e un pennello. Un dipinto può raffigurare paesaggi, ritratti, scene di vita, nature morte, ecc… I colori usati possono essere tempere, acquerelli, colori a olio, colori acrilici. Il dipinto di un paesaggio di montagna era appeso sulla parete della sala da pranzo. 2. QUADRO Qual è la differenza rispetto a un dipinto? Un quadro è pur sempre un dipinto, ma con delle caratteristiche molto specifiche: un dipinto si può anche chiamare quadro se realizzato su un supporto mobile e se è racchiuso in una cornice. Il quadro di Monet appeso in questo museo è un capolavoro. 3. NATURA MORTA La natura morta è una raffigurazione pittorica che rappresenta degli oggetti inanimati: fiori, frutta, piatti, bottiglie, arredamento ecc… Queste rappresentazioni sono molto realistiche e dettagliate per creare un ordine visivo. La natura morta viene utilizzata come celebrazione della bellezza della vita quotidiana, attraverso oggetti di uso comune. Questo dipinto raffigurante un vaso di fiori freschi e una mela rossa sul tavolo rappresenta la natura morta. 4. TELA Riquadro di tessuto resistente e liscio, soprattutto lino o canapa, che viene teso su un telaio e che costituisce il supporto su cui realizzare un dipinto a olio o a tempera. Spesso, si può utilizzare la parola “tela” con significato esteso, anche per indicare un “quadro” vero e proprio. Il pittore ha scelto una grande tela bianca per la sua opera. 5. SCULTURA La scultura è un’opera che rappresenta figure o immagini a tutto tondo o in rilievo, ottenuta modellando o incidendo materiali come marmo, pietra, legno, bronzo. Il David di Michelangelo è una delle sculture più famose al mondo. 6. ARTISTA Colui che crea le opere d’arte. L’artista è stato molto bravo nel creare questo dipinto. 7. PITTORE - SCULTORE Un artista che crea opere d’arte utilizzando dei colori su una tela. Può utilizzare diverse tecniche di pittura e creare ritratti, scene di vita o opere astratte. Un artista che realizza sculture si chiama invece “scultore”. Frida Kahlo è stata una pittrice messicana famosa per i suoi autoritratti. 8. MUSEO Luogo in cui sono raccolte opere d’arte o oggetti di particolare interesse artistico o storico-scientifico, che sono esposti per il pubblico che vuole vederli. I musei possono essere gratuiti o a pagamento e offrono servizi come visite guidate e mostre temporanee. Il British Museum di Londra è uno dei musei più antichi e famosi al mondo. 9. MOSTRA D'ARTE Evento in cui vengono esposte le opere di uno o più artisti. Può essere pubblica o privata e può anche concentrarsi su un tema in particolare piuttosto che su un artista in particolare. La mostra può anche essere temporanea, cioè solo per un periodo di tempo limitato. La mostra d’arte di Salvador Dalì ha attirato migliaia di visitatori da tutto il mondo. 10. GALLERIA D'ARTE Luogo, solitamente privato, in cui sono esposte e vendute delle opere d’arte di artisti viventi o recentemente scomparsi. Le gallerie sono utili per gli artisti perché così questi hanno la possibilità di promuovere le loro opere e cercare collaborazioni, con musei o con privati. Questa sera la galleria d’arte ospita mostre di artisti emergenti. 11. CRITICO D'ARTE Professionista capace di determinare l'autenticità delle opere d'arte, classificarle, valutarle e determinare il loro valore economico. Il critico d’arte verrà per valutare il quadro che è stato ritrovato nella villa. PARLARE D'ARTE IN ITALIANO Descrizioni positive L’opera è……
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questa lezione scopriremo quali sono gli errori più comuni commessi dagli stranieri con gli aggettivi e pronomi indefiniti, come QUALCHE, ALCUNO o NESSUNO. Errori frequenti e uso dei pronomi e degli aggettivi indefiniti «Ci sono ancora qualche argomenti di cui non hai parlato nei video? Alcuno te li suggerisce? Come funziona? Me lo sono sempre chiesta. Chiunque vuole farti delle domande, può scriverle nei commenti e tu poi rispondi nei video? So niente di tutte le dinamiche dietro i video! Dimmi di più, altrimenti non ti aiuto più! Non ho alcuna voglia di aiutarti rimanendo all’oscuro!» Non avete notato niente di strano nella frase? Ebbene, la frase contiene diversi errori, tutti con i pronomi e gli aggettivi indefiniti: in questo articolo, li identificheremo, ve li spiegherò e vi mostrerò come fare per evitarli! 1. QUALCHE + PLURALE (Qualche argomenti) Qualche è un aggettivo indefinito che indica una piccola e non specificata quantità di qualcosa. Chiaramente però la quantità è “più di uno”. Perciò un errore molto frequente tra gli studenti di italiano è quello di utilizzare, dopo QUALCHE, un sostantivo plurale, proprio perché si pensa che si riferisca a più di una cosa. Però forme come qualche persone, qualche mele, qualche libri sono sbagliate! Esempi: C’era qualche persona in fila prima di noi. Ho mangiato qualche mela prima di venire qui. Gli ho prestato qualche libro. Se voleste invece usare il sostantivo plurale, dovreste sostituire qualche con il suo sinonimo, alcuni/alcune, infatti questa parola (che ha lo stesso significato di qualche) va sempre seguita da un nome plurale e varia dal maschile al femminile, quindi si potrebbe dire anche alcune persone, alcune mele, alcuni libri. 2. ALCUNO in frasi affermative e interrogative (Alcuno te li suggerisce?) Attenzione! ALCUNI, che abbiamo appena visto come sinonimo di “qualche”, è molto diverso dal singolare ALCUNO. Si usano in maniera diversa e significano anche due cose diverse! Infatti, alcuno, alcuna e alcun si usano solamente nelle frasi negative e al singolare, con il significato di “nessuno”. Esempi: Non mi ha fatto alcuno sconto! Non c’è alcuna ragione per arrabbiarsi così tanto. Non c’è alcun dubbio riguardo alla sua identità. Mai alcuno, alcuna e alcun possono essere usati in frasi affermative o interrogative. Dunque, frasi come… Alcuno ha visto i miei occhiali? oppure C’è alcuna persona ad aspettarti. …sono sbagliate! In questi casi, bisognerebbe proprio sostituire “alcuno”. Qualcuno ha visto i miei occhiali? C’è qualche persona ad aspettarti. 3. CHIUNQUE/QUALUNQUE: indicativo o congiuntivo? (Chiunque vuole) Qui la questione si fa un po’ più complicata. Infatti, il pronome indefinito chiunque (= qualsiasi persona), così come l’aggettivo qualunque (= qualsiasi), può essere seguito sia dall’indicativo che dal congiuntivo, in base a quello che esprime: Quando è usato con il senso di “ognuno, qualunque persona, tutti”, allora è seguito dall’indicativo (Chiunque può apprezzare la sua bellezza / Qualunque persona può apprezzare la sua bellezza) Quando è usato con il senso di “tutti quelli che”, “qualunque persona che”, allora è seguito dal congiuntivo (Chiunque studi l’italiano teme questo argomento. / Qualunque sia la ragione, non ti perdonerò) 4. NULLA/ NIENTE/NESSUNO con altre negazioni (So niente) Nulla, niente e nessuno sono pronomi indefiniti che negano il verbo. Ma attenzione a come si usano! Si possono usare in due modi diversi: Se nulla/niente/nessuno seguono il verbo, allora sarà necessaria la cosiddetta “doppia negazione”, aggiungendo “non” prima del verbo (Non ho visto nessuno / Non ho nulla da dire / Non ho mangiato niente) Se nulla/niente/nessuno precedono il verbo, allora la doppia negazione non serve (Nessuno mi ha visto / Nulla mi spaventa / Niente ha senso)…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Una delle difficoltà principali che gli stranieri incontrano nell'apprendere l'italiano riguarda l'uso corretto delle preposizioni, come ben sappiamo. Spesso si commettono errori in questo ambito, perciò in questa lezione affronteremo cinque errori comuni che molti stranieri, anche quelli più avanzati, tendono a fare. Spero che questa guida vi aiuti a evitarli in futuro! Come usare le PREPOSIZIONI in italiano Prima di leggere quest'articolo, vi consigliamo di dare un'occhiata alla nostra lezione sulle preposizioni semplici italiane. Sapete già quali sono tutte le preposizioni semplici italiane e come si usano? Bene, allora ecco la lista degli errori comuni da evitare con le preposizioni: 1. È IMPORTANTE DI fare Siate sinceri: vi è capitato almeno una volta nella vita di dire una frase simile. No? Bene… è sbagliata! La struttura corretta è: È + aggettivo + verbo all’infinito Questa struttura esprime la natura di un'azione, ne specifica la qualità. È come affermare "fare è importante". Pertanto, non è necessario aggiungere nulla, nemmeno la preposizione DI. Quindi, per quanto riguarda la nostra frase iniziale, la forma corretta è: è importante fare. Ecco altri esempi con questa struttura: È scorretto copiare agli esami. È fondamentale conoscere la cultura del Paese in cui si vive. È necessario comunicare i propri dati personali al servizio di assistenza. 2. LA RAGAZZA ... CAPELLI BIONDI Se vi chiedessi di completare questa frase con una preposizione, quale usereste? Forse CON? La ragazza con i capelli biondi. Sì, è giusto. Ma se io vi dicessi che si può usare anche un’altra preposizione per dire la stessa cosa? Eh già… Molti stranieri pensano che sia un errore, e invece non lo è. Per fornire più dettagli riguardo all’aspetto esterno o al carattere di persone o cose, è possibile anche usare la preposizione DA. Quindi si può dire anche: La ragazza dai capelli biondi. Entrambe le forme sono corrette, ma l'uso di DA è considerato più elegante, soprattutto in contesti formali. Per esempio, c’è un cartone animato chiamato Anna dai capelli rossi. Oppure, la novella di Honoré de Balzac (La Fille aux yeux d’or) è stata tradotta in italiano come La ragazza dagli occhi d’oro. La preposizione DA in questo caso viene quasi sempre utilizzata come preposizione articolata (dal, dai, dalla) e l’articolo concorda per genere e numero con la caratteristica descritta. Ecco alcuni esempi: Sono seduta sotto la pianta dalle foglie rosse.Il ragazzo dagli occhi azzurri si chiama Luca.Quel cane dal pelo lungo è di Carol. Una nota importante: è possibile usare DA per fornire dettagli su caratteristiche che appartengono a quella cosa o persona, nel senso che è nata proprio con quelle caratteristiche, come potete vedere dagli esempi. Invece, si può usare CON anche per fornire dettagli su altre caratteristiche, per esempio cose che sono state comprate dalla persona in questione. Perciò: Il ragazzo con i capelli castani = Il ragazzo dai capelli castani MA Il ragazzo con la Ferrari e non Il ragazzo dalla Ferrari 3. UNA VOLTA A / IL / PER ... ? Mi spiego meglio. Come si dice? Una volta a settimana Una volta alla settimana Una volta la settimana Una volta per settimana Secondo l’Accademia della Crusca, per indicare il periodo di tempo in cui un’azione viene svolta per un certo numero di volte, tutte le forme sono corrette. Quella più comune, però, è sicuramente la preposizione A usata come preposizione articolata (una volta alla settimana). Altre forme simili sono: Due volte al giorno Tre ore al mese Due giorni all’anno 4. UN LIBRO DA UN AUTORE Sento sempre dire frasi come “Un quadro da Van Gogh”, “Un libro da Stephen King”. Ma no, queste forme sono SCORRETTE! Quando si menziona l’autore di un’opera senza l’uso di verbi nella frase, la preposizione corretta è DI. Ad esempio, "Un quadro DI Van Gogh",…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questa lezione vi presenterò gli errori più comuni che gli stranieri (e anche molti italiani) commettono con i verbi italiani. Si tratta di dubbi che anche alcuni italiani possono avere, dunque non è una lezione da principianti, bensì una per tutti! Gli errori verbali più comuni tra gli italiani In questo articolo potete trovare una lista di 12 errori da evitare quando scrivete o parlate in italiano. Parleremo delle regole che hanno a che fare con i verbi, spesso ignorate persino dagli italiani stessi! Per ciascuna regola troverete sia un esempio di errore che un esempio corretto al fine di comprendere la regola nella maniera più chiara possibile. 1. Acconsentire una richiesta Acconsentire significa “cedere”, “dare il proprio consenso”. Spesso vedo gente usare il verbo acconsentire con un oggetto diretto. Questo, però, è un errore. La frase corretta è: "Acconsentire a una richiesta", poiché il verbo acconsentire è sempre seguito da un oggetto indiretto, quindi introdotto dalla preposizione A. 2. Accudire a qualcuno Accudire significa “prendersi cura di”. Il verbo accudire è transitivo, e ciò vuol dire che è seguito direttamente da un complemento oggetto, e non da una preposizione (come A, per esempio). Perciò la frase corretta è: "Accudire qualcuno". 3. Adempiere ai propri doveri Adempiere significa “eseguire, portare a compimento”. Anche questo verbo è transitivo, perciò è sempre seguito da un oggetto diretto e MAI da una preposizione (come A, per esempio). Dunque, la frase corretta è: "Adempiere i propri doveri". 4. Mi aspetta un premio È sicuramente un po’ bizzarro che un premio possa aspettare me, una persona. Eppure questo tipo di frase si sente spesso, anche da parte di qualche italiano. In realtà, ad essere sbagliato è proprio il verbo usato. Il verbo corretto è spettare, e non aspettare. Aspettare, come tutti sicuramente sapete, significa “attendere l’arrivo o il verificarsi di qualcosa o qualcuno”. Ma quello che si voleva dire nella frase originale è che “un premio mi è dovuto per diritto”. E il verbo che esprime l’ “essere dovuto a qualcuno per diritto” è proprio il verbo “spettare”, che si comporta come il verbo “piacere”. Quindi la frase giusta è: "Mi spetta un premio". 5. Esaudire ai desideri Esaudire significa “realizzare”. Anche qui, come spesso abbiamo visto, il verbo è transitivo. Perciò usare la preposizione A dopo è un errore, in quanto regge un oggetto diretto. Quindi la forma giusta sarà: "Esaudire i desideri". 6. Il mio lavoro consiste di traduzioni Il verbo consistere ha due significati: “essere composto, essere formato (da qualcosa)”. In questo caso è di solito seguito dalla preposizione DI. Per esempio: "La mia colazione consiste di latte e biscotti". “essere basato (su qualcosa)”. In questo caso è di solito seguito dalla preposizione IN. Quindi la frase giusta è: "Il mio lavoro consiste in traduzioni". Cioè: Il mio lavoro è basato sulle traduzioni. 7. Mi gratta la schiena Grattare significa “sfregare una parte del corpo con le unghie o con un oggetto”. Se invece si vuole indicare la sensazione di fastidio sulla pelle che ci obbliga a grattarci, allora il verbo giusto è prudere. La frase corretta, quindi, è: "Mi prude la schiena". Poi eventualmente, si potrebbe aggiungere qualcosa come “… perciò mi gratto la schiena”. 8. Me l’ha imparato (qualcuno) Un errore diffusissimo è confondere imparare con insegnare! Imparare significa “apprendere qualcosa”, “acquisire conoscenze o abilità”. Insegnare, invece, indica il processo opposto: significa “dare informazioni e spiegazioni ad altri affinché questi le facciano proprie”. La frase corretta quindi è: "Me l’ha insegnato (qualcuno)". E al massimo: "Io l’ho imparato (da qualcuno)". 9. Scendo il cane / Salgo la spesa In tantissimi sbagliano l’uso dei verbi salire e scendere, anche molti italiani. Ora,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Ma come si parla nelle varie regioni italiane? Ecco, di questo parleremo in questa lezione! A seconda di dove vi troviate in Italia, potrebbe capitarvi di sentire espressioni particolari, mai viste prima. È normale, perché ogni regione ha i suoi propri modi di dire peculiari, usati più spesso lì ma conosciuti in tutta Italia. Questi sono affascinanti perché sono influenzati dal dialetto locale o comunque dalla storia e dalla cultura delle varie regioni. Vedremo i più comuni e famosi! Espressioni Italiane Popolari per Regione 1. LAZIO “Daje" Non è altro che la versione romana dell’esclamazione italiana “Dai”, ma ha anche più usi e significati di questa! Ormai sta conquistando l’Italia… e il mondo! All’inizio gli stranieri non la comprendono, ma poi ce la invidiano! Perché? Perché, come dicevo, sta bene ovunque, come il prezzemolo: può mettere fretta (Daje! S’è fatta ‘na certa!) può esprimere consenso e dare conferma (Mangiamo pollo stasera? Daje.) può incoraggiare (Daje! Vai e spacca tutto!) può esprimere chiusura (Daje. Ce l’abbiamo fatta a finire il progetto. Adesso possiamo riposarci) può esprimere gioia, felicità (Daje! La Roma ha vinto ancora!) può esprimere sorpresa o fastidio (Daje! Che figo il tuo nuovo appartamento! / Daje! Non impari mai tu! Hai sbagliato ancora!) soprattutto tra i giovani, è usata anche come saluto (Daje, zio! Se beccamo!) "Cercà Maria pe' Roma" Notate le abbreviazioni nell’espressione, queste sono tipiche del dialetto. Questo modo di dire è utilizzato quando la ricerca di qualcosa o qualcuno è davvero complicata, per non dire impossibile. È un sinonimo dell’espressione italiana "Cercare un ago in un pagliaio". 2. TOSCANA “Mi garba parecchio” / “Non mi garba per nulla” Il verbo “garbare” è tipico della regione toscana, usato semplicemente come equivalente del verbo italiano “piacere”, sia in riferimento a cose che a persone. Piccola curiosità: sapete perché si dice così? Viene dal nome di una vecchia via fiorentina: via del Garbo (oggi via Condotta). Qui si concentravano le botteghe degli artigiani che producevano i più eleganti e costosi panni di lana, apprezzati e venduti in tutta Europa. Questi artigiani utilizzavano, per le loro produzioni, una lana pregiata proveniente dal Sultanato arabo di Garbo (nell’Africa Settentrionale), da cui il nome della via. 3. EMILIA ROMAGNA Valà! / Ma va là! Si tratta di un’espressione tipica romagnola, ma diffusa in tutta l’Italia del nord. Difficile trovare un equivalente in altre lingue, perché ha tantissimi significati: usata come "figurati!" a chi ringrazia, come per dire “non ti preoccupare assolutamente” (Valà! Non è niente, non preoccuparti!) per esprimere scetticismo e incredulità (Ma va là! Non ci credo!) prima di fare una cosa che non si vuole fare ma che tocca (Valà, facciamo anche questa…) per sottintendere qualcosa (Valà, valà… Hai capito cosa intendo!) Sorbole! (letto “Sciorbole”) Esclamazione tipica di Bologna che esprime stupore per qualcosa che si è visto/sentito. Ma viene anche usata come intercalare o come rafforzativo nella conversazione. Ma da dove viene “sorbole”? Molto probabilmente, deriva dal nome di un frutto della campagna romagnola (ormai quasi introvabile), la sorba. Forse proprio perché è quasi introvabile, quando lo si trova si è tanto stupiti da esclamare di gioia… Forse… 4. CAMPANIA “Aumm aumm” Riferito a qualcosa, significa “losco”, che deve rimanere segreto perché non proprio onesto e trasparente. È infatti l’onomatopea per indicare la chiusura della bocca. Può fare riferimento anche a qualcosa che viene fatto ai danni di una terza persona o ai danni delle istituzioni, perciò un po’ illegale. Però le parole non sono sufficienti, perché devono essere accompagnate dai giusti gesti *gesticolare* “Jamme bell’, jà!” Modo di dire napoletano molto conosciuto e popolare nel resto d’Italia: è un...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questo articolo ci occuperemo dei 5 errori più comuni da evitare quando si usa un verbo molto comune nella lingua italiana: il verbo SUCCEDERE. Errori Comuni con il Verbo SUCCEDERE Conoscete già il verbo SUCCEDERE? Significa “accadere, avvenire, verificarsi”. Anche se è sicuramente uno dei primi verbi che si imparano, non smette mai di causare confusione, mal di testa e qualche errore! Perciò, in questo articolo vedremo quali sono i 5 errori più comuni commessi dagli stranieri con il verbo SUCCEDERE e cercheremo di capire perché, così che non li commettiate più! Pronti? 1 - SUCCESSO o SUCCEDUTO? Moltissimi stranieri sbagliano il participio passato del verbo “succedere”. Partendo dall’infinito, infatti, si tende a pensare che il participio passato sia “succeduto”, ma in realtà non è così. Il verbo succedere ha un participio passato irregolare: “successo”. Ecco alcuni esempi: Non mi avevi detto di aver cambiato casa… Quando è successo? Perché mi hai chiamato la notte scorsa? Cos’era successo di tanto grave? Attenzione però… Non è finita qui! SUCCEDUTO non è interamente sbagliato!!! E questo ci porta al prossimo errore… 2 - L’altro significato di “SUCCEDERE” Sicuramente SUCCEDUTO non si può mai utilizzare quando succedere ha significato di “avvenire”, ma… “Succedere” ha anche un altro significato… e cioè quello di “subentrare”, “prendere il posto lasciato vuoto da altri in una carica, un titolo…”. Si trova molto spesso con questo significato nei libri di storia, quando vengono descritte le linee di successione al trono dei vari regni. Molti stranieri non lo sanno e per questo fraintendono alcune frasi. Ebbene, “succeduto” si usa come participio passato di succedere quando ha proprio questo significato. Per esempio: Dopo la morte del re, gli è succeduto sul trono il figlio maggiore. Ad Augusto, primo imperatore romano, successe Tiberio. Il padre è andato in pensione, e nella direzione dell’azienda sono succeduti i due figli. 3 - HA SUCCESSO vs È SUCCESSO Sebbene entrambe queste forme siano grammaticalmente corrette, vogliono dire due cose molto diverse fra loro. Molti stranieri dicono “ha successo” come passato prossimo del verbo “succedere”, ma questo è un errore! Vediamo perché… “È successo” è la forma corretta del passato prossimo di succedere: infatti con questo verbo richiede il verbo essere come ausiliare. “È successo”, quindi, indica semplicemente che qualcosa è avvenuto nel passato. Per esempio: È successo un casino! Abbiamo scambiato i documenti di due clienti e ora sono arrabbiatissimi! 2. In “Ha successo”, invece, “successo” non è il participio passato del verbo succedere, bensì un sostantivo. Come nome, successo indica la buona riuscita di qualcosa, un esito favorevole, un risultato felice. Luigi è estremamente capace, perciò ha molto successo nel suo lavoro. Quella band ha avuto successo in tutto il mondo sin da subito. 4 - SUCCEDERE vs CAPITARE In tantissimi ci chiedete sempre: qual è la differenza tra succedere e capitare? Ce n’è una? Allora… Succedere e capitare sono in generale sinonimi, in quanto indicano entrambi l’avvenire di un fatto, però ci sono delle lievi sfumature di differenza. SUCCEDERE, come abbiamo visto prima, indica l’avvenire generico di un fatto, è completamente neutro, non suggerisce nulla su come è avvenuto il fatto. Si coniuga solo alla 3 persona singolare o plurale. Per esempio: Durante la riunione è successo un casino: Lucia e Giorgia hanno litigato davanti a tutti e sono state allontanate dall’edificio! Nella vita, se pensi positivo, ti succederanno solo cose belle! Aveva inserito la spina nella presa elettrica ma non succedeva niente: perciò ha pensato che il frullatore fosse rotto. CAPITARE, invece, pone maggiormente l’attenzione sul fatto che quanto successo sia avvenuto per caso, accidentalmente oppure improvvisamente,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Imparare una lingua esclusivamente da un libro di testo o studiando solo la grammatica può risultare stancante, noioso e poco stimolante. Ora, non sto dicendo che questo tipo di studio non vada fatto, perché comunque è fondamentale. Quello che voglio dire è che è utile alternare lo studio a momenti di relax e attività divertenti ma ugualmente “didattici”, come guardare un film o una serie TV. Imparare l’Italiano guardando Film e Serie TV Ricevo tante domande su questa questione… Come posso davvero imparare attraverso la visione di film o serie? Per quanto tempo al giorno devo guardare? Posso attivare i sottotitoli? In quale lingua? Devo mettere pausa ogni volta che non capisco una parola? Devo riguardare una scena se non ho capito il senso di ciò che è stato detto? Devo prendere appunti durante o dopo la visione? Domande completamente legittime! A cui ho deciso di rispondere una volta per tutte in questo video! Per cominciare, però, bisogna ricordare che per sfruttare al meglio il potenziale di queste risorse, occorre conoscere il proprio livello di lingua. Solo così si può lavorare al meglio, perché in ogni livello ci sono punti di forza e punti su cui lavorare che sono diversi. 1. Lingopie Prima di entrare nel dettaglio di come ogni persona dovrebbe lavorare, in base al proprio livello, attraverso film e serie TV, voglio parlarti di un mezzo che ho trovato essere molto utile per questo tipo di apprendimento, e cioè Lingopie, lo sponsor di questo video. Si tratta di una piattaforma che offre moltissimi contenuti in diverse lingue straniere (francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, giapponese e coreano!), destinati proprio a chiunque ne stia imparando una (o più). Come ti dicevo, film e serie sono un ottimo mezzo di supporto allo studio, per renderlo più dinamico e divertente. Lingopie ti dà la possibilità di immergerti completamente nei contenuti e sfruttarli al meglio per apprendere cose nuove. Una volta che hai selezionato la lingua che stai imparando, avrai accesso a tantissimi contenuti in quella determinata lingua, che vengono aggiornati e incrementati ogni settimana: serie tv, film, documentari e molto altro! A differenza delle normali piattaforme di streaming, questa è perfetta per lo studio! Ad esempio, offre sottotitoli interattivi! Cioè ti basta cliccare sulla parola che non conosci per impararne la traduzione. Oppure, puoi selezionarli in due lingue, quindi puoi usarli nella tua lingua madre e nella lingua originale del video che stai guardando. Chiaramente, puoi regolare tu la velocità del video (e quindi farlo andare più lentamente se hai bisogno di più tempo per leggere) oppure puoi riascoltare automaticamente una frase cliccando sull’apposito tasto. Inoltre, a lato trovi la trascrizione di quello che viene detto, e lì ci sono già sottolineate alcune parole utili per il tuo livello che potresti non conoscere. Oppure, puoi cliccare tu stesso sulla parola che ti interessa e che non conosci e aggiungerla alle tue proprie flashcards. Poi, quando vuoi, puoi ripassare tutte le parole che hai salvato attraverso le flashcards e metterti alla prova con i quiz interattivi, che (e questa è una novità a mio parere) includono anche il ripasso della pronuncia! Quindi la piattaforma ti darà un punteggio in base a come hai pronunciato. Se vuoi provare Lingopie per il tuo apprendimento dell’italiano (o di qualsiasi altra lingua straniera), ti basterà cliccare sul link a continuazione per ricevere uno sconto del 55% e la possibilità di provare Lingopie gratuitamente per 7 giorni: https://learn.lingopie.com/learn_amo 2. Livello principiante Soprattutto a questo livello, devi ricordare che i film e le serie TV non possono sostituire lo studio strutturato (libri, grammatica, lezioni), ma sono piuttosto un supporto. Infatti, per fare progressi e così apprezzare ancora di più la visione,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Spesso la lingua italiana nasconde sfumature e significati diversi da quello che in apparenza ci sembra sia stato detto. Per aiutarvi ad affrontare qualsiasi conversazione in questo articolo vi proponiamo dieci espressioni idiomatiche utilizzate nell’italiano colloquiale e relazionate con i mezzi di trasporto... che spesso non hanno niente a che fare con i mezzi di trasporto veri e propri! 10 Modi di Dire con i Mezzi di Trasporto 1. Perdere l’ultimo treno Significa lasciarsi sfuggire un’ultima (buona) occasione. "Sara ti aveva detto esplicitamente che quell’offerta non sarebbe durata molto... Hai perso l’ultimo treno: adesso non puoi più lavorare per la sua azienda." 2. Essere sulla stessa barca Significa trovarsi nella stessa situazione (in genere negativa). Di solito lo si dice con tono rassegnato. "Non essere preoccupato se non hai studiato per l’esame: siamo tutti sulla stessa barca! Qui nessuno ha mai aperto un libro..." 3. Andare come un treno Significa muoversi, procedere molto velocemente, sia fisicamente che in senso più astratto. "Giulia, per favore, rallenta un po’! Se vai come un treno quando fai il tuo discorso, nessuno ti seguirà e cominceranno tutti a fare altro!" 4. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala! Questa espressione sottolinea che bisogna prendersi delle responsabilità dopo aver ottenuto ciò che si è desiderato a lungo, anche se ora sembra meno piacevole. "In che senso non vuoi fare le pulizie? Eh cara... Hai scelto tu di vivere da sola. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!" 5. Il treno passa una volta sola Questo modo di dire ci ricorda che certe occasioni sono ottime ma molto rare: perciò dovremmo approfittarne non appena ci si presentano e non farcele sfuggire. "Non perdere l’occasione di questo lavoro importante solo perché è all’estero! Il treno passa una volta sola nella vita..." 6. Attaccarsi al tram Significa arrangiarsi, dover affrontare un problema da soli e contando solo sulle proprie forze. Spesso viene detto con ironia. Si usa anche solo come “Attaccati!”. "Luca è in ritardo... Come sempre! Basta! Cominciamo a pranzare: quando arriva, si attacca al tram!" 7. La barca fa acqua! Con questa espressione si vuole segnalare che qualcosa va male o non va come dovrebbe andare. "Ragazzi... Qui la barca fa acqua da tutte le parti! O ci inventiamo qualcosa per risollevare l’azienda, o dovremo dichiarare bancarotta!" 8. Navigare in cattive acque Significa trovarsi in una situazione di difficoltà, spesso in riferimento a una situazione economica complicata. "Non posso permettermi un’auto nuova in questo periodo: stiamo navigando in cattive acque. Ne prenderò una usata." 9. Fare marcia indietro Significa ritirarsi, indietreggiare, venire meno da qualcosa che si è detto, promesso o fatto. Questa espressione fa riferimento alla retromarcia di un veicolo. "In realtà ha ragione Luca... Perciò tu dovresti fare marcia indietro su quello che hai detto e chiedergli scusa." 10. Una barca di... Questa espressione indica una grandissima quantità di qualcosa (come “un botto di”, “una marea di”, “un sacco di"). "Adesso è ricchissimo! Ha ereditato una barca di soldi da suo nonno!" Adesso, ripassiamo insieme tutto il vocabolario dei mezzi di trasporto in italiano! Se invece cercate un insegnante madrelingua qualificato che possa aiutarvi con lezioni individuali, vi consigliamo di dare un'occhiata al nostro corso di italiano intensivo con lezioni online a partire da 12€/ora!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Una domanda che ricevo spesso dai miei studenti è “Perché si dice…?”, riguardo a una determinata espressione. In italiano esistono molte espressioni con un significato diverso da quello letterale, che possono risultare strane e incomprensibili per chi non conosce il loro uso. In questo video, ho selezionato 10 espressioni apparentemente bizzarre e vi spiegherò perché ognuna di loro “si dice così”, qual è la loro storia. Pronti a scoprirle insieme? ORIGINE DI 10 ESPRESSIONI IDIOMATICHE ITALIANE In questo articolo troverete la storia e la spiegazione di 10 espressioni idiomatiche, molto usate dagli italiani. 1. Rendere pan per focaccia Ricambiare un'offesa o un torto subito; vendicarsi con qualcuno, spesso con una cattiveria maggiore. Dunque, è un po’ come “occhio per occhio, dente per dente”, ma peggio: perché la vendetta non è della stessa intensità del torto, ma più forte. Risale al Medioevo; però, l’espressione ha assunto questo significato negativo solo con il passare del tempo. In origine era molto positiva: infatti, deriva dalla vecchia usanza di buon vicinato di scambiarsi pane e focacce. Quando le massaie non avevano abbastanza farina, ne chiedevano un po' in prestito alle loro vicine e poi ricambiavano il favore offrendo loro delle focacce. A loro volta, queste vicine preparavano il pane e lo offrivano alle altre, e così via in un circolo infinito di generosità e buone maniere: insomma, del pane per restituire il favore delle focacce. 2. Che pizza! Sì, ok, la pizza è buona e nessuno ne dubita, ma questo modo di dire ha un significato tutt'altro che positivo. È un’esclamazione usata in riferimento a qualcosa di noioso o fastidioso. Ad esempio, se qualcuno esclama: “Che pizza che sei!” ti sta comunicando che il tuo atteggiamento non gli è molto gradito. Oppure quando qualcuno ci chiede di fare qualcosa che non abbiamo proprio voglia di fare possiamo dire “Che pizza!”. Ma perché proprio la pizza che tutti amano è associata a qualcosa di noioso e fastidioso? Il significato di questa espressione deriva dalla noia, dal fastidio e dall'impazienza che si provano quando si aspetta con grande attesa il processo di lievitazione della pizza, che in genere richiede parecchie ore. 3. Prendere due piccioni con una fava È uno tra i detti italiani più famosi, ancora oggi largamente utilizzato in italiano e conosciuto da moltissimi stranieri. Indica che sono stati raggiunti due obiettivi con un’unica mossa; in altre parole, con una singola azione si ottengono due risultati positivi. Trae la sua origine da una tecnica utilizzata in passato dai cacciatori, che consisteva nell'utilizzare una fava come esca per catturare i colombi selvatici, più di uno in un solo colpo. 4. Per filo e per segno Letteralmente significa “in modo molto accurato”, “minuziosamente”, “curando i particolari”. È utilizzata quando un'azione è svolta con grandissima precisione o quando un concetto è spiegato con particolare accuratezza. L'origine dell'espressione si riconduce al lavoro dei taglialegna e degli imbianchini del passato. Per lavorare, dovevano “battere la corda”, ovvero trattenere sulle superfici un filo bagnato nella vernice per poi lasciarlo andare di colpo. Così facendo, si creava un'impronta che funzionasse come tracciato per imbiancare e segare in modo perfetto, senza errori. 5. L'abito non fa il monaco L'apparenza molte volte non corrisponde alla realtà, perciò bisogna sempre essere cauti nel giudicare gli altri da come appaiono. Deriva da un antico detto latino: cucullus non facit monchum, letteralmente “il cappuccio non fa il monaco”. In passato, i monaci viaggiatori spesso ricevevano un'accoglienza calorosa ed erano molto rispettati in virtù dell'abito che indossavano. Però, proprio a causa dell’abito, molte persone erano ingannate e raggirate da mascalzoni che si travestivano da monaci per approfittare dei benefici che questo abito gli portava. In sostanza,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Piccola o grande che sia, ogni regione italiana ha delle curiosità che la rendono unica e speciale! Allacciate le cinture e preparatevi al decollo, stiamo per fare un viaggio virtuale da nord a sud per scoprirle tutte! Cosa rende Uniche le REGIONI Italiane? In questo articolo faremo un viaggio virtuale da nord a sud per scoprire le curiosità sulle regioni italiane. Siete pronti? Si parte! Valle d'Aosta La Valle d’Aosta è la regione italiana più piccola e si trova tra le Alpi. Proprio tra queste montagne si trova il “Colle del Gran San Bernardo”, da cui una razza di cane prende il nome: San Bernardo. Ma perché? Sul Colle del San Bernardo, fin dal 1100, c’era un ospizio gestito da monaci, cioè una casa dove i passanti venivano accolti per riposarsi e ripararsi dal freddo prima di riprendere il loro cammino. I monaci usavano dei grossi cani per soccorrere i viaggiatori nella neve o nella nebbia, per trasportare cibi e bevande, per difendersi dai ladri e per azionare alcuni macchinari. Nei secoli allevarono i cani incrociando le razze fino ad ottenere l’attuale razza San Bernardo, perfetta per vivere nelle montagne. Umbria L’Umbria è definita il cuore d’Italia, proprio perché è la regione più centrale del nostro Paese. Ma non è tutto! Il cuore è anche il simbolo dell’amore ed è proprio in questa terra che è nato il Santo associato all’amore: San Valentino. Originario di Terni, San Valentino è un santo e martire cristiano. Fu anche vescovo della stessa città in cui tutt’oggi è celebrato come patrono. Qui infatti è possibile visitare il Duomo in cui egli non solo celebrava la Messa, ma sposava i giovani innamorati in fuga dalle loro famiglie per sfuggire a destini ostili e matrimoni di convenienza. Liguria La Liguria è conosciuta per i tipici paesini sulle scogliere affacciate sul mare. Nei film ambientati in Italia sono spesso presenti delle scene ambientate in questi luoghi. Sapevate che la Disney vi ha anche ambientato un intero film? Si tratta ovviamente di un film d’animazione, “Luca”. Lo avete guardato? Narra la vicenda di Luca, un giovane mostro marino italiano che può assumere sembianze umane e che stringe amicizia con Alberto, un coraggioso suo simile e suo coetaneo. I due, insieme, vanno alla scoperta del mondo degli umani. La storia si svolge nel paese di Portorosso, in Liguria. In realtà questo paese non esiste ma è ispirato ai paesi delle Cinque Terre. Non ci sei mai stato? Guarda il video che abbiamo girato durante il nostro viaggio nelle Cinque Terre! Molise Gli italiani spesso definiscono in modo scherzoso il Molise come “la regione che non esiste” perché si tratta di una regione piccola e di cui non si sente spesso parlare. Lo sapevate? Eppure, anche il Molise ha delle curiosità interessanti, come per esempio il fatto che ospiti ‘il paese delle campane’. Si tratta di Agnone, dove vengono prodotte da secoli campane d’eccellenza. In una fonderia lì vengono ancora oggi create le campane per le chiese d’Italia e del mondo. I Papi stessi, durante il 1900, hanno richiesto la fabbricazione di campane per celebrare le occasioni speciali. Si tratta di una vera arte che è stata perfezionata nei secoli e che viene tramandata da generazioni. Lombardia Sapevate che proprio in Lombardia è nato il gelato al gusto stracciatella? Lo avete mai mangiato? Si tratta di un gusto di gelato a base di latte e panna con cioccolato fondente. Siamo nel 1961, Caffè La Marianna. A Bergamo. Enrico Panettoni, emigrato dalla Toscana e proprietario del locale, inventa il gelato al gusto stracciatella. Ancora oggi La Marianna produce la stracciatella con le stesse macchine utilizzate negli anni ’60! Trentino Alto Adige Il Trentino Alto Adige è la regione in Italia che produce più mele e l’Italia è tra i paesi che producono più mele in tutta Europa. Se visitate il Trentino Alto Adige vedrete meleti dappertutto, infatti,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
A chi non piace la musica? Penso che più o meno tutti la ascoltiamo almeno una volta al giorno, mentre lavoriamo, cuciniamo, guidiamo o facciamo qualsiasi altra cosa. Proseguite con la lettura per scoprire le parole più importanti per parlare di musica in italiano! Parole Utili per parlare di MUSICA in Italiano In questo articolo, vedremo le parole più importanti del lessico della musica: prendete appunti e potrete finalmente parlare di musica con i vostri amici italiani! A proposito, se hai bisogno di modificare la tua musica e i tuoi video, puoi usare flexclip.com. 1 - CANZONE, BRANO o PEZZO? La canzone è un componimento musicale di breve durata (alcuni minuti), formato da testo (generalmente in versi) accompagnato da musica. Insomma, una canzone è quella che cantiamo a squarciagola nella doccia. Spesso si usano brano e pezzo come sinonimi di canzone. Ma hanno anche un significato più ampio. Un brano (o pezzo) è anche un componimento solo strumentale (di sola musica), spesso di maggiore lunghezza e complessità rispetto alla canzone. Per esempio, per la musica classica. Brano può anche essere una parte di un’opera musicale più ampia (un brano della Primavera di Vivaldi). 2 - STROFA + RITORNELLO La maggior parte delle canzoni è composta da strofe e un ritornello. La strofa è un insieme di versi con cui inizia (e prosegue) una canzone. In una canzone, ce ne sono di solito due, tre o quattro, con la stessa musica ma con parole diverse. Le strofe nella canzone sono di solito divise da un ritornello, cioè un insieme di versi che si ripete tra una strofa e l’altra in una canzone, sempre con le stesse parole. Questa è la parte di una canzone che solitamente resta più impressa nella mente delle persone, perché è la più orecchiabile e musicabile. 3 - TESTO L’insieme delle parole di una canzone si chiama testo. Molti stranieri usano la parola lirica / lirica musicale (magari per l’influenza dell’inglese), ma sarebbe preferibile non farlo, sia perché è un termine più antico e poco utilizzato oggi, sia perché potrebbe creare confusione. In italiano, per lirica si intende (in musica) il melodramma, cioè una rappresentazione teatrale cantata, con accompagnamento di musica e orchestra. 4 - RITMO + MELODIA Il ritmo è l’insieme di battute che si ripetono per formare la musica. Ogni musica ha un ritmo differente composto da armonia e melodia. La melodia è il “suono” che rende ogni canzone riconoscibile alle nostre orecchie. Si può anche parlare di motivo con lo stesso significato. 5 - SPARTITO La composizione grafica di una musica, composta da diverse note musicali ed è destinata a chi suona uno strumento musicale, ad esempio un violino o un pianoforte. 6 - ORCHESTRA Insieme di strumenti musicali che lavorano insieme per un’esecuzione musicale. Solitamente sono disposti a semicerchio e organizzati in un preciso ordine in base agli strumenti presenti (necessari alla composizione). Sono diretti e organizzati dal DIRETTORE d’orchestra. 7 - CANTANTE - CANTAUTORE - PAROLIERE Viene definito cantante chi canta per professione. Può essere l’autore dei propri testi (in questo caso si parlerà di cantautore) o può semplicemente cantare un testo scritto da altri. Chi scrive testi di canzoni per altre persone si chiama paroliere. Infine, l’autore della musica di una canzone è il COMPOSITORE. 8 - SOLISTA - GRUPPO MUSICALE Un cantante può essere solista, se canta da solo, oppure può essere parte di un gruppo musicale (o band), in cui ci sono anche altri cantanti e/o musicisti, che suonano diversi strumenti. Tra i musicisti in una band, ci possono essere il BATTERISTA (che suona la batteria), il CHITARRISTA (che suona la chitarra), il TASTIERISTA (che suona il sintetizzatore), il PIANISTA (che suona il pianoforte). 9 - INTONATO - STONATO Intonato è un aggettivo che indica una persona che sa cantare, che lo fa in modo piacevole all’orecchio perché...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Quali sono i 5 errori più comuni che gli stranieri commettono con i pronomi in italiano? Secondo la Treccani, il pronome è quella parte variabile del discorso che si usa al posto di un altro elemento della frase (solitamente il nome, ma può sostituire anche un verbo, un aggettivo o perfino un’intera frase). Esistono diverse categorie di pronomi, in base al significato che si vuole trasmettere e perciò è facile sbagliarsi e confondersi. Facciamo un po’ di chiarezza! Pronomi in italiano: evita questi 5 errori! 1 - Lo fai te o Lo fai tu? Sicuramente vi sarà capitato di sentire entrambe le versioni, nonostante la lingua italiana ne consideri corretta soltanto una. Chiariamo innanzitutto la differenza tra tu e te in maniera semplice: il primo si usa sempre con la funzione di soggetto, mentre il secondo con la funzione di complemento. Per esempio: Tu vai a Londra. [tu compie l’azione, è il soggetto] Luca guarda te. [te è il complemento oggetto diretto] Vengo in vacanza con te. [te è un complemento introdotto da preposizione] Ma cosa succede nella nostra frase? Il verbo è “fai”, quindi coniugato alla 2 persona singolare. Questo significa che il pronome di cui abbiamo bisogno qui è il soggetto, perciò “tu”. Quindi la frase corretta è “Lo fai tu”. ATTENZIONE! Ci sono casi in cui si usa te invece di tu con funzione di soggetto, ma si tratta generalmente di espressioni fisse, come: Povero te! Te compreso / Compreso te In Italia, nella lingua parlata e soprattutto al nord, si usa molto te al posto di tu con funzione di soggetto, in frasi come: Dillo te Vieni anche te? Hai ragione te Te vai Per il momento, la grammatica considera queste forme scorrette. Ma vedremo cosa accadrà nel futuro. Secondo voi, “te” sostituirà completamente “tu”, proprio come è accaduto a “lui, lei” e le forme originali “egli, ella”? 2 - Ci hanno trovato o Ci hanno trovati? Riceviamo continuamente questa domanda dagli studenti… e in effetti hanno ragione! Mi dicono “So che devo dire l’ho vista se parlo di una donna, ma, sempre parlando di donne, devo dire ti ho vista o ti ho visto, mi hai visto o mi hai vista?” La Treccani è molto chiara al riguardo: nei tempi composti con l’ausiliare avere, con un pronome complemento oggetto anteposto, la regola impone l’obbligo di fare l’accordo per genere e numero alla terza persona singolare e plurale, ma lascia libertà di scelta sia per quanto riguarda il genere sia per quanto riguarda il numero, con i pronomi di prima e seconda persona singolare e plurale. Dunque, chiariamo con degli esempi: Ho trovato la rivista e l’ho comprata. [Terza persona singolare, la regola impone l’accordo, perciò non si potrà mai dire “Ho trovato la rivista e l’ho comprato”.] Ho comprato i libri ma non li ho letti. [Terza persona plurale, la regola impone l’accordo, perciò non si potrà mai dire “Ho comprato i libri ma non li ho letto”.] MA Sara, scusami ma non ti avevo visto. Sara, scusami ma non ti avevo vista. [Seconda persona singolare, la regola lascia libertà di scelta riguardo l’accordo: perciò entrambe le frasi sono corrette] Marco non ci ha ancora chiamato. Marco non ci ha ancora chiamati. [Prima persona plurale, la regola lascia libertà di scelta riguardo l’accordo: perciò entrambe le frasi sono corrette] 3 - Lo amo o L’amo? L’ama o La ama? In realtà grammaticalmente nessuna delle due opzioni sarebbe errata.Nel passato, la forma con l’apostrofo era certamente più comune. Per esempio, Petrarca scriveva: Per quel che mi riguarda, io l’ammiro e l’amo, non lo disprezzo e credo di potere sicuramente affermare che se egli fosse vissuto fino a questo tempo, pochi avrebbe avuto più amici di me… Oggigiorno, però, la tendenza è un pochino diversa. Quando usiamo i pronomi diretti di terza persona singolare (lo e la) con verbi coniugati in tempi semplici, tendiamo a evitare l’apostrofo.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
La padronanza di una lingua si nota anche dalle risposte che si danno in alcune determinate circostanze, soprattutto se si tratta di esclamazioni. Se utilizzerete nelle conversazioni le esclamazioni che sto per darvi, vi garantisco che tutti si stupiranno e vi diranno “Wow! Parli italiano così bene”. Scommettiamo? Impariamo le ESCLAMAZIONI italiane In questo articolo il tema saranno le ESCLAMAZIONI: vedremo quali sono quelle più gettonate in italiano, cosa significano e in quali situazioni usarle! 1. BEN TI STA! Significa che la persona a cui la si dice si merita quello che le è successo, generalmente in riferimento a cose negative. Spesso è usata quando avevamo avvertito quella persona di non fare una determinata cosa e lei l’ha fatta comunque, ma ha subito conseguenze negative. Si può anche dire “Ti sta bene!” con lo stesso identico significato. Esempio: A: Sono caduto dalla sedia…B: Ben ti sta, ti avevo detto di non dondolarti. 2.CI SEI O CI FAI? Si usa quando qualcuno sta facendo qualcosa di stupido o inopportuno, e appunto gli si chiede se si stia rendendo conto di quello che sta facendo: significa quindi “stai facendo lo stupido apposta o lo sei davvero?”. Può essere usato con tono scherzoso, ma la maggior parte delle volte si usa quando si è infastiditi dal comportamento di quella persona; perciò può talvolta risultare offensivo se usato a sproposito, quasi come un insulto. Esempio: Ma davvero pensavi fosse una buona idea lanciargli addosso un libro? Ci sei o ci fai? 3. NON TI ALLARGARE! Questa espressione, molto tipica nel centro e sud Italia, ha diverse sfumature. Il primo significato è quello di “non prenderti troppe confidenze”, quando si vuole fare capire a qualcuno che dovrebbe mantenere una certa distanza perché il rapporto non è ancora così intimo e confidenziale. Il secondo significato è quello di “non esagerare”, usato quando qualcuno sta esagerando in quello che dice. Esiste anche la variante “Non ci allarghiamo”, con lo stesso significato. Può essere usata sia in tono scherzoso, neutro o brusco, in base alle situazioni. Esempi: 1. Non ti allargare, ci conosciamo solo da pochi minuti, non mi sembra il caso di uscire insieme. 2. A: Ho fatto un ottimo lavoro oggi, sicuramente il capo mi darà una promozione a breve! B: Adesso non ti allargare, non riceverai una promozione per così poco. 4. BEATO TE! (BEATA LEI! / BEATI VOI! …) Questa esclamazione significa “Quanto sei fortunato!”. Insomma, è un modo comune per dire “Vorrei essere nei tuoi panni”. Esempi: A: Il mese prossimo vado in vacanza alle Maldive.B: Beato te! Io quest’anno non riesco a fare nessun viaggio. 5. DA CHE PULPITO! Detta a qualcuno che ci sta criticando o rimproverando per i nostri difetti, senza rendersi conto, o senza voler ammettere, di avere gli stessi identici difetti. Quindi viene usata con una persona che si comporta in un determinato modo, ma predica il contrario. Esempio: A: Ma come sei disordinata, dovresti stare più attenta a dove lasci le tue cose.B: Da che pulpito! I tuoi vestiti sono sparsi per tutta casa. 6. EVVAI! Una bella esclamazione per esprimere entusiasmo, gioia, augurio, esultanza, approvazione. Esempio: A: Guarda, ci sono le rondini!B: Evviva, è tornata la primavera! Se vuoi approfondire, puoi esplorare imparando le espressioni italiane per esprimere stupore! 7. ACCIDENTI! Esprime contrarietà, rabbia e ira ma anche stupore e ammirazione. Può essere utilizzata a volte anche come imprecazione. In questo caso è seguita dalla preposizione A + ciò verso cui stiamo imprecando. Esempi: 1. Accidenti! Mi ero completamente dimenticata dell’appuntamento di domani con il dentista. 2. Accidenti, sei bravissimo a suonare il violino! 3. Accidenti a te, mi hai spaventato! 8. A CHI LO DICI! Letteralmente significa "A chi stai dicendo questa cosa?”,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Con questo articolo imparerete meglio il significato e l’uso di alcune parole che vengono utilizzate dagli italiani per parlare dell’ “altro” in senso generale, a seconda del contesto in cui si è, ma che spesso sono completamente sconosciute agli stranieri oppure non sanno come usarle nel modo giusto. Come Parlare dell'ALTRO in Italiano In questo articolo troverete 10 parole utili per parlare di altre persone in base al contesto in cui vi trovate. Alla fine dell'articolo troverete anche un breve esercizio per mettere alla prova le vostre nuove conoscenze. Preparate carta e penna per prendere appunti! 1. Pedone Un pedone, come suggerisce il nome, è una persona che cammina a piedi. Questo termine è utilizzato soprattutto nel contesto di una città, quando si descrive il traffico cittadino per le strade: infatti, secondo il codice della strada, un pedone è chiunque circola su una strada senza alcun mezzo di trasporto. Non a caso si parla, per esempio, di strisce pedonali, che permettono ai pedoni di attraversare, oppure di aree pedonali, cioè strade o piazze riservate ai soli pedoni. 2. Passante Anche in questo caso il nome ci dà un indizio sul significato: passante è colui che passa. Infatti, questo termine si riferisce a chiunque passi per una strada o per un qualsiasi luogo. Per esempio, se ci siamo persi per la città e vogliamo chiedere indicazioni a qualcuno per strada, la persona che fermiamo per chiedere informazioni è un passante, quindi qualcuno che per caso passava di lì in quel momento. Oppure, se si verifica un incidente tra due auto per strada, qualcuno tra i passanti potrebbe essere un testimone dell’accaduto. O ancora, su YouTube sono molto popolari i video in cui lo YouTuber fa delle domande ai passanti, quindi persone che, appunto, passavano di lì per qualsiasi motivo. 3. Inquilino - Coinquilino Anche queste due parole possono rivelarsi molto utili, ma sono spesso confuse oppure non si conoscono. L’inquilino è una persona che vive in una casa che ha preso in affitto. Il coinquilino, invece, è la persona con cui si divide una casa. Generalmente, con la parola “coinquilini” non ci si riferisce a persone che fanno parte della propria famiglia, ma a estranei o comunque conoscenti. Per esempio, molti ragazzi che cambiano città per studio o lavoro decidono di affittare una casa insieme ad altre persone per dividere le spese: sono coinquilini tra loro. Ma se una famiglia di 4 persone vive nella stessa casa, i membri non usano la parola “coinquilino” per riferirsi l’uno all’altro. 4. Commensale Questo termine si usa nel contesto di pasti e ristoranti. Significa letteralmente “chi siede alla stessa mensa”, “colui con cui si condivide la mensa”. Quindi, in senso generale, fa riferimento a chi mangia alla stessa tavola, la persona con cui si condivide il pasto. Non è un termine molto utilizzato nella vita di tutti i giorni, cioè se io vado al ristorante con i miei amici, non dico al cameriere “i miei commensali gradirebbero dell’acqua frizzante”. Lo si usa piuttosto in contesti più formali, per esempio negli articoli di giornale (L’uomo ha avuto l’infarto al ristorante: i suoi commensali hanno chiamato l’ambulanza). Oppure, come spesso accade con le parole che hanno un tono solenne, viene usata in modo ironico. 5. Interlocutore Se guardate i video di LearnAmo con una certa frequenza, è molto probabile che abbiate già incontrato questa parola. La parola “interlocutore” si usa soprattutto nel contesto della comunicazione, e indica la persona con cui si parla o, più precisamente, chi prende parte a un dialogo, una conversazione o una discussione. 6. Coetaneo Questo termine generale, invece, indica una persona qualsiasi che ha la stessa età di un’altra. Però questo termine fa riferimento anche a chi è vissuto nella stessa epoca di qualcun altro, per esempio i “coetanei di Dante” sono i poeti e gli scrittori che sono vissuti a cav...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Sicuramente conoscete molti stereotipi sugli italiani, per esempio che sono sempre in ritardo, gesticolano mentre parlano o che sono molto rumorosi. E queste cose, in parte, sono vere. Ma questo è un po’ come all’estero vedono gli italiani. Però…sapete cosa pensano gli italiani stessi degli altri italiani? No? Bene, state per scoprirlo qui! Gli STEREOTIPI più frequenti tra gli ITALIANI La maggior parte degli stereotipi “tra gli italiani” riguardano gli abitanti di una città o addirittura di un’intera regione e a volte possono essere un po’ offensivi. Innanzitutto, molti italiani vedono ancora molto accentuata la differenza tra il Nord e Sud del Paese. Tanto che gli abitanti del Nord a volte chiamano (con connotazione negativa) quelli del Sud terroni, che deriva dalla visione del Sud come terra arretrata in cui si viveva soprattutto di agricoltura e coltivazione della terra. Gli abitanti del Sud, a loro volta, chiamano quelli del Nord polentoni, siccome la polenta in passato era l’alimento base della dieta delle persone che vivevano al Nord. Fatta questa divisione introduttiva, vediamo appunto come gli italiani vedono gli altri italiani, città per città. 1 - MILANO Partiamo da una delle città italiane più conosciute, Milano. Diciamo che questa non ha una buona fama nel resto dell’Italia: i milanesi sono spesso visti come persone fredde, sempre di corsa e arroganti. Però ci sono anche alcuni stereotipi positivi su di loro, per esempio il fatto che sono persone di parola: se promettono o dicono una cosa, la faranno. 2 - ROMA Passiamo poi alla bellissima capitale italiana, Roma. In generale gli italiani non hanno stereotipi forti sui romani, ma i romani hanno stereotipi tra loro, in particolare è sentita, soprattutto tra i giovani, la differenza tra i “pariolini” di Roma Nord e i “bori” di Roma Sud. In poche parole, si dice che i pariolini siano più ricchi e sfoggino la loro ricchezza con vestiti, auto e accessori costosi, oltre ad essere un po’ arroganti. I bori, invece, vestono marche meno costose, sono costretti ad usare il trasporto pubblico e parlano spesso in dialetto romanesco. 3 - BOLOGNA Per quanto riguarda Bologna, spesso le vengono assegnati tre nomignoli: la Dotta, la Grassa, la Rossa. Da questi nomignoli potete dedurre gli stereotipi legati ai bolognesi: sono persone di cultura (Bologna ospita la più antica università del mondo occidentale, che risale al 1088); mangiano molto bene (tortellini, tigelle, mortadella, ragù, piadina, per citarne alcuni); sono comunisti (il rosso è il colore generalmente associato al Partito Comunista). 4 - VENETO Passiamo poi al Veneto, inteso appunto come regione. Normalmente la prima cosa che viene in mente pensando al Veneto è l’alcol (Prosecco e Spritz, per citarne alcuni). Nel resto d’Italia, di conseguenza, si dice che i veneti sono ubriaconi e alcolizzati. Eppure attenzione: secondo i dati del Ministero della Salute, i veneti non sono al primo posto come “bevitori” in Italia, questo primato spetta agli abitanti del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto-Adige. Si dice anche che i veneti bestemmino tanto, cioè usano imprecazioni e parolacce che riguardano divinità e altri aspetti religiosi. Molti veneti, infatti, hanno la tendenza di usare le bestemmie in mezzo alla frase, a modo di intercalare, senza l’intenzione di offendere. È anche comune sentire dire che i veneti sono razzisti, dovuto al fatto che in Veneto è nata la Lega, un partito politico di estrema destra. 5 - NAPOLI Passiamo poi a Napoli, forse la città che è più spesso oggetto di battute e tanti luoghi comuni. Lo stereotipo che si sente più spesso è che a Napoli è pieno di ladri che ti derubano a ogni angolo, ma la verità è che una cosa del genere può succedere in qualsiasi grande città, un po’ di cautela ci vuole sempre. Non a caso, nell’indice mondiale del crimine del 2020, la città è stata classificata addirittura più sicura rispetto a Roma.…
È possibile insegnare l'italiano a un bambino straniero... a casa? Come Insegnare l'Italiano ai Più Piccoli (fuori dall'Italia) Volete insegnare l'italiano come lingua straniera ai vostri figli o nipoti all'estero. Come fare? Sicuramente un tipo di insegnamento più “serio” può dare al vostro piccolo delle buone basi.Perciò, se potete, scegliere un insegnante privato competente o un corso con altri bambini è sicuramente una buona opzione. Il bambino saprà che “deve” essere attento per quei 30 o 60 minuti e sicuramente finirà per imparare qualcosa. Però quel tempo “ufficiale” non è sufficiente! Sta a voi, poi, integrare quelle lezioni con delle attività a casa, da svolgere nella quotidianità.Avvertimento: munitevi di tanta pazienza. Servirà! 1. Gli oggetti della quotidianità Sfruttate l’ambiente che vi circonda, usate gli oggetti della vita di tutti i giorni per far abituare il bambino alla nuova lingua e farlo immergere in essa. Per esempio, se siete in casa, prendete un oggetto e ditegli il nome. Se prendete una mela dal frigorifero, dite “MELA” e aspettate che il bambino la ripeta. Potete farlo con qualsiasi cosa: gli alimenti in frigo, i vestiti nell’armadio, i suoi giochi... Ma potete anche farlo fuori casa, per esempio al parco o al supermercato. Aiutato dal contesto, il bambino imparerà e ricorderà più facilmente il vocabolario. 2. Non temere la ripetizione Nessuno impara una parola appena gliela dicono. Sarebbe bello no? Ma così come noi adulti abbiamo bisogno della ripetizione, altrettanto ne hanno bisogno i nostri piccoli. Non pretendete che possano imparare una parola solo dopo averla sentita e ripetuta una volta, ma continuate a ripetergliela giorno dopo giorno. Solo così, a furia di sentirla, la imparerà. 3. 10 minuti al giorno Probabilmente all’inizio il vostro bambino (che già sta imparando i nomi delle cose nella sua prima lingua) non capirà perché ne debba imparare altri, in una lingua diversa, per gli stessi oggetti. Il rischio è che continuerebbe a chiamare gli oggetti con i loro nomi nella prima lingua. Perciò, una buona soluzione sarebbe quella di concentrare l’italiano in 10, 15, 20 minuti ogni giorno. Così il bambino saprebbe che in quel tempo deve solo usare l’italiano.Per esempio, nel viaggio in macchina per andare a scuola. Oppure prima di cena. O ancora durante la merenda. “Ok, adesso si parla in italiano. Pronti? Via! Chi sa come si chiama questo oggetto?” E via così. Ovviamente, dovete assicurarvi che in quell’arco di tempo si parli davvero solo italiano! Voi dovete interagire con il bambino solo in italiano e, se lui inizia a rispondere nella sua prima lingua, voi dovete fingere di non aver capito quello che ha detto e di non poterlo aiutare. Per esempio, se vuole del latte ma vi chiede del “milk” (o comunque usa la sua prima lingua), voi non glielo dovrete dare, fino a quando non dirà “latte”. Eh eh… una piccola sofferenza, ma necessaria! 4. Una parola al giorno Un altro buon metodo per aiutare l’apprendimento potrebbe essere decidere di imparare una parola al giorno, ogni giorno alla stessa ora. Così il bambino aspetterà quel momento tutta la giornata. E ovviamente, quella sarebbe anche una buona occasione per ripassare le parole imparate fino a quelmomento. Repetita iuvant! 5. Utilizzare il gioco Si sa: si impara molto di più quando ci si diverte. Perciò i giochi e le attività interattive sono un ottimo modo per insegnare al vostro bambino l’italiano come una lingua straniera. Esempi di giochi utili sono:STREGA COMANDA COLORE: come dice il nome stesso, questo è perfetto per ripassare o imparare i colori. Voi direte “Strega comanda color… (nome del colore)” e il bambino dovrà correre per toccare il colore scelto. Se riuscite a prenderlo prima che lo tocchi, sarà lui la strega al turno successivo. Ovviamente, il gioco è più divertente se lo si fa in tanti.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Può sembrare una cosa banale perché la facciamo da quando siamo bambini, però descrivere oggetti non è così facile come sembra, soprattutto se dobbiamo farlo in una lingua straniera. Continua a leggere per scoprire come farlo... in italiano! Come DESCRIVERE qualcosa attraverso i 5 sensi Le espressioni sono divise in base ai 5 sensi, perché la descrizione di qualsiasi cosa può avvenire in base a come si entra in contatto con quella cosa, se con gli occhi, con le mani, con il naso... 1. Attraverso il tatto In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto dal punto di vista di come appare al contatto, quando lo si tocca. Si potrà parlare quindi di: materiale: di legno, di metallo, d’acciaio, di vetro, di carta, di cotone, di plastica, di pelle, di gomma… temperatura: caldo, freddo, ghiacciato, bollente, tiepido, a temperatura ambiente, asciutto, bagnato, fradicio, umido… consistenza: appuntito, soffice, duro, malleabile, morbido, gommoso, spugnoso, peloso, appiccicoso, liscio, ruvido, unto… utilità: comodo, scomodo, pieghevole, fragile, apri e chiudi, delicato… Per esempio, ora proviamo a descrivere un materassino da yoga attraverso il tatto: È di gomma, a temperatura ambiente, asciutto (anche se diventa umido quando mi ci alleno sopra), spugnoso, comodo e pieghevole. 2. Attraverso la vista In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a come appare ai propri occhi. Si potrà parlare quindi di: forma: rotondo, quadrato, a punta, rettangolare, ovale, arrotondato, tondeggiante, squadrato, spigoloso… colore/fantasia: giallo, rosso, verde, a fantasia, a fiori, a pois, a righe… dimensione: grande, piccolo, medio, alto, basso, spesso, sottile … composizione: è compatto HA + nome dell’oggetto (ha un manico, ha una cerniera, ha un gancio, ha delle paillettes…) È FORMATO DA + nome dell’oggetto (è formato da due elementi, è formato da tre bastoncini e un piano…) Per esempio, ora proviamo a descrivere una pentola attraverso la vista: È rotonda e grigia, è piccola, ha due manici ed è compatta. 3. Attraverso l'olfatto In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce il proprio naso. Si potrà parlare quindi di: odore: è profumato, è puzzolente, inodore… ha un odore molto forte, ha un odore delicato, ha un cattivo odore, ha un tanfo insopportabile… cosa quell’odore ricorda: ricorda un campo di lavanda, ricorda un aranceto in Sicilia… Per esempio, ora proviamo a descrivere una candela profumata attraverso l’olfatto: È profumata, ha un odore delicato che ricorda un aranceto in Sicilia. 4. Attraverso l'udito In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che sentono le proprie orecchie. Si potrà parlare quindi di: tipo di suono: è rumoroso, è silenzioso, ha un volume alto/basso, è un rumore forte, è un suono delicato… FA + descrizione del suono (fa beep beep, fa drin drin…) frequenza del suono: SUONA PER + (n) tempo e poi smette è a intermittenza, è costante… ciò che il suono provoca in noi: è un rumore fastidioso, è assordante, fa venire il mal di testa, fa rilassare… Per esempio, ora proviamo a descrivere il suono di qualcuno che russa attraverso l’udito: È un po’ rumoroso, è a intermittenza, è un rumore fastidioso che fa innervosire chiunque gli stia accanto. 5. Attraverso il gusto In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce la propria bocca, o più precisamente le proprie papille gustative. Si potrà parlare quindi di: tipo di gusto: dolce, amaro, piccante, salato, speziato, aspro, rinfrescante, insipido… ha un sapore delicato, intenso… la reazione che il gusto provoca in noi: fa rabbrividire,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In questa lezione avrete l’opportunità di mettervi alla prova e scoprire quanto conoscete la cultura italiana. Ricordate: le domande hanno un livello di difficoltà crescente. Scopri quanto conosci il Bel Paese Come dicevamo, si comincia con 5 domande di livello principiante, per poi passare a 5 di livello intermedio e concludere con 5 domande di livello avanzato. Pronti? 1) Qual è il nome della famosa opera scritta da Dante Alighieri? I Promessi Sposi La Divina Commedia Il Decamerone 2) Chi ha dipinto la Cappella Sistina? Leonardo da Vinci Raffaello Sanzio Michelangelo Buonarroti 3) Quante sono le regioni italiane? 25 18 20 4) In che giorno si celebra la Festa della Repubblica? 25 aprile 1° maggio 2 giugno 5) Qual è stata la prima capitale d’Italia? Torino Firenze Milano 6) Qual è il fiume più lungo d’Italia? Il Po Il Tevere L’Arno 7) Da quanti mari è bagnata l’Italia? 2 6 3 8) Qual è la regione italiana più grande? Sicilia Lombardia Emilia-Romagna 9) In quale anno avvenne l’Unità d’Italia? 1961 1861 1781 10) Cosa si celebra il 25 aprile? Festa della Costituzione Festa della Liberazione Festa dei Lavoratori 11) Chi è stato il primo Presidente della Repubblica italiana? Luigi Einaudi Enrico De Nicola Giovanni Leone 12) Quanti articoli ci sono nella Costituzione italiana? 139 90 152 13) Quanti Stati indipendenti ci sono in Italia? 2 Nessuno 4 14) Come si chiama la sede del Presidente della Repubblica? Palazzo Madama Palazzo del Quirinale Palazzo Montecitorio 15) In Italia c’è solo una lingua ufficiale (l’italiano), ma il governo riconosce ufficialmente come lingue anche altre… 5 20 3 Le soluzioni corrette sono alla fine del video! Se volete continuare a imparare e affinare le vostre competenze linguistiche, vi consigliamo di esplorare tutti gli altri nostri test. In particolare, potreste trovare utile il test di grammatica. Buon apprendimento!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Benvenuti nell'incantevole mondo delle favole! In questo articolo scopriremo alcune espressioni italiane che derivano dalle fiabe e dai loro personaggi. Pronti a lasciarvi incantare? Espressioni Fiabesche: Metafore del Quotidiano 1. LA BELLA ADDORMENTATA Chi è la “Bella addormentata”? Aurora, una delle principesse delle fiabe molto amata, che cade in un sonno profondo in attesa del suo principe. Con queste parole, nell'italiano odierno della vita di tutti i giorni, ci si riferisce a una persona molto calma, molto ingenua e troppo spesso con la testa tra le nuvole, che spesso non si rende conto di ciò che succede intorno a lei e quindi anche di eventuali pericoli. ESEMPIO: Che stai facendo lì come la bella addormentata? Svegliati! C’è ancora tanto lavoro da fare! 2. C'ERA UNA VOLTA “C’era una volta” è la classica espressione con cui cominciano le fiabe. Utilizzata nel quotidiano, serve per introdurre un racconto e sottolineare che si tratta di qualcosa che è successo in un tempo passato indefinito, molto generico. ESEMPIO: C’era una volta un mondo senza cellulari, in cui non era possibile contattare una persona se questa non si trovava a casa. Sembra preistoria, eppure sono solo alcuni anni fa. 3. E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI “E vissero per sempre felici e contenti”, al contrario della precedente, è la classica espressione con cui terminano le fiabe... quelle con un lieto fine. Nella vita di tutti i giorni, è utilizzata per indicare la conclusione di un evento o una relazione in modo ottimista, positivo. ESEMPIO: Matteo e Sara si erano conosciuti al liceo ma poi si sono persi di vista. Un paio di anni fa si sono ritrovati per caso in Giappone e hanno passato una settimana insieme. Nel giro di due mesi hanno deciso di andare a vivere insieme e sposarsi, e vissero felici e contenti. 4. LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO Questa espressione fa riferimento a una favola di Esopo: un uomo aveva una gallina che ogni giorno produceva un uovo d’oro. Non accontentandosi, decise di ucciderla sperando di trovare tanto oro al suo interno, ma invece era una gallina come le altre... e lui perse una buona fonte di ricchezza. Nella vita quotidiana odierna, è utilizzata in riferimento a una persona, un'attività oppure una condizione che si rivela essere estremamente redditizia, che porta molto denaro. ESEMPIO: Marco ha trovato la gallina dalle uova d’oro: sua moglie è la figlia di un imprenditore milionario della città. 5. MORALE DELLA FAVOLA La “morale” è un messaggio contenuto in una favola, con lo scopo di dare un insegnamento e consigliare un comportamento corretto. L’espressione è utilizzata nella vita di tutti i giorni in modo scherzoso per trarre le conclusioni di qualcosa. ESEMPIO: Eravamo andati a letto tardi la sera prima, avevamo bevuto un po’, la mattina la sveglia non ha suonato e il cellulare nel frattempo si era scaricato. Morale della favola: abbiamo perso il treno e abbiamo dovuto aspettare quello del giorno dopo! 6. RAPERONZOLO Raperonzolo è la famosa principessa dai capelli lunghissimi, protagonista di una fiaba. Perciò, usare “Raperonzolo” in riferimento a qualcuno oggi significa che quella persona ha capelli folti, forti e lunghi. ESEMPIO: Che bei capelli! Sembri Raperonzolo! Cosa fai per mantenerli così forti? 7. BIANCANEVE Biancaneve è la celebre principessa di una fiaba dal volto bianco e pallido, motivo per cui era stata chiamata così: “bianca come la neve”. Se la si rivolge a qualcuno, significa che quella persona ha una carnagione molto chiara oppure che è particolarmente pallida. ESEMPIO: Miriam si abbronza difficilmente, sembra proprio Biancaneve. 8. LA PRINCIPESSA SUL PISELLO Anche la principessa sul pisello è la protagonista di una fiaba per bambini, come le due precedenti. La principessa della storia era stata sottoposta a un test per vedere ...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
In italiano alcune città estere vengono chiamate con il proprio nome originale (New York, San Francisco, Madrid...), mentre altre vengono tradotte (London --> Londra, Paris --> Parigi, New Delhi --> Nuova Delhi) e così via. Esiste una regola per sapere quali nomi tradurre e quali nomi lasciare invariati? Non proprio... In ogni caso... Facciamo chiarezza! I NOMI delle CITTÀ ESTERE in ITALIANO In questo articolo parleremo delle ragioni per cui i nomi di alcune città estere sono rimasti invariati e per quali motivi altri invece sono stati tradotti! Come dicevamo, non c’è una vera e propria regola che determina quali tradurre (e quali no), ma ci si basa su consuetudini legate a motivi storici o pratici. Ragioni principali per cui i nomi di alcune città sono stati tradotti: 1. Il Latino Prima di tutto, bisogna dire che l’italiano, insieme ad altre lingue romanze, ha chiaramente subito l’influenza del latino. Di conseguenza, ha ereditato in gran parte l’etimologia latina anche per i nomi delle città, che sono rimasti pressoché invariati nella forma finale.Ad esempio, la forma Lutetia Parisiorum (antico nome di Parigi nell’opera di Cesare Il De Bello Gallico) si è successivamente trasformata in Parigi: l’influenza è notevole, nonostante alcune modifiche a livello fonetico.Stessa cosa vale anche per Barcellona, che deriva dal latino Barcinone(m).Anche Londra era già nota ai latini come Londinium, anche se in questo caso l’adattamento italiano si è un po’ allontanato dalla versione latina originale, probabilmente per come è stato con il tempo trasmesso oralmente dalle persone. 2. La storia più recente e il fascismo Cosa è successo invece nella storia più recente? In linea di massima, tutti i nomi di città e Paesi con cui l’Italia aveva avuto contatti nel corso della storia venivano adattati alle norme fono-morfologiche italiane. Questo perché nel passato non era comune l’idea di “apertura” alle lingue straniere, pochi le parlavano e quindi, quando bisognava menzionare delle città straniere (perché avevano relazioni con l’Italia), venivano tradotte o adattate, per renderle più comprensibili e pronunciabili dai parlanti madrelingua. Questa pratica è rimasta in vigore fino al Novecento, e in particolare si è rafforzata durante il periodo fascista con la sua forte impronta nazionalista. Nello specifico, a partire dal luglio del 1923, Mussolini aveva eliminato l’insegnamento bilingue nelle scuole slovene e aveva modificato la denominazione dei luoghi di gran parte del nord Italia, proprio per eliminare completamente le parole non italiane nei nomi di città, tra le altre cose. Per esempio, vocaboli come “film” (che divenne “pellicola”) o “sandwich” (che si trasformò in “tramezzino”) hanno subito la stessa sorte in quel periodo. Proprio per tutto questo, abbiamo situazioni come: Colonia ma Dortmund in Germania, Nizza ma Cannes in Francia, Edimburgo ma Glasgow in Scozia. Potete facilmente intuire, tra queste coppie, quale delle due avesse più rapporti con l’Italia. 3. Mancanza di caratteri In altri casi, si ricorre alla traduzione (o all'adattamento) a causa della mancanza di certi caratteri originali del nome straniero all'interno dell'alfabeto italiano. Questo è il caso del nome Copenaghen, ad esempio, che è un'adattamento di København. È evidente che, in questo caso, la ragione è la mancanza di certe lettere dell'alfabeto danese in italiano. Per questo motivo, si è adattata la forma danese alle esigenze italiane, pur senza allontanarsi troppo dalla forma originale. 4. L'inglese I toponimi (= nomi di luoghi) anglo-americani, invece, restano principalmente nella forma originale. Perché? Per varie ragioni… Sicuramente perché molte di loro sono state fondate abbastanza recentemente. E poi per via della sempre più grande diffusione dell’inglese in Italia. È il caso di città come Sydney, Washington, Chicago,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Che cos’è una battuta “squallida” in italiano? Una battuta “squallida” (o una freddura) in italiano è un gioco di parole divertente e spiritoso. Freddure italiane che ti faranno piangere dalle risate (forse) In questo articolo vi offriamo un elenco di 10 freddure, con le relative spiegazioni. 1. "Che cosa fanno otto cani in mare?" "Il can-otto!" La domanda è abbastanza semplice e fa riferimento a cosa potrebbero fare otto cani in mare. La risposta gioca con le parole “cane” e “otto”, unendole e facendo sì che si crei la parola “canotto”, che in italiano indica una piccola imbarcazione utilizzata per il trasporto di persone. 2. "Cosa fa un ginocchio in discesa? "Rotula!" Nella domanda ci si chiede che cosa ci faccia un ginocchio su una discesa. La risposta scherzosa gioca con la parola “rotula” (che è un osso che si trova nel ginocchio), che ricorda molto la parola “rotolare” (verbo che indica un movimento rotatorio continuo, soprattutto su una discesa). 3. "Ma se io mi metto la camicia di lino, poi Lino che si mette?" Lo scherzo fa riferimento alla ripetizione della parola “lino”. In italiano il sostantivo “lino” indica il tessuto di cui è composta la camicia. Mentre Lino (con la lettera maiuscola) è un nome proprio di persona italiano. La freddura sta proprio nel giocare con il nome proprio di persona, chiedendosi dunque Lino cosa potrebbe indossare se la camicia di lino è già indossata da qualcun altro! 4. "Cosa fa un gallo in chiesa?" "Il chicchirichetto!" La risposta è un gioco di parole tra “chicchirichì”, versione onomatopeica del verso del gallo, e “chierichetto”, un giovane che svolge funzioni liturgiche in una Chiesa. 5. "Vorrei acquistare una camicia." "La taglia...?" "No, la porto via intera." Immaginiamo di trovarci in un negozio e chiediamo al commesso una camicia da acquistare. Il commesso ci chiede la taglia, cioè la misura che indossiamo solitamente. In italiano però chiedere soltanto “La taglia?” può anche essere una struttura formata dal pronome diretto (la) e il verbo "tagliare". Dunque, la risposta scherzosa a questa freddura è “la porto via intera” alludendo al fatto che non vogliamo tagliare la camicia (cioè ridurla in pezzi), perché abbiamo bisogno del capo d’abbigliamento "tutto intero". 6. "Ho finito le battute in serbo... e adesso inizio quelle in croato" Lo scherzo gioca con “in serbo”, che in italiano ha un duplice significato: può voler dire “che si tiene da parte” (battute in serbo = battute tenute da parte, solo per noi, magari nella nostra mente); però può anche indicare "in lingua serba". È così che nasce la battuta: le battute “in serbo” sono terminate, posso iniziare a raccontare quelle "in croato" (lingua croata), giocando sulla contrapposizione delle lingue di Serbia e Croazia. 7. "Che vitaccia!" - disse il cacciavite. Il cacciavite è un oggetto inanimato, che non può parlare, però il bello delle freddure è proprio quello di essere anche assurde. Il cacciavite, che è uno strumento che si usa per avvitare le viti, dice che quella che sta vivendo è una vitaccia. La battuta gioca con il doppio significato di "vitaccia": 1. dispregiativo di "vita" (vita brutta); 2. dispregiativo di "vite" (vite non buona). 8. "Ma perché i gatti hanno i canini ma i cani non hanno i gattini?" Questa battuta gioca sulla contrapposizione cane/gatto. Al centro del dibattito ci sono i canini, che sono una tipologia di denti affilati, che hanno tutti gli animali (compresi gli esseri umani). La battuta gioca con la somiglianza di “canino” (dente) con la parola “cane” (in particolare, "canino" come "piccolo cane"). I gatti, come tutti gli animali, hanno i "canini" (denti), ma i cani non hanno i "gattini"! 9. "Qual è la città preferita dai ragni?" "Mosca!" Mosca è la capitale della Russia ma, in italiano, la parola “mosca” (con la lettera minuscola) indica anc...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Utilizzare i taxi in Italia è un'esperienza conveniente e affidabile per spostarsi comodamente in città. In questa guida scoprirete come chiamare un taxi, cosa dire all'autista e come comportarsi durante il viaggio. Cosa dire e cosa fare quando si prende un taxi in Italia Se durante il vostro soggiorno in Italia vi serve un taxi, potete cercarlo in vari modi. 1 - Chiamare i numeri dedicati (basta cercare su Google) 2 - Usare una delle app dedicate 3 - Recarvi alle fermate dedicate, riconoscibili attraverso un cartello arancione Se siete in un albergo o un ristorante, potete chiedere a chi è in struttura di chiamare un taxi per voi, dicendo: Può chiamare un taxi (per me/noi) per favore? Se invece dovete chiamare voi, niente panico! L’importante è prepararsi prima: magari potreste memorizzare frasi fatte, come quelle che vedremo tra poco, o addirittura potreste scriverle, così da non dimenticarle! Per esempio, se vi serve un taxi subito, potete dire: Avrei bisogno di un taxi il prima possibile. Quando sarebbe possibile avere un taxi? Potrebbe mandare un taxi il prima possibile? Ovviamente, la persona dall’altro lato vorrà sapere più informazioni su dove siete: Mi trovo in via… (Roma, 9) / presso piazza… (San Carlo) / al ristorante… (Sfizio) a… (Napoli). Spesso non è necessario specificare la città. Generalmente non serve dire al telefono qual è la vostra destinazione. Però, se si tratta di una destinazione “facile” (come la stazione o l’aeroporto), potete aggiungerla. Per esempio: Salve, avrei bisogno di un taxi per l’aeroporto il prima possibile. Mi trovo in via Dante n 8. Se avete molta fretta, potete chiedere: Quanto tempo ci mette ad arrivare più o meno? Saprebbe dirmi all’incirca tra quanto tempo arriva? C’è molto da aspettare? Se invece volete prenotare un taxi per un giorno e un orario fissati, potete dire: Posso prenotare un taxi per il giorno … alle ore …? Vorrei prenotare un taxi per il giorno … alle ore … Ho bisogno di un taxi per il giorno … alle ore … Una volta che siete nel vostro taxi, dovrete dire all’autista dove volete andare: Mi può portare a… (alla stazione) / in via… (Roma), per favore? Mi porti a… (all’aeroporto) / in via… (dei Faggi numero 165), per favore. Vado / Devo andare / Ho bisogno di andare a… (al Colosseo) / in… (Piazza Navona), grazie. Se la vostra destinazione è un po’ generica (come una piazza), avrete bisogno, una volta arrivati, di dare indicazioni al tassista su dove volete esattamente scendere: Scendo qui, grazie. Mi lasci qui, per favore. È proprio qui che devo andare, grazie. E infine, è il momento di pagare: Quanto le devo? Qual è il costo della corsa? (corsa = percorso di un mezzo pubblico) Posso pagare con carta / in contanti? La pago in contanti / con carta. Va bene? In Italia, poi, non è necessario, ma se volete, potete anche aggiungere la mancia per il tassista: Ecco la mancia! Tenga pure il resto (come mancia)! Detto questo, vediamo alcuni consigli su cosa fare e come comportarsi quando si deve prendere un taxi in Italia: 1. È possibile sapere in anticipo quanto pagherò la corsa? Non sempre. Ci sono delle tariffe fisse, ma di solito sono valide per percorsi specifici, come dalla stazione all’aeroporto o dal centro allo stadio. Altrimenti, potete chiedere al tassista: Quanto costa andare… (in centro / al Colosseo / al centro commerciale X) ? Qual è la tariffa per la corsa da qui a… ? (tariffa = prezzo fisso per un determinato servizio) Ha un’idea di quanto mi verrebbe a costare la corsa per… ? 2. L'indirizzo Se non vi sentite completamente a vostro agio con il vostro italiano, vi consiglio di preparare l’indirizzo in anticipo. Cercate di perfezionare la pronuncia il più possibile, così che sia chiaro al tassista quando glielo dite. E non dimenticate di imparare i numeri!…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Vi siete mai chiesti chi abbia inventato le parole che utilizziamo quasi ogni giorno? Non ho la risposta per tutte tutte le parole italiane, ma ce ne sono un sacco che sono state inventate da scrittori italiani, e che noi usiamo quotidianamente senza saperlo! Scopriamole insieme! Non solo Dante! A chi si devono le parole italiane? 1. Sappiamo tutti cos’è una PIADINA, non è vero? Si tratta di una sfoglia come una focaccia piatta, sottile, non lievitata e circolare, che si consuma a fette oppure piegata in due e farcita a piacere. Ma chi ha inventato la parola? Ebbene, il termine è stato inventato dallo scrittore italiano Giovanni Pascoli, nato e cresciuto in Emilia-Romagna, patria della piadina. Infatti, più precisamente, è stato lui a italianizzare il termine dialettale romagnolo “piè” in “piada”, in seguito “piadina”. Addirittura Pascoli ha scritto una poesia dedicata alla piadina! Nel poemetto, la elogia, considerandola un alimento antico quasi quanto l’uomo, e definendola “il pane nazionale dei Romagnoli”. E voi? L’avete mai mangiata? 2. Adesso parliamo di un aggettivo: MOLESTO. “Molesto” indica qualcuno o qualcosa che, con la propria azione o la propria presenza, provoca una sensazione di irritazione o disagio. Come una mosca per esempio, oppure una persona che si lamenta in continuazione! Ebbene, in pochi lo sanno, ma questo aggettivo deriva dal latino molestus ed è associato a Dante. In realtà, si pensa che non lo abbia inventato proprio da zero: sembrerebbe infatti che il termine esistesse già ai suoi tempi, ma è sicuramente grazie a lui che si è affermato e si è diffuso ampiamente. Infatti, Dante lo ha usato molto nella sua Divina Commedia: “Or vedi la pena molesta, tu che, spirando, vai veggendo i morti: vedi s’alcuna è grande come questa.” “La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patria natio a la qual forse fui troppo molesto.” 3. Un altro detto che si deve a Dante è SENZA INFAMIA E SENZA LODE... In realtà questa è la versione italianizzata dell’originale dantesco “sanza ’nfamia e sanza lodo”. Nella Divina Commedia, è utilizzato da Virgilio per descrivere a Dante gli ignavi, i dannati che, durante la propria esistenza terrena, non hanno mai agito né nel bene né nel male, non hanno mai seguito un proprio ideale. Infatti, oggigiorno il detto indica qualcosa di mediocre, che non ha proprio niente di speciale. Per saperne di più su quanto Dante abbia influenzato la lingua italiana, potete leggere il nostro articolo dedicato alle espressioni che ancora oggi utilizziamo frequentemente e che sono state inventate proprio da lui! 4. Anche Giacomo Leopardi è il padre di nuove parole, come INCOMBERE Il poeta di Recanati, però, ha dato vita a termini che sono estremamente raffinati e di tono elevato, e perciò non molto diffusi nella vita di tutti i giorni. Un esempio? Il verbo INCOMBERE. Questo verbo si riferisce generalmente a fatti gravi o situazioni minacciose, e significa “essere imminente”. Per esempio: A causa di guerra e siccità, la carestia incombeva sulla città. 5. Avete mai sentito l’espressione ESSERE UN ALTRO PAIO DI MANICHE? Significa “essere tutt’altra cosa, essere molto diversa e non paragonabile con la cosa precedente”, sia in senso positivo (è di gran lunga migliore) che negativo (è di gran lunga peggiore). Ma... Cosa c’entrano le maniche? Il riferimento è ai vestiti femminili di svariati secoli fa (Quattrocento, Cinquecento), quando erano molto complessi e pesanti, quindi difficili da lavare; perciò le maniche erano intercambiabili, cioè create in modo che si potessero staccare facilmente dal resto del vestito. Quello che si faceva più spesso, allora, era sostituire (e lavare) solo le maniche e questo dava l’idea che si trattasse di un altro vestito. È stato lo scrittore Alessandro Manzoni, però,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Dicembre è il mese di Natale e, in Italia, ogni regione lo festeggia con delle tradizioni e delle abitudini molto particolari. In questa lezione scopriremo quali sono! Natale nelle diverse Regioni italiane: un mosaico culturale festivo 1. VALLE D'AOSTA Tra le tradizioni più interessanti del Natale in Valle d’Aosta c’è la sagra del pane micooula (in dialetto, “un po’ piccolo e un po’ speciale”), preparato proprio nel periodo natalizio e fatto con castagne, noci, uva passa e fichi secchi. La tradizione ha origine da una leggenda: come consuetudine, la sera della Vigilia di Natale, una donna di nome Rosa si stava dirigendo in chiesa per la Messa. Poiché era in ritardo, prese una scorciatoia attraverso il bosco e si trovò di fronte a un vecchio mulino abbandonato, noto per essere la dimora di spiriti, streghe e altre creature maligne. Tuttavia, la donna non era spaventata perché sapeva che Dio vegliava su di lei. Così, quando le comparve davanti un enorme serpente minacciandola, Rosa gli chiese cosa volesse per ritrovare la retta via smarrita. Il serpente le chiese un pezzo di pane dalla chiesa in cambio della sua vita salva. Rosa accettò e, tornando dalla Chiesa, diede al serpente il pane benedetto. Dopo averlo mangiato, il serpente si trasformò in una colomba bianca, che spiccò il volo verso il cielo. 2. PIEMONTE In Piemonte la tradizione del Ceppo di Natale è molto conosciuta. Si tratta di un tronco d'albero decorato con candele, che viene acceso la sera della Vigilia di Natale. Ma era così popolare che… è diventato anche dolce! Infatti, è molto comune preparare un tronchetto dolce per il pranzo natalizio, fatto con cioccolato, panna, brandy… Probabilmente, questa tradizione è stata influenzata dalla Francia (vicina al Piemonte), dove è molto comune la Bûche de Noël per Natale. 3. LOMBARDIA Il famosissimo panettone natalizio, un dolce lievitato ricco di canditi e uvetta, è nato proprio in Lombardia e qui, ancor più che nel resto d’Italia, è un must per il cenone (e il pranzo) natalizio. Ma come è nato il panettone? Ci sono varie leggende al riguardo. La più accreditata narra che il panettone sia nato per errore durante il pranzo di Natale preparato per Ludovico il Moro (XV secolo). Il cuoco di corte avrebbe infatti scordato nel forno il dolce che stava preparando, facendolo bruciare. Lo sguattero Toni, però, trovò la soluzione per servirlo lo stesso: unì all’impasto salvabile burro, uvetta e canditi! Diede così origine al “Pan di Toni”, poi divenuto “panettone”. 4. TRENTINO-ALTO ADIGE In Trentino si festeggia il Krampuslauf, una parata di Krampus (figure demoniache dai denti aguzzi e dalle lunghe corna). Queste figure sfilano per le vie delle città, spaventando grandi e piccini ma soprattutto scoraggiando i cattivi comportamenti dei bambini durante il periodo natalizio. 5. VENETO A Venezia, soprattutto nel passato, la figura della Befana era più popolare di quella di Babbo Natale. I bambini, infatti, non aspettavano i regali da Babbo Natale, ma proprio dalla vecchina, la “Marantega”, che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, riempiva le loro calze con piccoli doni, dolci, caramelle, frutta secca, mandarini e, per i più monelli, anche qualche pezzo di carbone. Perciò ancora oggi, ogni anno, a Venezia, viene organizzata la Regata della Befana, una cerimonia decisamente unica nel suo genere rispetto alle celebrazioni per la Befana nel resto d’Italia. 6. FRIULI-VENEZIA GIULIA La tradizione più affascinante, antichissima ma ancora oggi viva e sentita, è quella dei Pignarûi. Il Pignarûl sembrerebbe legato all’adorazione di Beleno (o Belanu), antica divinità della luce. Beleno era uno dei principali dei pagani per il quale si eseguivano sacrifici e riti. Tra questi vi era l’accensione di falò sulla cima dei colli, forse anche in onore della sua compagna, Belisma, dea del fuoco. Così ancora oggi, dopo secoli, la sera del 5 gennaio e soprattutto la sera del 6 gennaio...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
1 10 CURIOSITÀ sulla MODA ITALIANA 13:48
Italia: Paese conosciuto in tutto il mondo per cibo, arte, cultura, storia, paesaggi, ma anche per la moda e il cosiddetto “Made in Italy”, che affonda le sue radici negli anni Cinquanta. Ovviamente, una storia così lunga non poteva non avere intriganti curiosità... che scoprirai continuando a leggere! Il Made in Italy: segreti, sorprese e tragedie 1. Com'è nato il mito della Moda Italiana? Il mito della moda italiana risale a una sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 dal marchese Giovanni Battista Giorgini nella sua residenza fiorentina, che prende il nome di “First Italian High Fashion Show” . Dieci stilisti italiani presentarono i loro modelli e l’evento fu un tale successo da essere descritto come una bomba che avrebbe scosso i saloni dell’alta moda parigina e minacciato il loro monopolio. Parigi fino a quel momento era infatti considerata l’unica capitale della moda, senza alcun rivale che potesse tenerle testa. 2. Il segreto del successo In che modo però l’Italia è riuscita ad arrivare ai livelli della competizione con la moda francese? Semplice: adottando una filosofia opposta alla sua! L’obiettivo di Giorgini era creare un mercato di vestiti più moderni e allo stesso tempo meno sofisticati, che avessero prezzi più accessibili a tutti. 3. Italia e celebrità Un grande aiuto per promuovere e rendere più popolare la moda del Bel Paese è stato fornito da grandi icone del cinema, tanto italiane quanto straniere. In primis, le italiane Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ammirate anche all’estero, poi anche le famosissime Audrey Hepburn, Elizabeth Taylor e Marylin Monroe. Quando loro hanno cominciato a indossare il Made in Italy, in tanti hanno deciso di copiare i loro look e il loro stile, che subito sono stati associati a classe, eleganza, raffinatezza, qualità. 4. Tessuto elasticizzato Uno dei motivi per cui la moda italiana ha riscosso così tanto successo sono state senza dubbio le innovazioni introdotte dai grandi stilisti italiani. Riuscireste ad immaginare la vostra vita senza vestiti elasticizzati? Fino agli anni ‘60 non esistevano tessuti elasticizzati, i primi campioni furono creati da Elio Fiorucci, che mise insieme l’appena inventata Lycra al denim, dando vita ai jeans elasticizzati. Non solo una comodità, ma anche un aiuto ad esaltare il proprio fisico e le proprie curve. 5. Creazione della top model C'è differenza tra una semplice modella e una vera e propria top model. La modella si limita a sfilare, è un quadro bianco dove l'effettivo protagonista del ritratto è il capo di abbigliamento indossato. La top model invece è molto di più di una semplice indossatrice, è la musa che ispira lo stilista a creare l’abito perfetto per lei. Tra le più famose ricordiamo Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Cindy Crawford e Carla Bruni. Vi sorprenderà scoprire che la figura della top model è stata inventata proprio da un italiano negli anni ‘90, il grandissimo Gianni Versace. 6. Caso Versace Proprio Gianni Versace, grande icona della moda italiana, ha fatto una fine tragica. Gianni Versace è stato assassinato davanti alla sua villa di Miami da un giovane di 23 anni, Andrew Cunanan, serial killer all’apice di un delirio omicida durato 90 giorni. La polizia ha inizialmente archiviato il caso come un suicidio e l’eredità del brand è passata alla sorella minore Donatella Versace. Se la vicenda vi incuriosisce, potete dare un’occhiata alla serie tv “The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”, basata sugli eventi. 7. Caso Gucci Altro re della moda italiana la cui storia si conclude in cronaca nera è Maurizio Gucci. Lui è stato ucciso a Milano la mattina del 27 marzo 1995, per mano di un sicario. Ingaggiato da chi? Niente meno che dalla sua ex moglie Patrizia Reggiani, condannata a 29 anni di carcere insieme a complici ed esecutori nonostante non abbia mai confessato il suo ruolo nel delitto in tribunale.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Il verbo ANDARE indica non solo uno spostamento fisico, ma ha anche tante altre sfumature che possono causare confusione. Vediamo insieme i 5 errori e dubbi più comuni per gli stranieri con questo verbo! Tutte le Sfumature e gli Usi del verbo ANDARE ANDARE significa "recarsi, dirigersi verso un luogo". Ma quali sono i suoi usi particolari o gli errori che gli stranieri commettono più spesso con questo verbo? ANDARE al posto di VENIRE Un errore comune è quello di confondere il verbo ANDARE con il verbo VENIRE, in quanto entrambi indicano uno spostamento verso un luogo, ma non sono sinonimi e quindi non sono intercambiabili! La differenza sta nel punto di vista. ANDARE significa spostarsi verso un luogo o una persona lontana da chi parla o da chi ascolta. VENIRE, invece, indica lo spostamento verso il luogo in cui si trova la persona che sta parlando o la persona con cui si sta parlando, oppure anche verso il luogo in cui una delle due persone sta andando. Vediamo meglio cosa si intende con degli esempi. Cominciamo con il verbo ANDARE: 1. Vado al ristorante stasera perché non ho voglia di cucinare. 2. Andremo da Ludovica per festeggiare il suo compleanno. Come potete vedere negli esempi precedenti, tutti i luoghi espressi sono lontani da dove si trova ora il parlante (e l'interlocutore). Vediamo ora un paio di esempi col verbo VENIRE: 1. Vieni a casa mia stasera: possiamo guardare la partita e mangiare una pizza. (= spostamento verso il luogo dove si trova la persona che sta parlando) 2. Posso venire un attimo da te? Ho bisogno di parlarti. (= spostamento verso il luogo dove si trova la persona con cui si sta parlando) 3. Vieni anche tu alla festa di stasera? Sarà sulla spiaggia, quindi immagino che ci divertiremo un sacco! (= spostamento verso il luogo dove uno dei parlanti sta andando) ANDARE + PARTICIPIO PASSATO: cosa significa? Il verbo ANDARE può essere usato in alcuni casi seguito dal participio passato di un altro verbo. Questa costruzione assume una forma passiva e un senso del “dovere”, indicando qualcosa che deve essere fatto. Per esempio: 1. Se il computer non funziona più, va cambiato. (= deve essere cambiato) 2. Le cose che si cominciano vanno finite. (= devono essere finite) 3. Gli ospiti nella stanza 17 vanno svegliati alle 6 di mattina domani. (= devono essere svegliati) ANDARE + gerundio: cosa significa? Questa struttura del verbo è progressiva: c’è quindi un significato sottinteso di “ripetutamente, via via, continuamente”. Indica, perciò, un’azione che non si svolge in un momento specifico, ma è già iniziata nel passato, si sta protraendo nel presente e continuerà anche nel futuro. Vediamo alcuni esempi! 1. A volte mi chiedo proprio cosa tu vada cercando nella vita. 2. Ci sono due persone che vanno domandando informazioni sul tuo conto… Le conosci? 3. Sono anni che vado ripetendo la stessa cosa: non devi mai prestare soldi ai conoscenti. VADO A FARE invece di FARÒ: influenza dallo spagnolo e dall’inglese? In quali casi è corretto? Si potrebbe pensare, soprattutto se si è madrelingua inglesi o spagnoli, che anche in italiano la forma “andare a fare” sia una struttura per indicare il futuro, ma non è così. Non posso uscire più tardi perché vado a preparare una torta. —> sbagliata Non posso uscire più tardi perché preparo/preparerò una torta. —> corretta In italiano la forma “andare a (fare qualcosa)” esiste, ma indica che ci si sta fisicamente spostando in un luogo diverso da quello in cui ci si trova per fare una determinata cosa, in questo momento o nel breve futuro. Ecco qualche esempio: 1. Esco un attimo: vado a fare la spesa. 2. Vado a fare la doccia… Se suona il telefono rispondi tu per favore! 3. Stiamo andando a fare l’esame di inglese, auguraci buona fortuna! ANDARE in espressioni comuni Il verbo ANDARE è utilizzato anche in molte espressioni idio...…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
La lingua italiana, come tutte le altre, si arricchisce costantemente di nuove parole e termini. Questo è dovuto al fatto che la nostra vita influenza moltissimo ciò che diciamo e come parliamo. Tra i neologismi, infatti, rientrano tutte quelle parole che fanno parte della nostra quotidianità. NEOLOGISMI della lingua italiana Dopo l'anno 2000 il vocabolario italiano si è arricchito di molte nuove parole. Esse derivano da mondi diversi, perché la lingua si evolve e si adatta in base ai cambiamenti della società. Vediamo insieme i termini più diffusi provenienti da vari settori! Dal mondo dei giovani: 1) Friendzonare = rifiutare uno spasimante e respingerlo all'interno di un semplice rapporto di amicizia, in quanto non si condividono gli stessi sentimenti. 2) Blastare = nel mondo dei social network, rispondere duramente a qualcuno, attaccarlo, deriderlo o zittirlo pubblicamente per aver detto una sciocchezza, solitamente da una posizione di presunta superiorità intellettuale. 3) Instagrammabile = foto, immagine o video adatto per essere condiviso sui social, in particolare Instagram, perché sicuramente attirerebbe molti seguaci e Mi piace. Dal mondo di trap o rap: 1) Dissare = nel rap, l’insieme degli insulti e delle offese nel testo di una canzone, dirette a un altro soggetto specifico. Deriva dalla parola inglese “disrespecting” (mancare di rispetto). 2) Sbatti = il darsi da fare, anche improduttivamente, nel tentativo di ottenere un determinato risultato. Non avere lo sbatti di + INFINITO: non avere voglia di fare qualcosa di noioso o pesante. È stato reso famoso dal cantate italiano Il Pagante. Per scoprire tutte le altre, guarda il video sulle parole derivate dal mondo del rap. Dal COVID-19: 1) Tamponarsi = sottoporsi ad un tampone, cioè un test per scoprire se il virus è nell’organismo. 2) Distanziamento sociale = l’insieme delle misure necessarie a contenere la diffusione di un’epidemia o pandemia, come, per esempio, quarantena dei soggetti a rischio o positivi, isolamento domestico, divieto o limitazione degli assembramenti, chiusura delle scuole. 3) Didattica a distanza (DAD) = la modalità di apprendimento online e, quindi, non in presenza. Si è diffuso in Italia dopo la chiusura delle scuola a marzo 2020 a causa della pandemia da COVID-19. Dal mondo della tecnologia: 1) Virale = un contenuto video o foto che si diffonde molto facilmente sul web, diventando spesso tanto popolare da dare vita a una nuova tendenza. 2) Memare = creare e/o postare meme (contenuti digitali, spesso umoristici) e utilizzarli per prendere in giro. 3) Whatsappare = inviare, scambiarsi dei messaggi, tramite l’applicazione di messaggistica WhatsApp. 4) Disiscriversi = cancellare, revocare un'iscrizione. 5) Spoilerare = rivelare in anticipo, in parte o del tutto, la trama o il finale di un film o una serie TV. 6) Triggerare = nel suo significato più diffuso sul web, provocare una reazione di rabbia in qualcuno. 7) Twittare = pubblicare brevi messaggi di testo sulla piattaforma Twitter (ora X). Altri neologismi nel vocabolario italiano: 1) Badante = la persona, priva di particolari certificazioni, addetta alla sorveglianza di anziani o persone non autosufficienti. 2) Brassare = prestito adattato dal francese (brasser), significa produrre la birra, con particolare riferimento a quella artigianale. 3) Bullizzare = sottoporre qualcuno a un trattamento violento, verbalmente, psicologicamente o fisicamente. 4) Camperizzare = modificare un mezzo di trasporto come un furgone o un'auto con attrezzature e strumenti, così da trasformarlo in un vero e proprio camper. 5) Cuociriso = piccolo elettrodomestico per la bollitura del riso. 6) Docciarsi = farsi una doccia. 7) Domotizzare = rendere i dispositivi e gli elettrodomestici di una casa automatizzati attraverso sistemi informatici ed elettronici.…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
La particella CI dà tanti problemi a chi studia italiano, lo sappiamo. In questa lezione scopriremo come la particella CI, aggiunta ad alcuni verbi, ne crea di nuovi, dal significato completamente diverso! Come la particella CI cambia completamente il significato di un verbo Prima di proseguire, assicurati di conoscere bene le particelle italiane CI e NE! Se invece le padroneggi, puoi continuare la lettura! In italiano ci sono alcuni verbi che cambiano completamente significato quando gli si aggiunge la particella CI. Ecco alcuni esempi: 1. CASCARE - CASCARCI CASCARE: Cadere (familiare). CASCARCI: Cadere in un tranello o in uno scherzo, farsi abbindolare, farsi ingannare. Mi ha detto che era cascata dalle scale e che stava male, così sono corsa da lei. Invece voleva solo chiedermi un parere su cosa indossare alla festa… E io che ci sono anche cascata! 2. METTERE - METTERCI METTERE: Posizionare, collocare qualcosa in un posto. METTERCI: Impiegare una certa quantità di tempo per fare qualcosa. Ma quanto tempo ci metti a mettere la frutta nel frigo? Sbrigati: ci sono ancora tante altre cose da fare! 3. PROVARE - PROVARCI PROVARE: 1 - Sottoporre a prova una cosa per conoscerne qualità e proprietà o per verificarne il funzionamento. 2 - Tentare di fare qualcosa, non sapendo se avrà esito positivo o negativo. 3 - Indossare un capo per vedere come sta. PROVARCI (con qualcuno): Tentare un approccio amoroso con qualcuno. Ha provato (2) a imparare il portoghese ma ci ha rinunciato dopo due mesi, ha cominciato a seguire un corso di cucina ma dopo aver provato (1) il suo primo piatto ha capito che non era la strada giusta, allora ha capito che è bravo solo a fare due cose: fare shopping senza provare (3) i capi in camerino e provarci con tutte le ragazze che incontra! 4. VOLERE - VOLERCI VOLERE: Desiderare qualcosa con decisione. VOLERCI: Essere necessario. Voglio una lasagna, ma ci vuole troppo tempo per prepararla, perciò la ordinerò a domicilio da un ristorante. 5. FARE - FARCI FARE: Compiere, eseguire. FARCI: Far finta di non capire. Principalmente usato nell’espressione “Ma ci sei o ci fai?” (che significa "Ma sei proprio stupido o stai solo facendo finta?") Ma ci sei o ci fai? Ti ho detto di fare la valigia ieri e ancora non l’hai fatta… Mi prendi in giro? 6. STARE - STARCI STARE: Restare, trovarsi in un certo ambiente, luogo o situazione. STARCI: 1 - Poter essere contenuto, entrare, trovare posto. 2 - Essere d’accordo, partecipare, aderire. 3 - Essere, mostrarsi disponibile a rapporti amorosi (colloquiale). Andremo in montagna e staremo in uno chalet per tutto il fine settimana. Siamo in sette e forse sette persone non ci stanno (1) nello chalet, ma proveremo a farlo funzionare. Ci stai? (2) Ti piace il piano? Se poi durante la lezione di sci incontri qualcuna che ci sta (3), potresti anche trovare una fidanzata! Che te ne pare? 7. PRENDERE - PRENDERCI PRENDERE: Afferrare con le mani. PRENDERCI: Intuire la verità, capire ciò che è giusto dire o fare. Hai preso i documenti che dobbiamo consegnare a Sara? A proposito di Sara! Mesi fa dicevo che si stava frequentando con Giorgio e nessuno mi credeva… Invece ci avevo preso! Si sposeranno tra un anno! 8. ENTRARE ENTRARE: Passare dall'esterno all'interno di un luogo, andare dentro, accedere. ENTRARCI: 1 - Avere spazio sufficiente per stare in qualcosa. 2 - Avere parte, attinenza, relazione con qualcosa. Una volta che sarete entrati nell'edificio, dovrete prendere l'ascensore e salire al quinto piano. Probabilmente non ci entrerete (1) tutti in un unico ascensore, quindi ne dovrete usare due. E ricordate di rimandare tutto quello che non c'entra (2) niente con la missione a quando sarà finita! 9. ARRIVARE - ARRIVARCI ARRIVARE: Giungere in un luogo, alla fine di un itinerario,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Conoscete già i nomi di alcuni dei lavori più comuni in italiano? Se la risposta è "no", proseguite con la lettura per scoprirli insieme. Lista dei lavori in italiano in ordine alfabetico In questo articolo troverete una lista di mestieri comuni (in italiano) in ordine alfabetico. Mettiamoci subito al lavoro! A - Addestratore (cinofilo / di cani) Chi aiuta i cani a imparare i giusti comportamenti, azioni e reazioni in modo che possa svolgere determinate attività utili per un lavoro (ricerca, salvataggio…) o inserirsi al meglio nel contesto sociale e famigliare. - Agricoltore Chi svolge un’attività nell’agricoltura, sia come responsabile della conduzione del fondo, sia come lavoratore. Spesso è usato come sinonimo di “contadino”, anche se questo è un po’ più specifico: è una persona che vive e lavora nei campi in aperta campagna. - Allevatore Chi si occupa di far crescere e riprodurre animali per ricavarne cibo, prodotti, servizi o ricavo economico. - Animatore Chi, in villaggi vacanze, hotel o navi da crociera, intrattiene, diverte e coinvolge gli ospiti con attività di gruppo (balli, sport, fitness…) oppure, durante eventi, intrattiene e fa divertire i bambini, che altrimenti si annoierebbero. - Arbitro Chi, durante una competizione sportiva, applica e fa rispettare il regolamento, assegna punti e/o penalità, scandisce inizio e fine della gara. - Archeologo Chi studia i reperti con valore storico, dando importanza anche alla loro conservazione e valorizzazione. - Architetto Chi progetta, dirige e segue la realizzazione e la restaurazione di edifici. - Attore Chi interpreta un ruolo durante un’esibizione teatrale, televisiva o cinematografica. - Avvocato Chi difende la causa del proprio cliente di fronte a un tribunale, applicando i principi di legge. B - Bagnino Chi si occupa di vigilare sulla sicurezza dei bagnanti in un tratto di spiaggia o in una piscina pubblica. - Barbiere Chi taglia capelli e barba a clienti uomini. - Barista Chi lavora al banco di un bar, servendo caffè, bevande e cibo ai clienti. - Benzinaio Chi si occupa della distribuzione di carburante (benzina, GPL, diesel) ai veicoli presso le stazioni di servizio. - Bidello Chi lavora in una scuola e si occupa di mantenere gli ambienti puliti, fornire il materiale necessario agli insegnanti e vigilare gli studenti in assenza degli insegnanti. C - Calzolaio Chi ripara le scarpe (calzature) cucendo, incollando, riparando tacchi e suole… - Cameriere Chi serve cibo e bevande ai clienti in un bar, un ristorante o un albergo. - Capotreno Capo del personale addetto a un treno. - Cassiere Chi si occupa della cassa in banche, aziende, negozi, esercizi pubblici. - Commesso In un negozio, addetto alla vendita al pubblico. - Conduttore Chi dirige uno spettacolo televisivo, lo “gestisce” scandendo i tempi, presentando ospiti, rubriche, servizi, coinvolgendo e dialogando con il pubblico, in studio o a casa. - Contabile Chi tiene la contabilità nell’amministrazione di un’azienda. - Corriere Chi trasporta e consegna pacchi. - Cuoco Chi per mestiere prepara e cuoce cibi in ristoranti, alberghi o case private. D - Dentista Medico specializzato nella cura dei denti. - Dietista Chi elabora i menù di ospedali, grandi alberghi, mense di aziende e scuole, promuovendo in generale una corretta alimentazione e una buona nutrizione. DA NON CONFONDERE con il “dietologo”, un medico vero e proprio, che può fare diagnosi e prescrivere analisi e medicine e che si occupa di disturbi alimentari (anoressia, bulimia) o malattie legate all’alimentazione (celiachia). Ma in realtà ci si può rivolgere al dietologo anche solo se si vuole tornare in forma in modo sano ed equilibrato. - Dirigente scolastico Chi è a capo della gestione di una scuola: selezionare i docenti, stabilire attività,…
L
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Prima o poi capita a tutti nella vita di litigare… e poi sfogarsi con qualcuno per raccontargli tutto. Però, se ci pensate, è un po’ noioso dire sempre “ho avuto un litigio con lui”, “sto litigando con lei”. No? In questa lezione, quindi, approfondiremo le alternative al verbo “litigare”, ognuna con le sue proprie sfumature e particolarità. 10 Modi per Sostituire il Verbo "LITIGARE" in italiano In italiano esistono diversi modi per dire di aver litigato con qualcuno, e questi si differenziano in base al grado di intensità e alle modalità che caratterizzano la lite. Queste espressioni sono delle valide alternative da utilizzare in varie situazioni, consentendo di essere più precisi ed evitando di risultare ripetitivi. Pronti a scoprirle insieme? 1. Discutere / Avere una discussione Significa conversare più o meno animatamente su un argomento, ma anche dibattere o avere uno scambio di vedute. Può essere usato sia con il significato di "litigare" (a parole), sia con il significato di "avere una conversazione pacata su un determinato argomento, scambiandosi idee e opinioni", senza cadere in un litigio. Esempio: Durante la riunione di condominio , i condomini hanno avuto un'accesa discussione, così non è stata presa nemmeno una decisione. Io e il mio studente abbiamo discusso delle tradizioni in Italia e nel suo Paese. 2. Rimbeccarsi Litigare scambiandosi battute critiche e ostili; discutere a botta e risposta. Sottolinea la prontezza, la perspicacia e la vivacità delle interazioni tra i litiganti. Esempio: Hanno un brutto carattere: si rimbeccano tutto il giorno in ufficio! 3. Bisticciare Litigare con qualcuno con vivacità, ma in modo scherzoso o comunque poco grave. Di solito bisticciano due persone che vanno generalmente d’accordo, ma che non si tirano indietro quando si tratta di esprimere un parere o un punto di vista diverso da quello dell’altra persona. Esempio: Paolo e sua moglie bisticciano sempre quando devono scegliere dove passare le vacanze. 4. Battibeccare Sinonimo di “bisticciare”.Un battibecco, infatti, è un litigio poco grave, una discussione fatta di botta e risposta (meno intenso di rimbeccarsi).Esempio: Quando hanno cominciato a parlare di politica, la cena si è trasformata in un battibecco continuo. 5. Attaccare briga provocare, causare, incominciare una lite.Da questo verbo deriva un sostantivo molto utilizzato: attaccabrighe, cioè una persona sempre pronta a fare lite con tutti. Esempio: È una persona odiosa: orgogliosa, maleducata e attaccabrighe! Meglio non averci niente a che fare… 6. Avere un alterco / Altercarsi Avere uno scontro verbale piuttosto violento, ma comunque senza ricorrere alle mani, alla violenza fisica. Un’altra espressione simile è “avere un diverbio”. Sono tutte piuttosto formali. Esempio: L'alterco tra gli automobilisti a seguito dell’incidente è stato placato dalla Polizia Stradale. 7. Questionare Discutere in modo animato, anche abbastanza violento (come altercarsi). Può, tuttavia, anche significare “intrattenere una discussione” (nel senso più tranquillo del termine), seguito dalle preposizioni DI o SU (questionare di politica, questionare sull’attualità).È, però, forse il verbo meno utilizzato della lista. Esempio: So che questo è un mio grosso limite ma non posso rinunciare a questionare per ogni problema che si presenta. 8. Azzuffarsi Discutere animatamente, spesso arrivando alle mani; litigare non soltanto a parole, ma anche con violenza fisica. Esempio: Quando si sono incrociati, i due grossi cani si sono ringhiati contro, ma il guinzaglio gli ha impedito di azzuffarsi. 9. Accapigliarsi Discutere animatamente facendo ricorso alla violenza fisica (come azzuffarsi).…
Welkom op Player FM!
Player FM scant het web op podcasts van hoge kwaliteit waarvan u nu kunt genieten. Het is de beste podcast-app en werkt op Android, iPhone en internet. Aanmelden om abonnementen op verschillende apparaten te synchroniseren.